[Presentazione] Drali Oasi

Considerazioni

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Considerazioni

La Drali Oasi non è più un mistero, l’abbiamo conosciuta in ogni possibile dettaglio.

Una bici che mi ha coinvolto. In realtà lo fanno un poco tutte, sono un appassionato e anche fortunato nel poter giocare con tanta bella roba.

Mi sono soffermato molto come vi ho detto sul telaio, impegnando meno la componentistica. Perché è vero che Drali offre tre configurazioni a catalogo ma la flessibilità della azienda è tale che tutto è praticamente personalizzabile, a partire dal colore. 

E mi sono soffermato molto su piega e attacco perché i due viaggiano insieme, per forza. L’integrazione del passaggio cavi interno è molto bello, ma impone di usare entrambi o sostituire entrambi. 

Ho fatto qualche prova lasciando la piega “appesa” alla bici e montato un manubrio e un attacco mio, con sopra dei comandi idraulici e provato il passaggio tubi idraulici con la serie sterzo per capire i margini di lavoro. Tutto molto semplice, però è indubbio che usare i componenti previsti di serie lascia la linea molto pulita e, secondo me, assai gradevole.

Vi ho detto nell’introduzione che il test è stato quanto mai variegato, esplorando utilizzi che forse nemmeno in Drali hanno pensato, per esempio montando borse sia avanti che dietro.

L’ho fatto perché in ogni caso la bici è ben pensata, ragionata diciamo, e questo lascia ampia libertà di interpretazione.

Che poi, a mio parere, è il cardine del gravel: che ognuno lo viva come vuole.

Buone pedalate

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