[Test] Drali Oasi

Tempo di lettura: 8 minuti

Oggi pedaliamo con la Oasi, la gravel di casa Drali che abbiamo conosciuto in ogni dettaglio in questo articolo.

E’ stato un test lungo, anche se vi ho raccontato che non sempre sono uscito con lei solo per metterla alla prova.

Si è rivelata da subito piacevole da usare in ogni situazione, anche nella semplice passeggiata in città, ché ogni scusa è buona per far girare i pedali.

Prendevo appunti, note vocali, verificavo i dati del ciclocomputer ma non mi decidevo mai a stilare la scaletta dell’articolo.

Sempre una scusa per rimandare, inventare nuove verifiche, far crescere dubbi inesistenti solo perché so che quando parte la scaletta il test si avvia alla conclusione: e io non volevo chiuderlo.

Non dimentichiamo che questo blog si mantiene sulla passione, la mia e la vostra; e per quanto mi imponga disciplina e metodo di lavoro finisce sempre che poi mi lascio trascinare, soprattutto quando la bici mi coinvolge.

E mi affeziono, brutta cosa questa perché poi la signorina tornerà a Milano, sicuramente dispiaciuta di lasciare il sole del Sud, e ancor più sicuramente quello dispiaciuto sarà io.

Mentre scrivo la Drali Oasi è ancora con me, non so se alla data di pubblicazione ci saremo separati, la bici mi serve per altri test, soprattutto un nuovo kit di borse da bikepacking messe a punto da BacMilano che non mi sono arrivate. E io non sto pressando, più tardi arrivano le borse più tempo abbiamo io e la Oasi per girovagare senza scopo.

A test chiuso posso lasciare notes e tutto il resto a casa, compreso l’odioso per me ciclocomputer coi suoi innumerevoli dati, uscire per il solo gusto di farlo.

Per quanto vi potrà sembrare strano, la Oasi mi sta permettendo di staccare dall’andare in bici. Dall’andare in bici per i test intendo, che è ormai il 90% del mio ciclismo. 

Si, potrei usare una delle mie, a iniziare dalla bomboniera Elessar; però usando la Drali mi sembra di non stare trascurando il mio dovere, insomma, è pur sempre una bici test, se esco con lei non sto abbandonando il blog…

D’accordo, di tutto questo a voi importa nulla, volete sapere come va la bici, quindi lasciamo da parte il mio filosofeggiare di bassa lega e saltiamo in sella. 

Andiamo.

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Questo articolo è anche in formato video a questo link

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    So che non è esattamente pertinente alla oasi ma piuttosto al suo montaggio ma sono curioso….dopo tanti km questi freni rival axs come ti sembrano?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao, il miglioramento rispetto a qualche anno fa è stato notevole. Non sono ancora a livello dei migliori, penso alle nuove pinze Shimano dei gruppi 12v, ma siamo decisamente molto più avanti di quel primo Red che provai e mollai lì…

      Fabio

  • <cite class="fn">Giuseppe Savo</cite>

    praticamente è una versione deluxe del concetto “triban” del decathlon: un telaio versatile gravel o cicloturistico che però si può portare anche su strada (soprattutto sulle nostre strade) una volta gommato “veloce”.
    L’asimmetria del carro posteriore è particolare… una possibile soluzione per quando la catena batte sul carro?
    Capisco che le ditte spingono per i cambi “hi-tech”, ma ha senso su queste bici avere un cambio elettronico?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giuseppe, in realtà siamo lontani anni luce dalla Triban…
      Per qualità dinamiche, raffinatezza tecnica, cura del dettaglio. Insomma, questo è proprio un altro pianeta.
      Ha senso una trasmissione elettronica? Si, a parte che il telaio è predisposto per ambedue le opzioni, le trasmissioni elettroniche sono ormai semplice e facili. Costano di più, è vero, ma non sono più (da anni) quel prodotto esoterico destinato a pochi specialisti.

      Fabio

      • <cite class="fn">Giuseppe Savo</cite>

        Si, io non ne faccio tanto un discorso di costo, che è relativo e molto soggettivo, quanto di “comodità”. Dipendere dalle batterie di un cambio non mi convince molto, tanto più su questa tipologia di bicicletta così polivalente che potrebbe portarmi parecchio lontano da casa, magari su un percorso neanche facilmente raggiungibile da un “soccorso” automunito.
        Però capisco che presentare oggi una bici senza cambio elettronico va a sminuire l’immagine del marchio, quindi “ci sta” che alla stampa venga dato il modello top.
        Altra domanda, che però forse avrebbe avuto più senso con la 46-30: il rapporto da 10 denti dietro è così diverso da un classico 11o da un vecchio 12?

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          E quanto lontano vai? Io ho ricaricato la batteria dopo due mesi di test…con le Di2 ci faccio minimo 2000km prima di ricaricare, hai voglia a pedalare.
          Si, il 10 si sente, ma è tutta la gamma rapporti sram che è particolare. Serve farci l’abitudine ma comunque si perde rotondità.

          Fabio

        • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

          Giuseppe mi permetto di inserirmi…..sei sicuro che un cambio “meccanico” sia più facile di uno elettromeccanico (diciamo elettronico)?

          Con quello elettronico una pigiata del pulsante e la cambiata la fa lui, zero problemi di tensionamento e regolazione dei cavi, zero problema di sostituzione guaine, in fase di montaggio – soprattutto sram – proprio non devi far passare alcun cavo. Insomma lo regoli all’inizio e poi sostanzialmente te ne dimentichi, cambiata veloce e precisa sempre. Poi certo, bisogna ricordarsi di caricare la batteria….ma ormai in una bici moderna un occhio alle batterie bisogna sempre darlo prima di uscire (luci, ciclocomputer) e va detto che non durano pochi km.

  • <cite class="fn">Matteo</cite>

    Ciao Fabio, grazie per l’interessante recensione! Potrebbe essere un interessante upgrade rispetto alla mia Cube Nuroad.
    Volevo chiederti… hai in programma di recensire anche la Miraggio? Mi pare una bici molto interessante e di concezione molto moderna (gravel di acciaio con ottime tubazioni, geometrie “comode”, forca in carbonio…), e volevo sapere come fosse paragonata ad esempio ad altre bici simili, ma di marchi ancora di nicchia ma leggermente piu’ blasonati e noti, come la Cinelli Nemo Gravel.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Matteo, le recensioni dipendono solo in parte da me. Io trovo il tempo ma l’azienda deve trovare la bici, la Miraggio di fatto è su ordinazione, ne parlammo mesi fa ma serve approntare una bici solo per me e questo complica le cose.
      Per i paragoni non sono adatto, preferisco valutare il singolo prodotto e poi lasciare a ognuno le proprie valutazioni. Oltre al fatto che la Nemo non l’ho giudata.

      Fabio

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