[Anteprima test] Shimano GRX 1x12v

Considerazioni finali

Tempo di lettura: 8 minuti

Considerazioni finali

Ho pedalato con questo GRX 1x12v in occasione della due giorni di presentazione alla stampa che è avvenuta in quelli immediatamente precedenti al Grinduro, con base a Punta Ala. E poi in quelli successivi, sia sul percorso del Grinduro che sulle strade della zona.

Il primo giorno abbiamo tutti i presenti pedalato su un track rognoso, non semplicissimo, che ha scatenato molte discussioni e da quei pensieri ho ricavato anche un articolo.

Ed è vero che il percorso usato era perfetto per esaltare proprio questa configurazione 1×12 col 45 finale e corona da 40 che Shimano ha definito Unbeatable (e non posso dargli torto dopo averlo usato) ma io non mi sono lasciato sfuggire una mattina prima e un pomeriggio poi teoricamente liberi (e con una spiaggia invitante in zona paddock non è stato proprio facile…) per uscire cercando strade che potessero aiutarmi a decifrare meglio la gamma rapporti. Oltre poi ai giorni del Grinduro, quindi alla fine i chilometri ci sono stati seppure mi siano mancati tutti i punti di riferimento a cui fatico a rinunciare in un test per avere un quadro completo.

Aggiungiamo che la trasmissione GRX faceva bella mostra di sé sulla nuova Wilier Adlar, bici che sulle prima mi ha lasciato perplesso ma che poi nel corso dei chilometri si è rivelata fedele compagna e, non lo nascondo, capace di rimediare a più di un mio errore di guida, e quindi per forze le note sul comportamento sono state sintetiche.

Ma anche se sono uno che nei test punta molto sull’approfondimento, sulle verifiche, sui controlli certosini, l’aver lavorato fuori dai miei schemi mi ha permesso anche di aprire la mente ad altre valutazioni. E questo è stato sicuramente un bene per me, spero non annoiarvi troppo.

Come ho detto all’inizio, l’arrivo del 12esimo pignone rischia di offuscare le altre novità tecniche; ora aggiungo che rischia di far passare in secondo piano quelle più filosofiche.

La mia sul gravel l’ho detta, giusta o sbagliata che sia ed è inutile che ci torni su. Però resta il fatto che definirlo, incasellarlo, è impossibile oltre che inutile.

Perché nel momento in cui lo definisci per forza di cose lo limiti, lo chiudi in un recinto che diventa via via più difficile scavalcare. 

E da qui a cascata possono derivare scelte tecniche che imbrigliano la creatività, nostra e di chi progetta bici e componenti.

Se, per fare un esempio che oltretutto semplifica forse all’eccesso, decidiamo che il gravel deve essere per lo più off road tecnico, con percorsi e difficoltà che in tanti affrontano solo con mtb front, ecco che telai, ruote, componenti e trasmissioni finiscono con l’essere ottimizzati per quell’uso.

credit MirrorArt

Ma il gravel è di più, è tutto quello che ci passa per la testa, è la libertà sui pedali e sarebbe un controsenso imbrigliarlo con soluzioni tecniche uniche. Perderebbe il suo fascino per divenire solo una della tante opzioni specialistiche.

Per questo resto convinto che Shimano abbia fatto bene ad offrire due soluzioni con monocorona ma sono felicissimo continui a credere nella doppia. E non rinuncerà al Di2, che è ben più della semplice attuazione elettrica. E’ il software, la tecnologia di cambiata, non dimentichiamolo.

Il nocciolo della questione non è che debba esserci qualcuno a dirci cosa è gravel e cosa serve per “pedalare gravel”: deve esserci chi ci propone un ventaglio di scelte in modo che ognuno di noi possa prendere ciò che preferisce.

E in questo ventaglio di scelte devono esserci soluzioni tecniche capaci di rendere più facile e felice la nostra vita sui pedali.

credit MirrorArt

Già con l’uscita della prima famiglia GRX, quella a 10 e 11v, tutti si sono soffermati sulle dentature delle corone, qualcuno ha ricordato il deragliatore capace di gestire i 17T di differenza, pochissimi hanno posto l’attenzione sulla linea catena maggiorata di 2,5mm, che ha significato uno spostamento verso l’esterno della gabbia e di conseguenza poter montare gomme di maggior sezione senza pericolosi impatti.

Son pochi? Forse, ma sta di fatto che io grazie a questa soluzione ho potuto montare gomme da 50 anche su telai che prevedono al massimo i 45 e chiudere i test senza dovermi procurare un differente telaio.

Soluzione, questa dell’offset maggiorato, ovviamente ripresa anche nel nuovo GRX 2x12v.

Pensare che la famiglia GRX, dalla sua comparsa e non solo con questa evoluzione, sia semplicemente una variazione della gamma rapporti è un errore. Lo dimostrano gli attenti studi sull’ergonomia delle leve, le geometrie dei cambi dedicati al monocorona, la furba soluzione delle gabbie intercambiabili e tanto altro.

Un punto di incontro tra strada e fuoristrada dove però non si è scelto di prendere il meglio di ognuno e basta: si è preso il meglio e nella fusione lo si è ottimizzato per noi.

Te ne accorgi dal fatto che…non te ne accorgi.

Ecco, è proprio la naturalezza, il feeling che subito si instaura, il fatto che già alla prima pedalata trovi in ogni momento quello che in quel momento ti serve.

Mi sto intrecciando con le parole ma credetemi, non è facile per me descrivere quello che ho provato negli intensi giorni passati a Punta Ala, senza il conforto dei miei percorsi abituali.

Però se io, che non sono certo un fulmine né un biker di comprovata esperienza, già dopo poche centinaia di metri pedalavo col GRX come se ci avessi sempre pedalato, cambiando senza riflettere e trovando sempre quello che mi serviva, controllando una bici per me tutta nuova e sulla quale mi sarebbe servito un attacco 2cm più corto in assoluta sicurezza perché quei comandi sembravano anticipare i miei voleri, se malgrado un rodaggio sbagliato dei freni mai ho avuto reale timore di finire dabbasso, allora vuol dire che la sostanza c’è.

Questo definire gravel, appiccicare l’etichetta gravel su tutto non è marketing come leggo spesso sui social. Forse prodotti che se ne fregiano senza merito ce ne sono.

Ma sicuramente non è il caso di questo nuovo GRX, dove ogni dettaglio è pensato e collaudato.

Con il plus della scelta, senza l’assurda imposizione del monocorona a tutti i costi, come se avere una sola corona lì davanti fosse la certificazione della nobiltà gravel.

Ora uno dirà: ok, ma io faccio gravel pure col 105, giusto per restare in casa giapponese.

Bravo! Io durante il test del Tiagra 4700 ho usato la Trek Checkpoint e ci ho fatto gravel. 

Col GRX mi sono trovato meglio ma questo non significa non l’abbia fatto anche con una trasmissione stradale. L’ho fatto, ma non ho potuto contare su tutte le soluzioni del GRX che me lo hanno reso assai più godibile. E poi io alla fine sono uno che pedala con quello che ha, che dirlo non sta bene ma tant’è, io sono e resto un appassionato. Curioso, però.

Ed ecco allora che torno al punto centrale: se gravel è libertà, se libertà significa anche pedalare come meglio crediamo, allora facciamolo con quello che vogliamo. L’importante è avere sempre possibilità di scelta e se sul tappeto troviamo una trasmissione come questa Shimano GRX, allora ben venga.

Perché possiamo pedalare con tutto: farlo con componenti così ben studiati significa divertirci di più. E goderci il meritato riposo.

Qualche link

Bike Shimano

Famiglia GRX 

Serie GRX 12V

Wilier Adlar

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Meno di due anni fa, passando di pancia a una bici gravel con Grx 2×10 (dopo il tuo articolo) e coperture da 45mm FINALMENTE sono stato in grado di usare a lungo una bici con il drop bar dopo anni di sofferte prove. Col Grx 2×10 (provengo da 20 anni di Mtb in varie configurazioni fino al 1×11) mi è sembrato di atterrare su un pianeta nuovo: sempre il rapporto adatto per le mie capacità anche perché, oltre certe pendenze, camminare è una opzione non disonorevole per me, anzi.
    Ora con questo allargamento della gamma dei rapporti, con la qualità relativa, sarà uno spettacolo sicuramente.
    P.s. Del 2×10 ho anche apprezzato molto anche l’economicità dei ricambi, pp e corone, che proprio schifo non mi ha fatto!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ottimo, sono contento. A me piace quando testo qualcosa che vi aiuta realmente a essere felici sui pedali. Qui, col nuovo grx, si è visto la presa di contatto è stata breve, ma spero di riuscire a organizzare un test approfondito perché sono convinto mi siano sfuggite molte cose. Difficile fuori dai miei percorsi e con così poco tempo a disposizione, però se qualcosa era malfatto sarebbe comunque emerso, i percorsi fatti sono stati tosti. Sia i miei che quelli fatti da Antonello durante il grinduro, di cui dovreste leggere a inizio settimana.

      Fabio

  • <cite class="fn">claudio</cite>

    Ho letto con attenzione l’articolo. Secondo te potrebbe essere usato nella combinazione 42-10/45 anche come gruppo per cicloturismo su bdc e bici da tracking? Io sulla BDC in pianura non vado oltre il 50/13-14 per cui il il 42/10 avrebbe uno sviluppo maggiore, il 50/11 lo uso praticamente solo nelle discese diritte… Faccio questa domanda perchè mia moglie come molte altre persone che conosco non riesce ad entrare nella logica di utilizzo di una doppia e allora con una monocorona si risolverebbero i problemi alla radice.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Claudio, il discorso rapporti è sempre molto personale e influenzato da mille fattori, per questo dico sempre che le aziende non puntano a far contenti tutti ma a scontentarne il meno possibile.
      Ho usato questo GRX sulla Wilier Adlar, bici pensata anche per il turismo, e ho trovato una buona progressione rapporti ma anche difficoltà nelle salite in off road più dure, al 14-15% dove avrei gradito la versione col 10/51.
      Però a parte che c’è sia la corona da 40 che quella da 38 (GRX 600), moltissimo dipende proprio dall’assetto della bici (quanto carico?) e dai percorsi (che tipo di turismo?).
      Insomma, senza sapere che tipo di cicloturismo è impossibile darti certezze.
      Ma sulla base della mia esperienza con questi gruppi GRX, in ambito turistico io continuo a ritenere validissima l’opzione GRX 400 con doppia 46/30 e pacco pignoni 11-36. Alla fine si impara, costa poco, dura una vita e hai agilità col bagaglio.

      Fabio

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