[Test] Michelin Power Adventure Competition Line

Le conclusioni

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Le conclusioni

Sono ragionevolmente sicuro che una superiore distanza nella selezione delle misure in prova avrebbe accentuato le differenze.

Ma, detto prima, le avrebbe accentuate troppo. Inutile.

Inutile perché a meno di limiti al montaggio dovuto allo spazio al telaio, nessuno si pone il dubbio tra una 30 e una 48. Tutti si chiedono se prendere la 30 o la 36, la 36 o la 42, insomma, le due sezioni vicine.

Sono emerse differenze? Si, minime come minimo è il divario dimensionale, ma qualcosa c’è. Dettagli che possono indurre il ciclista a scegliere l’una o l’altra calibrandosi sul proprio stile di guida e percorsi abituali.

Sarebbe facile dire che le più sottili vanno agli stradisti e le più grasse agli amanti dei sentieri, ma non è proprio così.

Per comprenderlo meglio devo prima riassumere i tratti salienti in comune, quelli dove la dimensione non conta (e qui non equivocate; oppure tirate un sospiro di sollievo, come preferite…).

Il gravel è per sua stessa natura inclassificabile. Si, i costruttori devono per forza inquadrare in caselle, categorie, altrimenti sarebbe difficile per il ciclista districarsi.

Ma poi, a conti fatti, ogni ciclista lo interpreta a modo suo. C’è chi passa dalla sportiva e si spara i sentieri a tutta, chi viene dalla Mtb e se non si infanga che manco la madre lo riconosce non è contento, chi carica i bagagli manco partisse per la via della Seta invece che per il giro delle colline intorno casa e chi la via della Seta se la va a fare ma con gli infradito, una stuoia e un pentolino se vuole il lusso.

In questa galassia infinita tutta una serie di declinazioni, dove la differenza spesso è solo di una virgola.

E qui allora risiede anche la mia difficoltà, io che non amo incasellare e solo esigenze di esposizione me lo impongono.

A semplificarmi la vita provvede Michelin, con questa sua divisione percentuale: 80% strada, 20% off road.

Però me la semplifica fino a un certo punto; se la definizione di strada è semplice, quella di off road? Che tipo di off road?

Quello gravel, la naturale risposta. Che significa nulla, se voglio tener fede a quanto scrivo.

A complicare ancora c’è che queste percentuali non sono pubblicate sul sito ufficiale, io le ho rilevate dalla press release, la cui lettura mi ha dato l’idea di creare il test.

E visto che secondo me il 20% è sottostimato, viene il dubbio lo abbiano volutamente omesso.

Perché se togliamo i percorsi a terreni morbidi, dove senza tasselli non vai e basta, io tutti questi limiti su sentieri e sterrati proprio non li ho trovati.

Si, una curva veloce senza appoggio non la fai; io manco con l’appoggio che poi le ginocchia mia chi le mantiene.

Ma a parte questo, tutte le situazioni tipo di un percorso off road “da strade bianche” sono oltre che fattibili pure assai divertenti.

Le Power Adventure hanno grip, tenuta, scorrevolezza, comfort, velocità, leggerezza: che altro vogliamo?

Su asfalto poi se non fosse per la matematica dovrei dire 100%, però la somma eccederebbe.

Da tempo mi chiedevo perché Michelin non attingesse alla tecnologia della gamma Power stradale per creare una veloce e leggera gomma da gravel sportivo con predilezione per il bitume: le Adventure sono la risposta.

Scorrevolezza da gomma sportiva, comfort elevato, gran grip in curva, ottima tenuta su asfalto umido.

Se questo permette di chiarire il pubblico riferimento, ossia quello dei ciclisti più votati alla strada, con gravel (o endurance, c’è anche la 700×30 a catalogo…) di chiara estrazione sportiva e che non disdegnano le strade bianche e la possibilità di alzare un altro poco l’asticella delle difficoltà, non risponde ancora al dubbio iniziale, ossia cosa preferire.

Potrei cavarmela con un salomonico “esigenze personali” ma non sarebbe corretto.

Di sicuro la 700×36 (e ci aggiungo anche la 700×30) possono valicare il recinto gravel e interessare i ciclisti che pedalano su endurance stradali, il confine tra i due mondi si fa sempre più labile. Penso a una bici come la Trek Domane che ho recensito, a suo agio sulle strade bianche e che diverrebbe assai temibile visto che le Power Adventure su asfalto perdono poco o nulla rispetto a gomme specifiche da strada.

Ma qui entra in gioco la misura perché è il telaio a imporla, molte endurance non possono superare la 700×32, solo alcune si spingono fino al 38.

Se invece il telaio non limita, ma a questo punto è per forza gravel, allora la 700×42 ha tante ragioni per farsi preferire dallo stradista.

Paga un peso superiore che si traduce in minima inerzia da vincere nei rilanci ma nell’economia complessiva di un giro in bici, lungo, il suo superiore comfort associato al migliore smorzamento permettono di risparmiare quelle energie che si rivelano utili per pedalare e non sprecate per contrastare le brutture della strada.

Sicuramente la guida sportiva stradale è più efficace con le 36, gli ingressi in curva più pronti, tutta la bici più reattiva.

Ma ormai queste gomme “larghe” hanno raggiunto tali livelli prestazionali che, almeno tra misure così vicine come in questo test, il divario prestazionale è assai ridotto.

Tanto ridotto che, come detto poco sopra, può risultare più proficuo per i pedalatori seriali rivolgersi direttamente alla misura maggiore, sicuri che quel poco che devono sacrificare in termini di peso e reattività sarà ampiamente compensato dalla prestazione globale.

In fuoristrada è vero che la 42 supera la sorellina snella, lavora a pressione minore, ha più spalla, assorbe meglio. 

Il punto è che per come sono malridotte le nostre strade, anche chi pedala moltissimo su asfalto potrà trarre beneficio da queste caratteristiche.

Allora il dubbio non è risolvibile semplicemente indicando la 36 per chi fa molto asfalto e la 42 per chi fa più off road.

Forse se avessi confrontato la 700×30 e la 700×48 sarei giunto conclusioni diverse ma sarebbe stato inutile, già vi ho detto: chi ha dubbi sulla scelta li ha su misure vicine, non agli estremi.

L’enorme progresso degli ultimi anni, tra carcasse e mescole, ha mandato in soffitta già da molti anni l’assioma gomme larghe allora lente e pesanti. Ovviamente se parliamo di pneumatici di alta gamma, come questi Michelin Power Adventure.

Quindi il nostro dubbio dobbiamo risolverlo anzitutto tenendo presente il dato tecnico, ossia il passaggio gomme della nostra bici.

Perché se passano tutte e due, allora possiamo scegliere tra il maggior comfort della 42 o la superiore sveltezza di guida della 36.

Potendo contare in ambo i casi su ottimo grip, gran velocità, eccellente scorrevolezza e comunicazione tra gomma e ciclista costante e sincera: tutto quello che server per andar forte. A parte le gambe…

Più comfort sulle 42, più leggere le 36: alla fine le differenze sono assai inferiori a quanto mi aspettavo, anche se il divario dimensionale è minimo credevo avrei avuto maggiori “spunti”, come accaduto in altri analoghi test in doppia dimensione.

Segno di un eccellente lavoro per carcassa e mescola, che sta riducendo sempre più i limiti oggettivi delle gomme larghe.

Quindi più che la sezione a seconda dei percorsi, posso concludere con un “sezione a seconda della bici”. Se è una endurance, allora sottili ché più grasse non sempre entrano; se è una gravel, sezione maggiore e via a pedalare.

Vi lascio qualche link

Michelin sezione bici

Michelin sezione Gravel

Michelin Power Adventure

Buone pedalate

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