[Officina] Gli attrezzi per la bici, parte seconda. La trasmissione
Gli attrezzi per la guarnitura e i pedali
Gli attrezzi per la guarnitura e i pedali
Le guarniture possiamo distinguerle in due grandi famiglie a seconda del tipo di movimento centrale che usano: a perno o a calotte.
Un sunto teorico su questi diversi sistemi lo trovate qui sul blog, con due distinti articoli.
Un articolo è dedicato ai movimenti a perno quadro, e quindi indirettamente alle guarniture a cui assicurarlo.
Un articolo è dedicato ai movimenti a calotte, e quindi indirettamente alle guarniture a perno passante che lo attraversano.
Questo sdoppiamento in famiglie non va inteso in senso strettamente tecnico ma è funzionale alla esposizione degli attrezzi. Perché è vero che esistono più versioni di perno quadro come esistono più versioni di calotte (pensiamo alla differenza tra Bsa e Press-fit) ma è pur vero che spesso gli attrezzi sono in comune o uguali le sequenze di lavoro.
Malgrado tutti i miei tentativi di semplificazione espositiva, restano però differenze che vogliono trattazione separata.
Quindi ci tocca una ulteriore distinzione in sottoparagrafi.
Gli attrezzi per le guarniture a perno quadro
Abbiamo tre tipi di guarniture a perno quadro, anche se sarebbe più corretto dire che abbiamo tre tipi di perni: quadro, Octalink e a chiavelle. Che il perno quadro sia Jis o Ita non cambia per i nostri attrezzi.
Per smontare una guarnitura a chiavelle serve solo una chiave inglese; a volte un martello in gomma.
Per smontare una guarnitura a perno quadro o Octalink serve un attrezzo apposito. Quelli di fattura migliore hanno un piccolo bottone magnetico per adattarsi alla battuta dei perni Octalink.
In questo articolo è spiegato come smontare una guarnitura a perno quadro e relativo movimento.
Gli attrezzi per le guarniture a perno passante.
Con le guarniture a perno passante il discorso si complica, perché molte aziende hanno uno standard loro.
La più semplice è Sram, che chiede solo una chiave a brugola per agire sul dado autoestraente.
Come fare è illustrato in questo articolo.
In alcuni modelli, anche con altri loghi della casa, è presente una ghiera da estrarre prima. Di solito basta una chiave a pin.
Le guarniture Shimano Hollowtech hanno sulla pedivella sinistra un grosso bullone in nylon, con ingaggio a stella e vuole il suo attrezzo specifico.
Poi bastano due chiavi a brugola, tutta la procedura è illustrata in questo articolo e anche in quest’altro articolo.
L’americana FSA usa per alcune sue guarniture una ghiera intorno alla vite autoestraente, per rimuoverla serve un attrezzo apposito.
Con Campagnolo dobbiamo distinguere.
Il sistema Campagnolo Ultra Torque non richiede attrezzi particolari, basta una robusta e lunga chiave a brugola da 10.
Serve a svitare il grosso dado di giunzione interno, come spiegato in questo articolo.
Più complessa la situazione al cospetto del sistema Campagnolo Power Torque, dove servono più attrezzi.
Come usarli in modo corretto è spiegato in questo articolo.
Le corono possono essere fissate alle pedivella (spider) con diversi sistemi. Il più comune per guarniture doppie e triple è sfruttare viti a brugola maschio/femmina.
Sul lato interno, quello che guarda il telaio, la vite femmina ha un grosso intaglio, non gestibile da un normale giravite. Per questo esiste un attrezzo apposito.
Su molte guarniture monocorona moderne c’è il sistema Direct mount, dove la corona è fissata allo spider mediante una grossa ghiera, sulla quale è possibile intervenire con la stessa chiave per le calotte del movimento centrale (aperta) a 16 denti oppure a 8 denti.
Una regola valida per tutti non esiste, ci sono aziende che usano un sistema unico, tutto loro. Per esempio White Industries, che esige attrezzo specifico prodotto da loro.
A proposito di corone, per la compatibilità tra queste e lo spider potete fare riferimento a questo articolo in basso.
Il girobulloni – Spiegazione di cosa sia il girobulloni, come calcolarlo semplicemente e una tabella per la conversione.
Però ricordate che compatibilità del girobulloni non significa assoluta compatibilità tra le corone; per esempio con Shimano malgrado nelle ultime serie sia stato uniformato il girobulloni, non tutte le combinazioni sono possibili (per dire, 52/34) e quando non c’è compatibilità il produttore lo specifica.
Gli attrezzi per svitare i pedali.
Togliere i pedali non è una operazione difficile, e se usiamo la chiave giusta è meglio.
Nel caso i pedali abbiano il classico ingaggio esterno, questo sarà quasi sempre da 15.
Una chiave robusta, sottile il giusto per infilarsi nello spazio tra corpo pedale e pedivella e che offra buona leva la soluzione ideale.
Non dimentichiamo che la filettatura cambia verso tra destra e sinistra; e se un pedale è riottoso a lasciare la pedivella, potete usare la tecnica spiegata in questo articolo.
I pedali di gamma alta hanno invece un normale ingaggio a brugola sulla faccia interna (quella che guarda il telaio), da 6 o da 8 a seconda del modello.
La manutenzione dei pedali può richiedere attrezzi specifici per smontare l’asse e arrivare ai cuscinetti.
Qui in basso un esempio di attrezzi specifici per smontare alcuni pedali Shimano (in grigio) e Look (rosso).
Nell’avvitare i pedali è sempre bene rispettare la coppia di serraggio, oltre dare un velo di grasso.
Con pedali provvisti di ingaggio a brugola è semplice, il bit può essere collegato alla chiave dinamometrica.
Con pedali provvisti del solo ingaggio esterno da 15 usare la dinamometrica è un problema. Per fortuna esistono inserti appositi da assicurare all’attacco del cricchetto.
Può sembrare un eccesso, ma un pedale correttamente avvitato è anzitutto un pedale sicuro. Mai eccedere, in un senso e nell’altro.
Chiudo questo paragrafo con un simpatico attrezzo, inutile se vogliamo per il meccanico amatoriale ma visto che costa poco uno può pensare di metterlo in lista.
Il “dummy”, un manubrio gommato con filettatura per pedivella destra.
Serve in officina per le regolazioni della trasmissione quando non hai il pedale montato. Ho specificato officina perché le bici sono spesso vendute senza pedali e in negozio si dovrebbero fare le regolazioni prima della consegna, senza avvitare pedali. Ma può tornar comodo anche a noi meccanici domestici, forse…
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
complimenti per gli articoli!, per noi appassionati sono vera manna 😉 Saresti così gentile da darmi per favore maggiori dettagli dell’estrattore a vite che usi per le calotte pressfit? l’hai autocostruito o si acquista ? funziona anche per i movimenti centrali che hanno le due calotte con i cuscinetti unite da un tubo? oppure si può usare solo se le calotte sono separate? grazie
Ciao Stefano, funziona bene coi cuscinetti, le calotte no (manca la spinta) ma tanto quelle poi vengono via facile battendo la circonferenza dall’interno. Dopo sono da buttare, ma del resto è un lavoro che fai quando il movimento devi cambiarlo, quindi ha poca importanza.
L’ho acquistato, cercando in rete lo trovi. Evito pubblicità gratuita…
Le calotte sono sempre separate, il tubo è una protezione, ovviamente staccabile altrimenti come faresti a mettere una calotta a destra e una sinistra?
Fabio
Buondì. Visto che è il mio primo commento su questo blog mi prendo un attimo per farti i miei complimenti. Ti ho “scoperto” tramite IlCicloviaggiatore ed i tuoi post mi stanno tornando molto utili per i miei piccoli lavori di manutenzione.
Ora, volevo chiederti due cose, in questo passaggio:
“Un paio di barattolini di grasso, uno al litio e l’atro al teflon per cuscinetti, mozzi, serie sterzo, filettature, ausilio nel montaggio e protezione.”
non capisco per quali usi si ricorra all´uno e per quali l´altro
E, seconda cosa, (sono molto ignorante su questi argomenti) perché petrolio bianco e non Acquaragia come sgrassante?
Ciao Igor, la scelta del grasso dipende dall’operazione; negli articoli della rubrica officina troverai spiegato quando uso l’uno o l’altro, fare un riassunto qui è davvero lungo.
Petrolio perché meno aggressivo e “oleoso” dell’acquaragia, che rovinerebbe irrimediabilmente molti componenti.
Fabio
Ah… azz!
Tipo? Mi è capitato di usarla per pulire i mozzi ed il deragliatore posteriore, devo preoccuparmi di averli danneggiati?
No, se hai fatto una pulizia veloce no. E nemmeno se erano parti lucidati e sei stato abbastanza rapido.
Se però li lasci in ammollo si, li rovini, a iniziare dalla finitura superficiale.
In futuro evita…
Fabio