[Test] Shimano LinkGlide

La prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

La prova su strada

Ho iniziato a usare questa trasmissione Deore LinkGlide diversi mesi fa, su una bici classica da trekking. E sapete già che io per classica intendo una bici priva di assistenza alla pedalata, detesto la definizione muscolare, che è pure filosoficamente e tecnicamente sbagliata.

Dotata di doppia Deore non LinkGlide, ho cambiato la guarnitura installando una monocorona, ho lasciato per mia comodità il deragliatore e relativo comando fissati alla bici (passaggio cavi interno, tempo risparmiato) e pedalato ogni volta necessario.

Avevo anche considerato l’eventualità di pubblicare un articolo su montaggio e regolazione, ma è davvero semplice e identico a quanto già trattato nella sezione Officina su altri prodotti Shimano.

Poi ho atteso l’arrivo di una e-bike performante come la Trek FX+2 di cui avete da poco letto il test; provata lei, l’ho usata per proseguire il lavoro sulla trasmissione. Cercando di non distrarmi…

Infine è passata su una altra e-bike di fascia più economica, una Riverside 500 E, che ho usato anche per alcune foto e il video.

Il fatto che questa trasmissione sia stata su più bici spiega, per chi lo noterà, l’eccesso di cavetto cambio in alcune immagini: mi serviva riciclarlo…

Di solito testando una trasmissione ti concentri su facilità di regolazione, velocità di cambiata, sincronia tra i componenti.

Qui il discorso è diverso, perché assodata la prima, risolta la seconda, confermata la terza devo introdurre questo nuovo concetto: la fluidità.

L’ho già citata senza mai spiegarla a fondo. Non per malavoglia ma perché, credetemi, non è facile trasmettere a parole lo scorrere della catena tra i pignoni.

Si, scorrere, perché ad ogni azionamento l’idea è quella di un fiume che si fa strada dolcemente nel suo alveo. Senza rapide, senza cascate, senza massi a creare gorghi, senza correnti impetuose a generare mulinelli.

Fluida non rende? Placida va bene? Non pigra, anzi. E’ il dolce movimento del mare, dell’albero frondoso che si adatta al vento.

Per dirla col Tassoni: L’ondeggiar de la placida marina baciando va l’inargentate sponde. 

Diamo un senso ad anni di studi classici…

Vado in bici da molti anni, di primo pelo non sono, ho usato e uso trasmissioni di tutte le marche e con le più svariate rapportature.

Ho sempre trovato le trasmissioni Shimano veloci in cambiata, perfette sul deragliatore, dolci nell’azionamento.

Qui, con questa LinkGlide c’è un infinitesimale ritardo, equamente distribuito su tutta la scala, rispetto ai fratelli HyperGlide+; compensato, anzi, ampiamente superato, da una dolcezza fino ad ora a me sconosciuta.

Che poi scrivo ritardo, ma vedrete nel video alla fine di questo paragrafo che è meno di un battito di ciglia; probabilmente se non passassi tanto tempo coi test nemmeno ci avrei badato.

Si passa da un pignone all’altro senza soluzione di continuità, anche sotto sforzo, anche a cadenze ridicole.

La catena scivola come portata su da una slitta invisibile.

Spero nel video, unico strumento che mi è sembrato saggio usare perché le mie parole possono fino a un certo punto, si noti l’ingaggio del pignone maggiore, il 43. Un bel padellone. 

Bene, è un attimo. Per complicare le cose ho ridotto la cadenza a limiti che su strada non usiamo e niente, in un zot la catena è su, senza strappi, incertezze, rumori anomali.

Non in video ma nel corso del test ovviamente ho stressato la cambiata sotto sforzo, anche in piedi sui pedali, pendenza alte, soprattutto variazioni di pendenza in pochi metri (come quella dei tornanti nei centri antichi, dove alla corda la strada è quasi verticale) e mai un rifiuto; nemmeno una indecisione.

Inoltre ho fatto ampio uso della tecnologia Shadow+, in fuoristrada; ossia quella levetta che inibisce la gabbia del cambio e aiuta a evitare salti di catena sullo sconnesso. Ne ho parlato ampiamente sul blog, anche mostrando struttura interna e manutenzione.

In questo devo riconoscere che oltre al cambio eccellente, gran merito arriva dal comando. A costo di abusare dell’aggettivo, pure il comando è dolce, fluido, leggero all’azionamento.

Basta sfiorare con l’indice per scendere di rapporto (volendo sappiamo può essere usato il pollice, tecnologia 2-Way Release) ma qui si potrebbe opinare che la molla aiuta facendosi carico del lavoro. Giusta obiezione, anche se da sola non spiega.

No, la dolcezza, la leggerezza la devi scoprire nella salita di rapporto, quando c’è da vincere (anche) la resistenza della molla.

Ecco, qui posso dire che un comando così amichevole non l’avevo mai avuto tra le mani. Può sembrare secondario, non lo è se inquadriamo il probabile pubblico di riferimento delle trasmissioni LinkGlide.

La cambiata multipla è una mitragliata sia in discesa che in salita; e pure il padellone da 43 viene catturato senza sforzo quando pretendiamo di salire più pignoni insieme, sempre a cadenza ridicola perché ho cercato per buona parte del test di mettere in crisi questa trasmissione.

Mi avranno preso per matto su strada…

La durata, perché questo test imponeva di valutarla visto che è uno dei punti principali della tecnologia LinkGlide, è eccellente.

Per peggiorare la trasmissione le ho lesinato pulizia e lubrificazione, ho pedalato spesso coi pignoni piccini, ho stressato in e-bike innestando l’assistenza massima e rifiutandomi di alleggerire il cambio in partenza o in salita.

Le foto statiche in dettaglio e in esterno sono state scattate a fine test, ho solo pulito sennò lo sporco copriva: vi sembra tutto appena uscito dalle confezioni?

Allungamento catena dopo circa 1800km e diversi mesi non superiore allo 0,5%, in pratica l’utensile specifico rimaneva in posizione come a catena nuova.

Certo, faccio la tara al fatto che quasi due terzi dei chilometri sono stati di gambe, solo un terzo con l’e-bike; e io non ho poi tutte ‘stè gambe…

Ma dove non arrivano loro può lo sporco, l’assenza di adeguata lubrificazione, l’uso sbagliato.

C’è un prezzo da pagare per tante belle qualità? Si, uno che vista la fluidità, la dolcezza di funzionamento forse non tutti si aspettano: un leggero aumento della rumorosità in corrispondenza dei pignoni più veloci, gli ultimi tre intendo, rispetto a una trasmissione HyperGlide+.

A catena pulita e lubrificata, ovviamente. 

Nulla di realmente fastidioso, anche questa la avverti più che altro se sei abituato a cambiare bici ogni giorno e hai un raffronto quotidiano con le diverse trasmissioni.

Comunque basta parlare, spero che il video riesca a rendervi l’idea del reale funzionamento di questa Deore LinkGlide.

E ora le conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Ho letto un po’ di fretta (dopotutto mi tocca già impararmelo per lavoro, come funzionano ‘ste cose) giusto per sentire il tuo parere in proposito. Niente di sorprendente, funziona. Grazie Shimano 🙂
    Onestamente, il prodotto magari non sarà rivoluzionario di per sè, ma l’attenzione e il rispetto per un settore spesso percepito come secondario nell’industria o almeno nel marketing, ossia il ciclismo urbano (e in generale non competitivo), direi che sono abbastanza una novità, e un ottimo sviluppo per il futuro.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Esatto Paolo, è il fatto di investire su un ciclismo apparentemente trascurato che mi intriga.
      Però attenzione: Shimano non è una no-profit, se decide di investire è perché sa che lì c’è vasta platea…

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        Sicuramente c’è una gran quantità di utenti che potrebbe profittare di una trasmissione specifica per bici elettriche e/o uso urbano. Direi più di quanti possono beneficiare di un dodicesimo o di un tredicesimo pignone sulla cassetta… però quelli sono arrivati prima.

        Vero che Shimano (e non solo) ha una gamma di cambi al mozzo per l’uso turistico e urbano, che pur essendo ottimi in certi contesti hanno però anche delle limitazioni. Affiancare una scelta di trasmissioni dedicate con cambio “standard” poteva farlo chiunque, ma nessuno – almeno nessuno dei principali produttori – si era degnato, fino ad ora.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Hai perfettamente ragione; ed è anche il motivo per cui io ho accolto con gran favore la famiglia Shimano CUES.

          Fabio

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