[Test] Michelin Power Adventure Competition Line

Come sono fatte

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Come sono fatte

Da tempo tantissime aziende hanno compreso che tra una ricca confezione e una sostenibile, a costo di apparire dimessa, è preferibile la seconda.

Michelin segue una politica di sostenibilità ambientale nei suoi processi produttivi, non sfugge alla regola la confezione in cartone riciclato. Condivido.

C’è quello che serve sapere, a iniziare ovviamente da modello e misura; e se manca qualcosa, c’è questo articolo che state leggendo…

Sul retro una classificazione a stelle chiarisce la destinazione d’uso: tre stelle è il massimo, ça va sans dire, parliamo di Michelin…

Il fatto che il Gravel Grip abbia solo due stelle non significa che la pietanza è venuta male: indica la maggiore propensione al bitume.

Infine un QR che non so a cosa si riferisca perché non sono riuscito a leggerlo. Immagino rimandi alla pagina web delle Michelin Power Adventure.

Come ogni prodotto della casa del Bibendum la tecnologia abbonda, quindi vediamo prima cosa c’è dentro.

Il battistrada presenta una liscia fascia centrale a tecnologia MICHELIN Gum-X che offre una forte efficienza di rotolamento e un buon livello di aderenza. Per ogni copertoncino è prevista una diversa versione della tecnologia MICHELIN Gum-X, così da avere sempre una risposta adeguata alle prestazioni richieste dal pneumatico.

La Bead to bead shield tecnology è un rinforzo incrociato ad alta densità che protegge l’intera carcassa del pneumatico. La sommità e i fianchi sono rinforzati per fornire una massima protezione e durata.

Il TPI 3×100 è pensato per garantire robustezza su strada e fuoristrada, conferendo lunga vita allo pneumatico grazie a maggiore protezione e solidità.

Ora guardiamo l’esterno.

Le Michelin Power Adventure sono disponibili in diverse misure e due varianti cromatiche: io ovviamente ho scelto la Classic per la mia nota propensione ai copertoncini nero/para.

Sul fianco la lunga scritta che identifica modello e dimensione, con l’indicazione TLR, ossia Tubeless ready.

A seguire le indicazioni su pressione di esercizio e larghezza ETRTO del canale cerchio. Ovviamente ogni dimensione pneumatico ha la sua specifica dicitura.

Non manca la direzione di montaggio e come si può vedere ho scelto il test in doppia dimensione, anche la 36. 

Il profilo della gomma una volta montata è quello di un copertoncino chiaramente sportivo, votato alla strada come del resto è nelle intenzioni di Michelin.

La liscia zona centrale è affiancata da una moderata tassellatura, con battistrada a disegno compatto, molto ravvicinato.

Non c’è un imperioso innalzarsi dei tasselli sui fianchi, come vediamo su tante gomme da off-road, quanto un dolce curvare verso la spalla, così da ottenere un profilo omogeneo nella guida su strada.

Infatti l’azienda riporta nella sua tabella esplicativa, sempre sfruttando la valutazione a stelle, la destinazione d’uso. Che come si vede si differenzia rispetto ai Michelin Power Gravel, con maggiore vocazione fuoristradistica.

Al momento in cui scrivo la gamma Michelin Power Adventure prevede quattro misure disponibili e due varianti di colore, per un totale di sette copertoncini.

Abbiamo le 700×30, sia in versione Classic che nera; le 700×36, sia in versione Classic che nera; le 700×42 sia in versione Classic che nera; e infine le 700×48 solo in versione Classic.

Non nascondo che nella mia prima intenzione del test in doppia misura avevo scelto proprio queste ultime, anche per distanziare maggiormente dalle 36 e semplificarmi la vita. 

Ci ho ripensato, sarebbe stato troppo palese il diverso comportamento, alla fine poco utile.

No, meglio tenersi su due larghezze vicine e provare a capire sia come vanno queste gomme e sia cosa preferire, al netto della possibilità di montaggio sulla propria bici.

Quindi partiamo sui pedali.

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