[Test] Wilier Adlar

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Ci siamo, oggi è il turno della Wilier Adlar, la gravel della casa vicentina che mi ha appassionato dalla sua presentazione e su cui vi avevo promesso avrei (ri)messo le mani.

Si, perché la Adlar l’avevo già provata, un test breve ma intenso nei giorni del Grinduro 2023, lo scorso settembre.

In quell’occasione, un paio di giorni prima Shimano e Wilier avevano presentato la prima il gruppo GRX 1×12, la seconda proprio la Adlar che sfoggiava la nuova trasmissione giapponese dedicata al gravel.

E dopo le perplessità dei primi metri, via via che pedalavo con questa particolare gravel ne intravedevo l’enorme potenziale. E soprattutto il suo essere qualcosa di diverso, una gravel d’accordo se proprio vogliamo classificarla, ma molto, proprio molto di più. 

Più o meno ve l’ho già narrato in quel breve test che ho pubblicato a ridosso del Grinduro, scritto di notte con mille emozioni che si accavallavano ma una certezza: mi serviva portare la Adlar sui miei percorsi di prova.

Sull’onda dell’entusiasmo preannunciai subito questa mia volontà (al mattino, credo se avessi bussato alla porta nel cuore della notte oggi non sarei qui…), senza fare i conti con un problema fondamentale, anzi, ignorandolo: il mese prima mi ero lesionato il menisco interno, continuando a pedalarci sopra (quasi) come nulla fosse. A ottobre zoppicavo vistosamente, a novembre non potevo camminare, serviva prima risolvere per dedicarmi a lei.

Perché la Adlar merita tutto l’impegno che possiamo darle, lei ripaga sempre.

E così arriviamo a fine giugno, un messaggio dall’azienda mi informa della disponibilità di una bici in taglia M, montata col nuovo Campagnolo Ekar GT e ruote Zonda GT. 

Ho chiuso quasi tutti gli altri test in lavorazione e iniziato a godermi la Adlar. Il caldo ha rovinato molte uscite, spesso già alle 7 del mattino ero sopra i 30 gradi, alle 8 un’afa irrespirabile e questo giustifica il tempo in più impiegato. Impossibile dedicare l’intera mattina, come mio solito, entro le 9.30 è servito rientrare.

Comunque è stata anche valida scusa per passare più tempo con la bici, ricoverata comodamente sotto il gazebo in giardino, noi due a tenerci compagnia la sera, rinfrancati da una birretta io, una pulita e una lubrificata lei.

Insomma, è nata una bella amicizia e malgrado siano tante le bici che transitano qui per i loro test (e sempre ognuna si porta via una lacrimuccia quando ci lasciamo), capisco meglio chi tra noi la domenica del Grinduro, a gara chiusa il sabato, vagava per il resort che ospitava la manifestazione senza riuscire a separarsi dalla “sua” Adlar.

Perché lei ti cattura, ti prende, ti ammalia. Ma non anticipiamo le conclusioni, come è fatta l’abbiamo già letto, quindi possiamo subito saltare in sella.

Per chi volesse, ricordo che il test è anche in formato video.

Articolo (questo) e video (alla fine) che si completano, seppure molte considerazioni siano in comune. L’idea iniziale era per il solo video, ho prodotto ore e ore di girato, ma che dirvi, con la parola scritta sono più a mio agio nel raccontarvi le emozioni che mi ha donato la Adlar.

Partiamo.

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