Mercato bici: i casi Colnago e Shimano

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L’altro giorno vi ho intrattenuto con le mie considerazioni sull’errore di fondo che ha portato alla attuale crisi di mercato e scoppio della bolla speculativa, attribuendo la responsabilità all’ingresso nel nostro mondo a pedali della finanza priva di fantasia e coraggio ma protesa solo al profitto immediato.

Oggi vi porto due esempi di buona impresa: Colnago e Shimano.

La prima triplica il fatturato, la seconda quasi lo dimezza. E dove sta il punto comune, scusa?

Concedetemi solo qualche minuto della vostra pazienza e ci arriviamo.

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La qualità delle bici Colnago non si discute, eppure l’azienda non ha mai fatturato nella sua lunga storia cifre davvero importanti.

Io e tanti altri appassionati le identifichiamo tra le migliori bici del mondo, ma spesso essere tra i migliori non basta per vendere. Non solo le bici.

Colnago ha annunciato un risultato straordinario: un incremento del 33% nel fatturato del 2023, raggiungendo la cifra di 55,7 milioni di euro. Questo significativo aumento rappresenta una triplicazione del fatturato rispetto al 2020, anno in cui l’azienda è stata acquisita dai nuovi soci di maggioranza del fondo d’investimento emiratino Chimera di Abu Dhabi. 

Cresciuta anche l’Ebitda (acronimo di Earning Before Interest Tax Depreciation Amortization, che tradotto diventa: utile prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti), che si attesta a 14 milioni, ovvero il 25,15% del fatturato. Questo exploit finanziario è stato raggiunto nonostante le note difficoltà del mercato del ciclo, dimostrando che Colnago ha saputo prosperare anche in un periodo sfavorevole come quello post-Covid.

Quindi abbiamo una azienda in cui è entrata la finanza ma i risultati prosperano. Segno che si può lavorare bene, malgrado la crisi.

Certo, proprio a buon mercato le Colnago non sono, con orgoglio l’amministratore delegato Nicola Rosin indica la rotta: ‘La nostra missione è quella di essere il marchio di biciclette più desiderabile al mondo.”

In effetti la desidero pure io.

Si inserisce in senso lato nel mercato del lusso, basti guardare la Gioiello in edizione limitata, e quello, lo sappiamo non conosce crisi. Chi ha soldi, pare, in periodi di crisi fa ancora più soldi. Non lo so con certezza, io sono dall’altra parte.

Comunque, sta di fatto che l’iniezione di liquidità con l’ingresso del fondo emiratino non ha significato dare priorità al profitto ma creare valore puntando sul prodotto, sulle corse, sugli atleti, sull’immagine.

Nulla di male, anzi. Le imprese servono a questo, non sono onlus.

Le casse rimpinguate hanno permesso di investire, in uomini e idee. Guardando al futuro e non all’utile immediato.

Per esempio scalzando Trek nel WT con il team UAE Emirates (vabbè, giocano in casa), ma anche investendo in tecnologia. 

Penso all’adozione della tecnologia blockchain per combattere la contraffazione e garantire l’autenticità delle biciclette. Grazie a questa tecnologia ogni bicicletta Colnago è dotata di un tag NFC che consente agli acquirenti di verificare l’autenticità del prodotto e accedere a vantaggi esclusivi tramite un’app dedicata.

Ma senza trascurare le donne e gli uomini che lavorano. Dice sempre Rosin: “Sono consapevole del momento delicato che stanno vivendo i negozianti che hanno meno cassa e meno disponibilità e quindi è indubbio che anche noi dell’alto di gamma, che sembriamo immuni da questo tipo di problematiche, dovremo avere qualche elemento di attenzione in più nei loro confronti. In questi anni i negozianti sono stati riempiti di materiale e ora dobbiamo aiutarli”.

Ecco, c’è chi manda a spasso innocenti lavoratori per nascondere i propri errori e chi è consapevole dell’importanza di non lasciare nessuno indietro.

Che c’entra con Shimano, che invece perde oltre la metà del fatturato?

Beh, anzitutto non è proprio così. Le vendite gennaio/marzo 2024 hanno raggiunto i 460 milioni di euro, con un utile operativo più che dimezzato rispetto al 2023 (63 milioni di euro -52,7%).

La diminuzione delle vendite globali nette è stata del 22.6 per cento nel confronto con lo stesso periodo del 2023.

Diamo un senso a queste cifre, che possono sembrare spaventose, quasi che i giapponesi siano sull’orlo della bancarotta.

Non è così e non risultano tagli, licenziamenti, chiusure, teste cadute.

Anzitutto il dato in percentuale è con riferimento al biennio covid, lo chiamo così per comodità: un periodo che in ogni statistica viene ormai bypassato, troppi eventi eccezionali.

I dati Shimano del 2023 e del 2024 sono decisamente migliori di quelli del quinquennio 2016-2020, ma naturalmente sono inferiori rispetto a quelli eccezionali del 2021 e 2022. E’ ovvio che se parametro con un periodo fuori dall’ordinario e, spero, non ripetibile, dopo è discesa.

Malgrado il calo, GRX e 105 12v si vendono bene; il meccanico suppongo più come primo equipaggiamento, stanno uscendo tanti nuovi modelli che ne fanno uso.

Penso a breve avremo il GRX Di2, quindi Shimano non licenzia o chiude sedi ma investe e programma. Segno di buona salute, altro che bancarotta.

Certo, un calo c’è, dovuto essenzialmente all’invenduto in molte nazioni europee. Shimano vive anzitutto di primo equipaggiamento, se le aziende calano la produzione perché hanno prodotto troppo e le bici sono a magazzino, ovvio che calano gli ordini per i giapponesi.

Tirano bene Germania e area Benelux, male Spagna, Francia, Italia, soprattutto per inflazione e stipendi che non stanno al passo. Quindi chi ha già una bici se la tiene stretta, se i soldi son pochi non la cambio.

La Cina va forte, anche se lì si intravede in controluce una possibile crisi economica, di fatto significa una crescita non più a due cifre, non quella che stiamo vivendo in Occidente. Insomma, girano meno soldi di prima ma ne girano comunque tanti.

Le previsioni per il 2024, per tutto l’anno intendo, non sono rosee. 

Per l’intero esercizio finanziario 2024 Shimano prevede una vendita netta di 1,97 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2,2 del 2023.

Eppure, ripeto: qualcuno ha visto o avuto sentore di chiusure, tagli, licenziamenti?

No, perché tutto questo Shimano lo aveva previsto. Ma lo aveva previsto non agli inizi della crisi, quando era ormai evidente, o sarebbe dovuto essere evidente, che si andava a sbattere.

Lo ha previsto quando veleggiava leggiadra verso utili eccellenti.

Ecco allora un altro esempio di cosa significa fare bene impresa: Shimano si è preparata per tempo, ha continuato a investire, a innovare, non si è fatta intimorire, sa che il mercato è così, si è attrezzata e sta affrontando le perdite di esercizio senza clamore, senza ricorrere a tagli indiscriminati, senza farsi prendere dal panico.

Guardando al futuro, perché se sei bravo un momento no capita ma ne esci. Di solito meglio di prima.

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Buone pedalate

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