[Officina] Come smontare i pedali ossidati
Un breve articolo per suggerire un metodo semplice per smontare, senza rovinare le pedivelle, i pedali che l’ossido ha finito col saldare ad esse.
Il problema è ben conosciuto ai possessori di vecchie bici, spesso trascurate per anni e comunque di gamma bassa; su bici buone nessuno si sogna di (dovrebbe sognarsi di…) avvitare i pedali serrando alla morte e senza un velo di grasso.
ATTENZIONE: la procedura che vedremo di seguito NON è applicabile su bici in fibra di carbonio o con il carro in carbonio. Va benissimo invece su vecchie bici in acciaio o alluminio, che sono poi quelle solitamente afflitte da questo problema.
La vera difficoltà nello svitare i pedali ossidati (con l’aggravante che costruttori e/o venditori li hanno serrati a coppie improbabili) è che le pedivelle ruotano: impossibile applicare la giusta forza.
La procedura classica vorrebbe che con una mano teniamo una pedivella e con l’altra svitiamo il pedale opposto. Spesso però non è sufficiente e in alcuni casi può essere anche pericoloso. La presa non è delle migliori, la chiave può scappare e ci facciamo male contro i denti della corona. Allora ricorriamo all’aiuto dell’amico, che ci terrà ben salda la pedivella opposta a quella dove stiamo svitando. Ma se non abbiamo l’amico volenteroso immediatamente disponibile? Faremo da soli, aiutandoci con un semplice trucco.
Procediamo con ordine; prima operazione è irrorare senza parsimonia le sedi dei pedali con un buon spray sbloccante. Meglio agire su un lato alla volta, tenendo la bici leggermente inclinata in modo da favorire la penetrazione dello sbloccante. Inutile lasciarlo agire tutta la notte, dopo una mezz’ora ha già fatto il suo lavoro. Lasciarlo ore e ore non fa che “asciugarlo” vanificando o quasi la sua efficacia.
Una altro sistema per “scollare” l’asse del pedale dalla pedivella è scaldare ad alta temperatura, magari sfruttando una pistola termica, quelle per sverniciare per capirci. L’inconveniente è che 9 volte su 10 questi benedetti pedali ossidati sono installati su bici di bassa gamma, con pedivelle ricoperte da uno strato di plastica. E quindi il calore scioglierebbe tutto. Se la copertura di plastica non c’è e le pedivelle sono in alluminio, sfruttando i differenti tempi di dilatazione (alluminio più rapido dell’acciaio dei pedali) basterà scaldare ben bene: raffreddando avremo quel minimo di distacco necessario.
Malgrado sbloccante o dilatazione termica però, i pedali sono ancora ben saldi. Ed è normale sia così, non bastano una spruzzata o una scaldata a risolvere un problema che ha avuto anni per crescere.
Prendiamo quindi una semplice cinghia, di quelle usate per fissare tenacemente i bagagli, e blocchiamo una pedivella al carro.
Capito perché non è possibile usare questo sistema su carri in fibra di carbonio? Si, certo che l’avete compreso.
Stringiamo bene, meno gioco lasciamo più facile sarà agire. In mancanza della cinghia andranno bene una corda robusta, un lungo avvolgimento con fil di ferro (una noia però) o qualunque altro sistema abbiate sottomano per legare saldamente la pedivella al carro.
Con il sistema di trasmissione ben fermo, andiamo a svitare il pedale opposto a quello della pedivella assicurata al telaio. La ragione è pratica: il pedale in sede impedirà alla cinghia di sfilarsi, evento piuttosto pericoloso se stiamo applicando una notevole forza. Possibilità remota, impossibile se la cinghia è ben stretta. Concreta se invece abbiamo lasciato la cinghia un poco lenta o usato qualche sistema che abbia causato un certo gioco. Muovi e muovi e quella si sposta.
Ricordo che il verso per svitare i pedali è SEMPRE in direzione della ruota posteriore, sia per il pedale destro che sinistro.
Se qualcuno si sta arrovellando su quest’ultima mia affermazione perché gli sembra che così il verso della filettatura dei pedali sembra sempre uguale tra destra e sinistra, mentre sappiamo bene che è differente, gli basterà considerare che la bici la guardiamo una volta da un lato, una volta dall’altro. E questo ci fa sembrare di primo acchito che il verso sia uguale.
Infine, se il braccio di leva della chiave per smontare i pedali dovesse risultare insufficiente a garantire la giusta forza, possiamo moltiplicarla aumentando la leva: il solito, caro, buon vecchio tubo di metallo.
Mi raccomando: prima di rimontare i pedali puliamo bene le filettature, velo di grasso e serraggio quanto basta.
Bene, articolo tecnicamente di non particolare interesse, l’argomento è piuttosto banale. Ma può essere un utile suggerimento per chi si trovasse tra le mani la bici recuperata dopo qualche decennio e decidesse di dargli una sistemata sommaria per renderla la classica bici da palo. Io con questo semplice trucco ho smontato pedali sui quali molti meccanici avevano rinunciato ad agire, preferendo sostituire guarnitura e pedivelle.
Buone pedalate
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Banale…. finchè non hai tu una bicicletta abbandonata da anni e con i pedali incollati…ecc. ecc.
🙂
Beh si, in effetti ne ho viste tante di persone impazzirci (anche meccanici) dietro a questi benedetti pedali mai smontati da 30 anni. Pedivelle nelle morse, martellate, trapani, un poco di tutto. E io serafico: scusa, ma se fissi la pedivella al telaio e allunghi la leva con un tubo non fai prima? Mi hanno odiato… 🙂
I sistemi più semplici sono sempre i migliori, ma al solito ogni problema diventa facile se conosci la soluzione. E visto che dovevo smontare i pedali di una bici rimasta anni sotto la pioggia, estate e inverno, tanto valeva scattare qualche foto e scriverci due parole.
Fabio
Altro che banale! E io che mi arrovellavo su come fare a smontare i pedali della bici di mio figlio che sembrano tutt’uno col telaio. Se poi penso che, data la mia formazione “tecnica” almeno la soluzione dell’allungare la leva avrei dovuto trovarla, mi sento prorio un … beh lasciamo perdere il turpiloquio… Grazie degli ottimi consigli, li metterò in pratica sicuramente.
Per quasi un anno ogni volta che terminavo di nastrare una piega mi rendevo conto che avrei potuto scattare le foto e ricavarci un articolo; e ogni volta mi dicevo che era un argomento così banale che non ne valeva la pena. Pubblicai ed è stato a lungo l’articolo dell’Officina più consultato…
Da allora anche se quello che sto facendo può sembrare di scarsa importanza, se ne ho l’occasione fotografo e pubblico 🙂
Fabio
premesso che sono ignorante in materia e per questo ti ti leggo volentieri, ma perchè sui carri in carbonio non si può fare?
Ciao Sebastiano, non perché la fibra di carbonio è intrinsecamente debole, anzi. Ma perché la fibra di carbonio ha un preciso andamento, se si agisce in quello diverso rispetto a quanto fatto per gestire le forze che si scaricano sul telaio allora si, è debole. E in questo caso andremmo ad agire proprio su una direzione debole
Fabio
Dopo questa lettura ho smontato agilmente e senza aiuto di nessuno i pedali flat e montato quelli a scatto.
Geniale la corda….. ma è come l’uovo di Colombo. 🙂
Beh, solo il fatto che le brugole dei pedali non si svitino “normalmente” ma che si debba sempre girare verso la ruota posteriore, per entrambi i pedali…. altro che banale… e chi lo sapeva??? Con il rischio quindi di forzare a morte per svitare e poi in realtà si sta avvitando… che disastro.
Mi sto facendo una cultura sul tuo sito.
Estate 2017
“Fabio, ho preso una bici da passeggio a mia moglie, giusto per fare la spesa qui intorno ma il pedale non si avvita”
“Hai mai montato i pedali di una bici?”
“Mai”
“Quindi non sai che il verso è differente…”
“…”
“Appunto, porta da me che sei fortunato, quest’estate ho portato gli attrezzi e ho qui il maschio per rifilettare la pedivella che hai distrutto”
“Ah Fabio, come faremmo senza di te”
“Andreste in paese dal meccanico invece di trifolare me in piscina”
Ecco, questo blog vuole parlare senza dare nulla per scontato, senza il pregiudizio che un ciclista già sappia. Poi c’è chi non legge prima e trifola me dopo, ma questo è altro discorso.
Fabio