[Test] Pirelli Cinturato Gravel All Road

La prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La prova su strada

Per testare le Cinturato Gravel All Road ho scelto di usare due bici: la sempiterna Trek Checkpoint che mi accompagna orami in tutti i test gravel e la Drali Oasi, bici qui in redazione per il suo test, recensione che leggerete a breve.

Ho potuto fare questa apparente eccezione al mio dogma di provare le gomme solo con bici e componenti straconosciuti, per eliminare ogni variabile, perché la Drali è con me da molto tempo e molti chilometri. Insomma, siamo diventati buoni amici.

Ma prima di pedalare due note sul montaggio.

Leggo spesso in rete lamentele sull’installazioni dei TLR Pirelli da gravel, lamentele che non condivido perché 999 volte su 1000 frutto di semplice errore nella tecnica.

In tanti test e tanti montaggi su cerchi diversi di gomme Pirelli non ho mai riscontrato particolari difficoltà; talvolta mi sono aiutato con utensili specifici per tubeless ma perché magari in quel momento stavo preparando due o tre bici contemporaneamente e volevo far presto.

Anche questi All Road sono venuti su senza difficoltà, lattice e via a pedalare spensierati.

Forature nel corso del test nessuna.

Dopo queste necessarie note di servizio possiamo davvero salire in sella, partendo dall’asfalto, destinazione principe per queste coperture.

Superfluo dire, ma lo dico lo stesso, che la scorrevolezza è decisamente superiore a tutte le altre Pirelli Cinturato Gravel che ho testato, compreso le veloci (su asfalto) Cinturato H. Ma sarebbe stato strano il contrario.

Per essere TLR 700×40 a 60 TPI (quindi buona percentuale di “gomma”), le All Road sono leggere, non sacrificano le velleità velocistiche né si mostrano riottose nei rilanci.

Il feeling è da gomma sportiva stradale con però tanto appoggio in più.

La pressione di esercizio relativamente bassa favorisce il comfort, in parte mitigato da una struttura più rigida rispetto alle sorelle di casa maggiormente dedicate all’off road.

Protendersi in piega bassa e stantuffare regolare su strada diventa una pratica naturale, quasi ovvia.

Senza alcun rumore di rotolamento, le All Road scivolano leste sull’asfalto, trasmettendo solo i colpi più decisi del manto rovinato. Molto rovinato, ogni anno le strade che percorro per i test, sempre le stesse per ovvie ragioni, rivelano il loro abbandono. 

Avrei voluto mostrarvi qualcosa nel video che accompagna questa recensione, a causa dei continui spostamenti del corpo nella guida ho scelto di montare la camera sull’orizzontale ma erano talmente tanti i salti, su strada non in fuoristrada, che quando ho rivisto il girato mi stava venendo il mal di mare. Ho dovuto tagliare per forza.

Comunque, tornando sul pezzo, la pianura scorre via veloce, compatibilmente con le mie gambe; mi sono divertito di più con la Trek perché su strada la guarnitura 46/30 GRX permette un passo superiore alla 43/30 Sram montata sulla Drali Oasi, ma giusto perché potevo tenere un passo migliore, ben assecondato dalle All Road.

Risolta la noiosa pianura è il momento di salire di quota.

Non puoi pretendere le performance di una leggera gomma stradale, seppure parche sulla bilancia siamo al doppio di un onesto copertoncino sportivo da 28/30 di sezione, ma il peso diventa abbastanza relativo se la pendenza non è proibitiva.

C’è si una certa rigidità, compostezza direi, della carcassa ma lo smorzamento è comunque buono e questo aiuta molto a non sprecare energie quando ti servono sui pedali.

Si va via regolari, se necessario rilanciare la gomma segue pronta, il cambio di ritmo è digerito senza problemi.

Non hai lo schiacciamento sull’anteriore tipico di molte gomme da gravel più morbide quando ti alzi sui pedali e porti tutto il peso in avanti.

Insomma, anche qui sembra di pedalare con un copertoncino stradale sportivo, di sezione abbondante d’accordo ma a parte questo nulla lascia trasparire sia dedicato anche all’off road.

Certo, devo tener conto che mi sono tenuto nella parte alta del mio range di pressione (sempre in rapporto a quello min/max previsto da Pirelli) perché, confesso, tra infortuni e soste forzate da settembre a oggi il girovita è cresciuto e questo ha imposto quei PSI aggiuntivi rispetto ad altri test di gomme Pirelli.

Poi si, è naturale che quando arrivano le rampe spezza gambe il peso si avverta, come si avverte quello di tutta la bici e anche del barbecue della sera prima. Che era meglio non strafare, questa cosa del “vabbè, una volta che l’ho acceso tanto vale ci arrostisco tutta la macelleria e pure il macellaio” a volte sfugge di mano…

Però attenzione: sto giudicando queste All Road usando a parametro una gomma sportiva stradale: e questo la dice lunga sulle loro capacità.

Ovvio che per quanto appena raccontato una volta che la strada inizia a scendere sia divertimento puro.

Il grip è eccellente, in velocità si avverte nitida tutta la precisa comunicativa da sempre offerta dalle gomme Pirelli (tutte), la sezione abbondante fornisce quel plus di appoggio e sicurezza, in frenata la carcassa resta bella solida senza sporcare gli ingressi, in traiettoria hai un ottimo grip e una perfetta tenuta priva di incertezze: insomma, se hai strada libera e buona visuale il 46/11 va a vuoto in un attimo.

La sincerità espressa dalle All Road si palesa anche quando per troppa foga hai tentato la curva pure se la visibilità non era quella sicura: e col veicolo che sale in senso contrario a invadere quasi tutta la carreggiata sei costretto a modificare la linea per non finire come il moscerino in autostrada.

Tutte qualità che ho ritrovato anche sull’umido, dove mai è mancato il grip necessario. Non ho provato la pioggia battente ma capitemi, ormai se esco mentre piove poi minimo faccio due settimane a letto…invecchio…

Però queste Cinturato All Road sono gomme da gravel, ok la chiara propensione all’asfalto ma se devo fare solo bitume non le prendo.

Quindi abbandoniamo la strada e iniziamo col fuoristrada.

Pirelli parla di sentieri compatti e gravel leggero.

Va bene sentieri compatti, quelli riesco a comprenderli: ma gravel leggero?

Boh, io sono andato a zonzo sui percorsi abituali dei test, track da Mtb compreso. Non dovevo? Non so, è che mi immedesimo, se il gravel è anzitutto scoperta ci sta che uno si trovi ad affrontare situazioni molto diverse tra loro.

Comunque i sentieri compatti sono pane quotidiano per queste All Road e a nulla vale che io li faccio pure in bici da corsa e slick da 25, magari con un poco di cautela nelle curve strette. Con la bici da corsa intendo.

Insomma, se le All Road sono studiate per questi benedetti sentieri compatti, li fanno, li fanno bene e questo mi aspettavo.

Non mi aspettavo tanta tenuta in appoggio, almeno finché il terreno non si fa cedevole e la piega non è eccessiva. In frenata la liscia fascia centrale non può fare miracoli, il grip quando pinzi forte (e il peso si scarica tutto davanti) deve essere da ambo le parti: se la strada è infida ci fai poco senza tasselli a mordere.

Per la stessa ragione rilanciare nelle curve strette porta a qualche scodata, la bici non è inclinata molto, il retrotreno è scarico dal peso, serve salire di pignone e restare seduti per evitare inutili e faticose perdite di trazione. Divertenti, senza dubbio, ma alla terza curva fatta così ero con la lingua da fuori. Invecchio, già detto?

Risolti i sentieri andiamo sul gravel leggero. Che non so cos’è.

Però siccome mi servivano i sentieri compatti e quelli di prova sono piuttosto sabbiosi tranne dopo qualche giorno di pioggia, per provare sui primi mi sono dovuto sorbire pure il fango. E già che c’ero, pure il sottobosco ancora bagnato. Con gli alberi che hanno la fastidiosa tendenza non spostarsi dalla mia traiettoria.

Ah, giusto per non farmi mancare niente ho aggiunto l’erba, bagnata pure lei sennò si offendevano le All Road.

Tutto questo lo potete vedere nel video a corredo di questo articolo.

Ora, sintetizzo: al netto di una certa cautela in curva sull’erba e qualche “scivolata” passando in velocità sul centro erboso del sentiero per impegnare il lato battuto e qualche ovvia perdita di trazione sui bordi fangosi dei numerosi crateri colmi d’acqua (qualcosa in video c’è, per farvi una idea), l’unica declinazione che ho trovato a questo gravel leggero è stato un passo più moderato in queste situazioni. Che non sono semplicemente limite ma ben oltre i limiti della gomma.

Eppure, a parte una clamorosa uscita di traiettoria in una curva veloce presa proprio male da me, e per fortuna viaggiavo nel verso dei campi e non del canale altrimenti finivo dritto in ammollo, io francamente problemi non ho avuti.

E siccome ho attribuito la facilità con cui ho gestito questi passaggi fuori concorso alle mie modeste doti atletiche, qui lo dico e qui lo nego, ho piazzato le All Road pure sotto una e-bike. Una e-road per la precisione, con limite di gomme fino a 38 ma vista l’assenza di tassellatura imponente queste 40 sono entrate uguali, e rifatto tutto daccapo.

Compreso il curvone sbagliato il giorno prima, stavolta con la giusta traiettoria e una velocità imbarazzante grazie all’assistenza che mi ha tirato fuori in un attimo.

Ma ero sicuro sarebbe andato tutto come previsto, la Domane+ AL5, la e-road di cui vi ho detto, l’avevo gommata già con una altro set gravel tipicamente stradale, le Michelin Power Adventure di cui avrete letto la recensione, anche loro gomme con chiaro indirizzo stradale, e quindi in un certo senso sapevo come gestire la cosa.

Bene, svelato questo piccolo segreto e rimossi i chili di fango dalle bici, possiamo tracciare un bilancio conclusivo.

…………………..

Questa recensione è presente anche in video

…………………..

 

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Faremo la fine dell’asino di Buridano!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ma no, dai, la scelta è facile.
      Quale non lo so, che avrebbe potuto fare l’asino non l’hanno saputo dire né Schopenhauer, né Leibniz o Spinoza e tanti altri, figuriamoci io che posso dire…

      Fabio

Commenta anche tu!