[Test] Shimano LinkGlide
Articolo a mezza via tra la recensione e la tecnica per una tecnologia proposta da Shimano: LinkGlide.
Con una traduzione maccheronica potrei dire la “catena che scivola”. Anzi, dovrei “maglia che scivola” ma poi si potrebbe fraintendere…
Il massiccio avvento delle biciclette a pedalata assistita ha imposto più di una rivoluzione.
Non sempre eclatanti, non rotolano teste ma le trasmissioni si. Perché la coppia sviluppata dai motori richiede nuove progettazioni, materiali, trattamenti.
C’è enorme fermento tecnico intorno alle e-bike, mondo che vi ho ripetuto di recente non è proprio il mio.
Non perché gli sia sfavorevole, assolutamente; è che lo conosco ancora troppo poco, sto studiando, provando, cercando di capire e ogni giorno è per me una scoperta.
Forse è proprio questo che me le rende simpatiche le biciclettine col motore, mi piace da appassionato conoscere, capire. Sul primo punto ce la metto tutta, sul secondo ho i miei limiti ma mi impegno. Credo.
Non ho la stessa padronanza, passatemi la presunzione, del mondo delle bici classiche ché definirle muscolari proprio non mi riesce.
Ogni test, articolo tecnico, pedalata mia in privato mi permette di aggiungere un tassello, soddisfare la mia naturale curiosità. Perché se credi di sapere già tutto e nulla più ti attira, allora hai smesso di crescere.
Ho atteso a lungo prima di scrivere questa recensione, non per mia malavoglia: semplicemente non ne capivo abbastanza. Mi serviva prima svezzarmi con qualche e-bike, poi provare a decifrare questa tecnologia LinkGlide.
Perché su bici classiche eccelle, ma col motore?
E poi serviva essere certi di un altro aspetto: la tecnologia LinkGlide promette una durata superiore, addirittura tre volte tanto.
Così ho passato mesi a misurare periodicamente lo stato di usura di catena e pignoni.
Dopo molti chilometri percorsi, ho pulito il tutto e scattato qualche foto: sembrano appena usciti dalla confezione.
Mi rendo conto che così facendo arrivo tardi, la tecnologia LinkGlide è stata presentata da tempo e da tempo è sfruttata da molti costruttori di e-bike.
Mai avuto fretta di pubblicare, meglio arrivare dopo ma con qualche informazione utile che subito con poco da dire.
Infatti cose da dire ci sono, quindi avremo una impaginazione insolita, come detto in apertura a metà tra recensione e tecnica.
Per prima cosa approfondiremo cos’è la tecnologia LinkGlide, poi conosceremo in dettaglio i componenti usati e vedremo in due parole cosa altro c’è in casa Shimano a stessa tecnologia, poi pedaleremo sfruttando un breve video e infine, se non vi ho stroncato prima, leggeremo le considerazioni finali.
Ma attenzione: stavolta non dovete aspettarvi il test dei componenti usati, come son solito fare. No, qui il fulcro è la tecnologia LinkGlide, che abbia usato dei componenti famiglia Deore passa in secondo piano perché non è il loro test specifico.
So che con voi che seguite questo blog è una precisazione inutile, ve ne accorgete da soli leggendo; ma quando gli articoli finiscono poi sui social, beh, l’ambiente è diverso diciamo così, e pochi comprendono…
Iniziamo la maratona.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ho letto un po’ di fretta (dopotutto mi tocca già impararmelo per lavoro, come funzionano ‘ste cose) giusto per sentire il tuo parere in proposito. Niente di sorprendente, funziona. Grazie Shimano 🙂
Onestamente, il prodotto magari non sarà rivoluzionario di per sè, ma l’attenzione e il rispetto per un settore spesso percepito come secondario nell’industria o almeno nel marketing, ossia il ciclismo urbano (e in generale non competitivo), direi che sono abbastanza una novità, e un ottimo sviluppo per il futuro.
Esatto Paolo, è il fatto di investire su un ciclismo apparentemente trascurato che mi intriga.
Però attenzione: Shimano non è una no-profit, se decide di investire è perché sa che lì c’è vasta platea…
Fabio
Sicuramente c’è una gran quantità di utenti che potrebbe profittare di una trasmissione specifica per bici elettriche e/o uso urbano. Direi più di quanti possono beneficiare di un dodicesimo o di un tredicesimo pignone sulla cassetta… però quelli sono arrivati prima.
Vero che Shimano (e non solo) ha una gamma di cambi al mozzo per l’uso turistico e urbano, che pur essendo ottimi in certi contesti hanno però anche delle limitazioni. Affiancare una scelta di trasmissioni dedicate con cambio “standard” poteva farlo chiunque, ma nessuno – almeno nessuno dei principali produttori – si era degnato, fino ad ora.
Hai perfettamente ragione; ed è anche il motivo per cui io ho accolto con gran favore la famiglia Shimano CUES.
Fabio