[Anteprima test] Shimano GRX 1x12v

Anteprima test

Tempo di lettura: 8 minuti

Anteprima test

Test breve, seppure siano stati giorni intensi; quello che mi è mancato è stato non poter fare affidamento sui miei punti fermi, i miei riferimenti. Ma vi assicuro che è stato comunque uno spasso.

Le note che seguono riguardano solo la versione con monocorona da 40 e cassetta 10-45. Comandi serie 820.

Pochi giri di pedale per familiarizzare con la scala rapporti e trovi una cassetta pignoni ben studiata, senza salti troppo accentuati e con una bella rotondità di pedalata quando si sceglie di impegnare la parte bassa. Merito di uno sviluppo metrico che è stato voluto ad ampio spettro, che non significa mai accontentare tutti (se mai fosse possibile far contenti i ciclisti…) ma scontentarne il meno possibile. E qui posso dire che con questa 10-45 gli scontenti saranno pochi.

Anche nei passaggi più ostici, quando mi è servita la massima agilità, ne ho trovata quanto bastava e con una buona gradualità che mi ha permesso di salire via via di pignone senza trovarmi mai nella fastidiosa sensazione di “pedalata a vuoto” che, viste le condizioni del test, avrebbe pericolosamente inficiato il controllo della bici.

Confesso di non essere particolarmente curioso di provare la configurazione 10-51; ma ammetto che in più di una occasione non avrei disdegnato averlo…

Per salvare la gamba è vero; ma quando mi sono trovato a pedalare su terreni da Mtb effettivamente avere quel plus di agilità sarebbe servito. O forse sarebbe servito avere una corona più piccina. O più semplicemente: sono riuscito con una gravel a fare quello che a volte una front non basta e quindi di che mi lamento?

La rigidità della guarnitura, tipica della tecnologia Shimano, trasmette chiara l’energia della pedalata e nei passaggi più tecnici si fa apprezzare per l’ulteriore controllo offerto nella guida, almeno per chi come me è solito tendere a caricare molto sui pedali.

Ma qui il discorso è più complesso e servirebbe un test, non queste poche righe, perché poi dovrei parlarvi del tutt’uno dai piedi alla ruota. Si, perché tra scarpe Shimano RX8 che ho usato per la prima volta in questa occasione (arriverà test), pedali Deore XT, guarnitura e via via fino al mozzo posteriore hai l’integrazione completa nel gesto della pedalata.

Che si traduce in una tale naturalezza da passare inosservata, come se dovesse essere sempre così e così è sempre stato.

La cambiata è risultata sempre fluida, precisa, rapida e notevolmente efficace sotto sforzo.

Non ho notizia di modifiche al sistema Shadow RX+, ma, oltre ad essersi rivelato fondamentale per evitare salti di catena (a chi ha ricordato di inserirlo…) nei toboga apparsi all’improvviso lungo il percorso, non ha inciso in alcun modo su velocità e fluidità di cambiata.

credit MirrorArt

Sicuramente è più a punto di quello che al momento uso sul GRX 10v montato sulla mia Trek Checkpoint adibita ai test, ma forse qui gioca l’usura e lo stress a cui sottopongo bici e trasmissione da qualche anno. 

Ed è proprio sotto sforzo (volendo tacere delle cambiate fuori tempo del vostro scribacchino…) che avverti un deciso miglioramento rispetto alla generazione GRX 11v, che già era ottima.

Posso dire che si avvicina assai più al mondo della Mtb che della strada, prendendo il meglio dei due ma, almeno in questa versione 1×12, con un plus per l’off road spinto. Non con riferimento alla gamma rapporti ma alla capacità di lavorare sotto sforzo. Superfluo aggiungere che invece per quanto riguardo lo sviluppo metrico la predilezione per il fuori strada è evidente in configurazione 10-51, sempre però al netto di una corona più grande di quella che abbiamo sulle Mtb.

Modificata anche l’ergonomia, già eccellente, delle leve. Riprendono soluzioni mutuate dal Di2 11v, conservano intatte le migliori caratteristiche tecniche, la superfice di presa quando guidiamo in presa bassa (e piega con flare, ovviamente) è superiore, l’incavo della zona alta accoglie meglio le dita permettendo un preciso controllo su strada ma soprattutto in fuoristrada pedalando in presa sui comandi mantieni un controllo eccellente.

credit MirrorArt

Gli ammortizzatori o copricomandi che dir si voglia modificano la texture che ora ricorda molto quelle presente sui comandi Di2 11v; la mia presa di contatto col meccanico 11v è di qualche anno fa e molto breve, quindi non posso fornirvi un giudizio certo sul miglioramento, nel senso che non riesco a quantificarlo. Mi basta accorgermi che così è perfetto.

Rilevo un efficace disegno per garantire minor pressione all’interno delle mani, con queste che poggiano naturalmente lungo i fianchi carezzando la parte superiore ma mantenendo al contempo salda presa. Molte discese, anche tecniche, le ho pedalate proprio in presa sui comandi.

La frenata, malgrado un rodaggio frettoloso e pure sbagliato, ha mostrato buona potenza e rassicurante modulabilità: ma quando realizzi che un tuffo nel blu del Mediterraneo da un costone a 180 metri di altezza non è la tua idea di bagno rinfrescante, strizzi le leve e chissenefrega se poi si scaldano troppo.

Però malgrado il rodaggio oggettivamente sbagliato, l’efficacia è stata di ottimo livello e netto il contributo del Servo Wave che, su un tracciato tecnico come quello del primo giorno, si è rivelato provvidenziale.

I rotori sono stati stressati senza troppo riguardo, è probabile abbiano subito malformazioni durante l’uso ma mai è comparso un rumore. Solo durante il Grinduro, cioè proprio durante la gara, dopo una discesa a tutta su terreno sassoso è comparso il famigerato zing zing. Una ricentrata alla pinza al volo e tutto è rientrato. Credo le enormi vibrazioni e i tanti colpi abbiano allentato le viti, ma ci sta.

Questo in sintesi il comportamento dei singoli componenti ma la trasmissione è sempre l’insieme, un microcosmo che deve lavorare in simbiosi per ottenere il risultato finale.

E qui, malgrado il poco a tempo a disposizione, poco per i miei standard, ho capito meglio alcune cose.

Che per me è una mezza rivoluzione, sia il fatto che abbia capito qualcosa e sia che abbia (parzialmente) modificato il mio giudizio sul monocorona. Che sapete non disdegno ma non lo ritengo la soluzione universale. A maggior ragione nel gravel, dove nulla è definitivo.

Per questo mi riservo un paragrafo per alcune considerazioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Meno di due anni fa, passando di pancia a una bici gravel con Grx 2×10 (dopo il tuo articolo) e coperture da 45mm FINALMENTE sono stato in grado di usare a lungo una bici con il drop bar dopo anni di sofferte prove. Col Grx 2×10 (provengo da 20 anni di Mtb in varie configurazioni fino al 1×11) mi è sembrato di atterrare su un pianeta nuovo: sempre il rapporto adatto per le mie capacità anche perché, oltre certe pendenze, camminare è una opzione non disonorevole per me, anzi.
    Ora con questo allargamento della gamma dei rapporti, con la qualità relativa, sarà uno spettacolo sicuramente.
    P.s. Del 2×10 ho anche apprezzato molto anche l’economicità dei ricambi, pp e corone, che proprio schifo non mi ha fatto!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ottimo, sono contento. A me piace quando testo qualcosa che vi aiuta realmente a essere felici sui pedali. Qui, col nuovo grx, si è visto la presa di contatto è stata breve, ma spero di riuscire a organizzare un test approfondito perché sono convinto mi siano sfuggite molte cose. Difficile fuori dai miei percorsi e con così poco tempo a disposizione, però se qualcosa era malfatto sarebbe comunque emerso, i percorsi fatti sono stati tosti. Sia i miei che quelli fatti da Antonello durante il grinduro, di cui dovreste leggere a inizio settimana.

      Fabio

  • <cite class="fn">claudio</cite>

    Ho letto con attenzione l’articolo. Secondo te potrebbe essere usato nella combinazione 42-10/45 anche come gruppo per cicloturismo su bdc e bici da tracking? Io sulla BDC in pianura non vado oltre il 50/13-14 per cui il il 42/10 avrebbe uno sviluppo maggiore, il 50/11 lo uso praticamente solo nelle discese diritte… Faccio questa domanda perchè mia moglie come molte altre persone che conosco non riesce ad entrare nella logica di utilizzo di una doppia e allora con una monocorona si risolverebbero i problemi alla radice.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Claudio, il discorso rapporti è sempre molto personale e influenzato da mille fattori, per questo dico sempre che le aziende non puntano a far contenti tutti ma a scontentarne il meno possibile.
      Ho usato questo GRX sulla Wilier Adlar, bici pensata anche per il turismo, e ho trovato una buona progressione rapporti ma anche difficoltà nelle salite in off road più dure, al 14-15% dove avrei gradito la versione col 10/51.
      Però a parte che c’è sia la corona da 40 che quella da 38 (GRX 600), moltissimo dipende proprio dall’assetto della bici (quanto carico?) e dai percorsi (che tipo di turismo?).
      Insomma, senza sapere che tipo di cicloturismo è impossibile darti certezze.
      Ma sulla base della mia esperienza con questi gruppi GRX, in ambito turistico io continuo a ritenere validissima l’opzione GRX 400 con doppia 46/30 e pacco pignoni 11-36. Alla fine si impara, costa poco, dura una vita e hai agilità col bagaglio.

      Fabio

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