[Test] Brinke Overland

Come è fatta  

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Come è fatta  

La famiglia Overland conta, al momento in cui scrivo, due versioni: Comfort, a telaio aperto e Sport, con telaio chiuso come quello della bici in prova.

Comfort
Sport

 

Cambiano poi gli allestimenti a seconda del modello ma questo è il periodo in cui le aziende approntano l’anno a venire, quindi è bene far riferimento alla pagina ufficiale, il link al solito a fine articolo.

Per ogni singola variante, sia la versione Comfort che la Sport condividono invece medesimo allestimento.

Noi qui conosciamo la Sport Di2, che ha unità Shimano E6100 (ma con la nuova batteria da 630 Wh, comune a tutte), trasmissione Nexus Di2 a cinque velocità, forcella ammortizzata Suntour con escursione da 75mm e sgancio rapido per la ruota anteriore. 

Superfluo dire che la mia prima scelta era per la versione con Cues Di2, ma avrei dovuto attendere troppo perché fosse disponibile un sample test e io volevo lavorare su questa bici in agosto, sfruttando la mia permanenza al campo base estivo; che significa percorsi e situazioni perfette per conoscere a fondo la bici.

Ma almeno ho potuto rispettare il parametro della trasmissione Di2, per me necessaria anche per ulteriori articoli di approfondimento sulle sue tecnologie declinate in versione pedalata assistita.

Bene, terminata la premessa, vediamo in dettaglio.

La Brinke Overland si presenta da subito ben dimensionata, sia per il corposo telaio in alluminio che per l’effetto scenico delle gomme 27,5 per 2,2″ di sezione.

Il tubo orizzontale ha un andamento complesso, di chiara ispirazione fuoristradistica, con tubazione trapezoidale di generosa sezione; molto bella la modanatura che lo percorre per tutta la lunghezza.

Un ulteriore tubo crea una triangolazione di irrigidimento, badando molto alla sostanza.

L’obliquo è squadrato, soluzione necessaria anche ad alloggiare la batteria. Qui, in questa immagine, risalta meglio la modanatura cui ho sopra accennato.

Il piantone ha classica sezione tonda, con curvatura finale, altra soluzione chiaramente off-road. In basso notiamo anche lo sportellino che cela la presa di ricarica.

Eccolo in dettaglio, oltre lo sportellino in gomma c’è una ulteriore protezione a coprire la presa.

Come detto, l’obliquo deve la sua sezione al fatto che alloggi la batteria; qui lo vediamo senza il portaborraccia montato, risalta il profilo piatto. Che però non permette di collocare anche l’attacco per una pompa da viaggio.

Un piccolo oblò, sul quale avrei visto bene un tappo in gomma data la vocazione tutto terreno della Overland, ospita la serratura di sblocco del vano batteria, che è quindi removibile.

Infatti sotto abbiamo una paratia in nylon da aprire per poter accedere alla lunga batteria Shimano Bt-E806 da 630 Wh.

Fedele al motto big is better, anche il tubo sterzo, che ricordo è una delle zone del telaio maggiormente sollecitate, si presenta generoso e tormentato da linee e modanature che ne impreziosiscono la linea, oltre a svolgere la fondamentale funzione di irrigidimento.

Due aperture sono destinate ad accogliere i cavi, ma qui sono liberi perché la Overland in prova monta una trasmissione Shimano Nexus Di2.

Sempre viste le ottime doti di fuoristradista, pure qui due tappi in gomma sarebbero stati utili. Non tanto per lo sporco quanto per i lavaggi.

Il carro ha forma classica, coi foderi superiori che fanno linea unica con l’orizzontale e quelli bassi appena curvati, una soluzione pensata per offrire migliore risposta alla pedalata sacrificando una virgola di comfort rispetto al solito disegno a S che vediamo su tante bici da trekking.

Che poi io continuo a definirla trekking ma vi anticipo che è classificazione che va stretta a questa Overland. Vabbè, ne parleremo più avanti.

Torniamo al telaio, che offre la furba soluzioni dei forcellini, tutti e due, avvitati al telaio. Piastre imbullonate da ambo i lati, a sinistra supporta anche la pinza freno. Una valida soluzione perché consente diversi allestimenti su medesimo telaio.

La forcella installata sulla Overland in prova la fornisce Suntour, è il modello NEX e25 NLO con escursione di 75mm e aggancio ruota a QR.

Regolabile nel precarico (bisogna sollevare il coperchio posto a sinistra sulla testa forcella) e bloccabile con la classica levetta.

A frenare la Brinke Overland provvede un impianto idraulico a disco Mt 200 (uno dei migliori impianti per rapporto qualità/prezzo a mio giudizio), con pinze PM che mordono rotori da 180.

Anche il supporto pinza è imbullonato al telaio, quindi è bene eseguire il periodico controllo dei serraggi. Come andrebbe fatto su ogni bici ma già so che lo dimenticate…

Leve in versione tre dita.

A far rotolare la Overland provvedono due ruote assemblate su cerchi (per camera) Mach1 Trucky 27,5” a canale interno 30mm; l’anteriore ha mozzo Shimano HB-M3050, dietro è montato, in questa versione, il Nexus 5 Di2.

Come si vede in foto, la gommatura è da Mtb piuttosto che ibrida; un set di Rapid Rob di Schwalbe.

Tornando nella parte alta spicca il largo manubrio dal rise moderato, piuttosto affollato.

Comode e morbide la manopole ergonomiche.

L’attacco è del tipo regolabile, con innesto sulla forcella che solleva il manubrio, facendo apparire la Overland ancor più alta di quanto sia in realtà.

Ma è scelta tecnica che condivido vista la tipologia di bici; e la regolazione dell’inclinazione è molto semplice, una sola brugola.

Non sono sicuro che questo sia il reggisella di serie (capita con le bici in prova che qualcosa non sia corrispondente alla scheda), comunque è un 31,6 a sezione tonda, quindi nessuna difficoltà per chi volesse sostituirlo con uno ammortizzato.

Il dubbio sul reggisella mi è venuto perché la sella con cui mi è arrivata la bici non è quella indicata: ma vi assicuro che questa Bassano 3Zone si è rivelata comodissima, ho pedalato molto senza fondello e ha superato l’esame.

Proseguo con la dotazione di serie, che prevede un validissimo set di luci alimentate direttamente dalla batteria della bici.

Visto che la forcella prevede l’attacco per il faro, io valuterei di spostare lì la luce anteriore, anche per togliere “roba” dal manubrio. Vabbè, ma io sapete amo le pieghe spoglie.

Continua la ricca dotazione di serie un set di robusti parafanghi, un portapacchi Pletscher Wersa da 25kg di portata e il cavalletto regolabile (robustissimo) infulcrato al fodero basso. Sembrerà futile dettaglio, ma io lo preferisco al cavalletto in classica posizione centrale perché non intralcia coi pedali spostando la bici per riporla. Non dimentichiamo che parliamo di una e-bike, non la specialissima dai 6kg che sollevi a una mano e appendi al soffitto…

I pedali di serie sono flat in alluminio con pin stondati; pure troppo per me…

Non rovinano la suola delle scarpe civili ma per pedalare a lungo o in fuoristrada meglio usare pedali con attacco.

Bene, abbiamo visto la ciclistica, ora puntiamo lo sguardo sul comparto trasmissione e unità per la pedalata assistita.

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