[Anteprima test] Shimano GRX 1x12v

Come è fatto

Tempo di lettura: 8 minuti

Come è fatto

Il passaggio alle 12 velocità si è tradotto in una nuova famiglia che presenta novità e molti affinamenti, senza rinunciare a quanto di buono già abbiamo conosciuto con le versioni precedenti. Al momento tutta ad attuazione meccanica, per il Di2 c’è da attendere. Non so quanto, ma ci è stato confermato arriverà.

Tre le configurazioni “base”, due con monocorona e una con la doppia; senza dimenticare alcune varianti economicamente più accessibili, per esempio nella scelta dei comandi.

credit MirrorArt
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Inizio con la protagonista di questo test, monocorona da 11-45 definita da Shimano Unbeatable e confermo, non è uno slogan.

Due possibili dentature per la corona, a scelta tra 40 e 42; dietro un pacco pignoni 10-45.

Il cambio in questo caso è a gabbia “medio lunga”, differenziandosi da quello per la versione Unstoppable, che non ho provato ma che, se le premesse sono quelle della versioni usata, mi sento di pronosticare che anche qui non abbiamo un semplice slogan.

credit MirrorArt
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Doppia scelta per le corone, pacco pignoni 10-51 gestito da un differente cambio a gabbia lunga. Visto quanto sono riuscito a fare con la configurazione monocorona da 40 e cassetta 10-45, immagino che con questa mi sarei evitato alcune figuracce in salita…

Come si intuisce, sono configurazioni che pescano a piene mani dal mondo Mtb, anche perché le cassette sono proprio quelle. Non esiste una serie pacco pignoni griffata GRX, anche per la doppia è così, e mi sembra scelta saggia, sulla via di quella sempre maggiore integrazione che Shimano ha abbracciato da qualche tempo.

Quello che non si intuisce è una furba soluzione che Shimano ha previsto per limitare i costi al ciclista: le gabbie dei due cambi, quella medio-lunga e la lunga, sono intercambiabili, una semplice vite e il gioco è fatto

Ora non posso dirvi quanto effettivamente si risparmia acquistando la sola gabbia ma resta comunque una valida opzione.

Ultima configurazione quella a doppia corona, che riprende sia la combinazione 48/31 che quella 46/30, come nella serie a 11v.

In questo caso abbiamo la possibilità di installare cassette pignoni 11-34 o 11-36, prelevate direttamente dalla serie stradali.

Non è venuta meno in questa nuova versione l’intelligente soluzione della linea catena maggiorata, che permette l’installazione di gomme panciute perché il deragliatore è più esterno, semplificando. 

E su tutti i cambi non manca la tecnologia Shadow RD+, di cui vi ha parlato in abbondanza in precedenti articoli e anche mostrato come eseguirne la manutenzione. La levetta è posta in basso, facilmente azionabile.

Lo sviluppo metrico dice molto anche se non dice tutto, perché poi serve sempre avere i piedi sui pedali per “sentire” come spinge la bici, comunque vi propongo uno schema che sintetizza.

Questo sulla base delle configurazioni raccomandate. Durante la presentazione non sono mancate domande sul perché sia assente una configurazione pignoni col 10 per la versione a doppia corona, assente tra l’altro anche nelle famiglie stradali della casa giapponese. Sintetizzo la risposta, resa (forse) più chiara dallo schema sopra. 

I tecnici Shimano ritengono che un pignone da 10 denti non garantisce prestazioni ottimali a causa dei maggiori attriti, oltre alla necessità, aggiungo io ma è solo un mio pensiero, creare difficoltà con il corpetto ruota libera che a questo punto dovrebbe essere riprogettato per tutta la gamma strada, ottenendo qualcosa di simile al Micro Spline, altrimenti come avviti il tutto?

Vediamo sopra poi che un 48-11 ha un gear ratio di 4,36 e risulta quindi più lungo di un 42-10, cioè il rapporto più veloce disponibile col monocorona (anche se sul punto la scheda tecnica riporta 45T come pignone max/min e non 42 come indicato nel Media Camp ma io opto per una disattenzione del sito). Se consideriamo che il 52-12 stradale ha gear ratio di 4,33 allora viene naturale indirizzare la configurazione a doppia corona verso chi predilige percorsi veloci e asfalto, indirizzando i gravellisti maggiormente amanti del fuoristrada verso le soluzioni col monocorona.

Che poi, detto tra noi, vi anticipo qui perché lo leggerete nell’articolo dedicato alla Wilier Adlar, col monocorona e una bici dalla direzionalità perfetta mi sono lasciato dietro non poche bici sportive su asfalto, per non dire in discesa. Vabbè, ne parleremo una altra volta.

Andiamo avanti.

Nell’immagine in basso lo schema, ma prestate attenzione anche al corpetto ruota libera.

Due standard, il Micro Spline rivolto alle versioni monocorona che adottano cassette da Mtb, e questo significa accedere al vasto mondo delle ruote dedicate all’off road puro. Il nuovo standard HG L2 per le cassette dedicate alla doppia (quello del Dura Ace per capirci), che quindi partono dall’11. Ma non dimentichiamo che ci sono anche cassette 12v ad ingaggio HG, quindi non serve cambiare ruote per forza.

Sempre in comune a tutte le versioni la nuova foggia di leve e copricomandi.

Aumenta la presa, migliora l’appoggio, si innalzano sicurezza e controllo nella guida in fuoristrada e sempre con un disegno ottimizzato per i manubri dal flare pronunciato, come è ormai standard nel mondo gravel.

Inoltre ricordo che nel caso del monocorona, esiste una leva sinistra dedicata a governare un reggisella telescopico; ma non manca una leva “nuda” per chi non avesse questa esigenza.

Nulla è stato trascurato, quindi anche i freni hanno beneficiato delle innovazioni introdotte nel mondo stradale. Le pinza hanno standard di montaggio Flat Mount e spostano la vite di spurgo per rendere più semplice questa operazione, come quelle stradali di nuova generazione.

Qui di seguito le pinze a confronto.

E soprattutto introducono la soluzione del maggior spazio tra le pastiglie, quel 10% in più che elimina possibili rumori molesti; e considerando il maggior stress termico della guida in fuoristrada, quindi maggiore possibilità di avere leggere deformazioni del rotore, direi che è benvenuto questo spazio in più.

Ed ecco un prospetto di sintesi sulle compatibilità/configurazioni.

Per chi volesse rinunciare a qualche raffinatezza, per esempio il Servo Wave, e a materiali meno pregiati risparmiando qualcosa al momento dell’acquisto, è prevista anche la serie 610, come già visto con il GRX a 11v.

Propongo anche qui un prospetto di sintesi, ma vi anticipo che appena avrò chiuso con i vari test in lavorazione mi dedicherò a un articolo su tutte le configurazioni possibili, così come feci all’epoca dell’uscita del GRX a 10 e 11v.

Lo sviluppo metrico ci indica alcune differenze, dovute essenzialmente a una diversa scelte di corone.

Infatti, come possiamo vedere dalla tabella in basso, la doppia non prevede la combinazione 48/31, il mono perde la 42 ma guadagna la 38. E quest’ultima soluzione potrebbe accentuare ancor più la vocazione off road ma anche quella turistica, alla fine parliamo di una manciata di grammi tra spider 810 e 610. Anche se a me a occhio gli spider sembrano gli stessi come “misure”, quindi le corone dovrebbero montare uguale. Ma il dubbio lo risolverò nell’approfondimento che vi ho annunciato, datemi tempo che sono sommerso…

Per il resto le rinunce optando per il 610 sono minime, anche se c’è poi da capire quale sarà il divario di prezzo; però io il Servo Wave lo preferisco…

Infine due note per le nuove ruote RX880, che però ho avuto solo tra le mani senza poterle farle girare con me.

credit MirrorArt

Al di là dell’abbigliamento poco professionale (faceva tanto caldo, da lì a poco saremmo usciti, mi sono messo comodo finché ho potuto…), ho cercato almeno nei fatti di giustificare la mia presenza.

Posso dirvi che la finitura del cerchio in carbonio è perfetta, i mozzi scorrono tra le dita con quella rotazione vellutata tipica dell’alta gamma Shimano, il canale maggiorato con uncino (quindi non Hookless, che dopo un primo momento di fulgore sembra stia recedendo tra le grazie dei produttori), adatto a gomme di sezione tra 32 e 50, la raggiatura J-bend a 24 raggi non appare sottodimensionata, il peso sotto i 1400g, tutto indica la ricerca (anche) della necessaria robustezza pur restando nella parte bassa della bilancia per questa tipologia di ruote che hanno altezza di 32mm, un buon compromesso tra strada e fuoristrada. Doppia scelta per il corpetto ruota libera, che può essere Micro Spline o HG L2.

Ma la vera novità, a mia memoria è la prima volta nella storia dei mozzi della casa giapponese, è il fatto che il corpetto sia sostituibile senza attrezzi. Tecnologia che ovviamente ha il suo nome specifico, in questo caso è Direct Engagement. Insomma, forse banale ma non è che puoi fare letteratura…

Certo, un minimo di “grazia” serve, altrimenti volan via molle e ingranaggi. Ma ho avuto la fortuna di farmi mostrare dai meccanici Shimano la procedura, se mai avrò le ruote tra le mani sicuramente creerò un video articolo dedicato.

Se avessi avuto quella mezz’ora in più lo avrei fatto al momento ma dovevo prepararmi e far preparare la bici. E il giorno dopo mi sono completamente dimenticato, preso com’ero da mille altre cose da fare. Ho realizzato quanto fossi stato sbadato solo sulla via del ritorno. Mi spiace.

Bene, per quanto sia solo una anteprima, spero di non aver tralasciato nulla..

Però adesso è il momento di pedalare.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Meno di due anni fa, passando di pancia a una bici gravel con Grx 2×10 (dopo il tuo articolo) e coperture da 45mm FINALMENTE sono stato in grado di usare a lungo una bici con il drop bar dopo anni di sofferte prove. Col Grx 2×10 (provengo da 20 anni di Mtb in varie configurazioni fino al 1×11) mi è sembrato di atterrare su un pianeta nuovo: sempre il rapporto adatto per le mie capacità anche perché, oltre certe pendenze, camminare è una opzione non disonorevole per me, anzi.
    Ora con questo allargamento della gamma dei rapporti, con la qualità relativa, sarà uno spettacolo sicuramente.
    P.s. Del 2×10 ho anche apprezzato molto anche l’economicità dei ricambi, pp e corone, che proprio schifo non mi ha fatto!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ottimo, sono contento. A me piace quando testo qualcosa che vi aiuta realmente a essere felici sui pedali. Qui, col nuovo grx, si è visto la presa di contatto è stata breve, ma spero di riuscire a organizzare un test approfondito perché sono convinto mi siano sfuggite molte cose. Difficile fuori dai miei percorsi e con così poco tempo a disposizione, però se qualcosa era malfatto sarebbe comunque emerso, i percorsi fatti sono stati tosti. Sia i miei che quelli fatti da Antonello durante il grinduro, di cui dovreste leggere a inizio settimana.

      Fabio

  • <cite class="fn">claudio</cite>

    Ho letto con attenzione l’articolo. Secondo te potrebbe essere usato nella combinazione 42-10/45 anche come gruppo per cicloturismo su bdc e bici da tracking? Io sulla BDC in pianura non vado oltre il 50/13-14 per cui il il 42/10 avrebbe uno sviluppo maggiore, il 50/11 lo uso praticamente solo nelle discese diritte… Faccio questa domanda perchè mia moglie come molte altre persone che conosco non riesce ad entrare nella logica di utilizzo di una doppia e allora con una monocorona si risolverebbero i problemi alla radice.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Claudio, il discorso rapporti è sempre molto personale e influenzato da mille fattori, per questo dico sempre che le aziende non puntano a far contenti tutti ma a scontentarne il meno possibile.
      Ho usato questo GRX sulla Wilier Adlar, bici pensata anche per il turismo, e ho trovato una buona progressione rapporti ma anche difficoltà nelle salite in off road più dure, al 14-15% dove avrei gradito la versione col 10/51.
      Però a parte che c’è sia la corona da 40 che quella da 38 (GRX 600), moltissimo dipende proprio dall’assetto della bici (quanto carico?) e dai percorsi (che tipo di turismo?).
      Insomma, senza sapere che tipo di cicloturismo è impossibile darti certezze.
      Ma sulla base della mia esperienza con questi gruppi GRX, in ambito turistico io continuo a ritenere validissima l’opzione GRX 400 con doppia 46/30 e pacco pignoni 11-36. Alla fine si impara, costa poco, dura una vita e hai agilità col bagaglio.

      Fabio

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