Pin Bike

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Torno a parlarvi di Pin Bike, start up pugliese che ha ideato un dispositivo potenzialmente capace di dare un forte impulso alla mobilità ciclistica.

Vi ho già raccontato qualche settimana fa, seppure in modo conciso, cosa sia Pin Bike; riassumo citandomi per chi non avesse voglia di rileggere quell’articolo.

Pin Bike, nasce dalla volontà di due ciclisti pugliesi che hanno messo a punto un sistema che non si limita a registrare i chilometri percorsi convertendoli in sconti, premi o altro: qui c’è quello che posso definire un vero e proprio sistema antifrode.

Perché? Perché molto in Europa e solo in pochi comuni italiani, le amministrazioni locali premiano in vario modo chi percorre in bici il tragitto casa lavoro.

Pin Bike grazie a un rilevatore da applicare sul mozzo permette di “certificare” l’effettiva distanza e registrare il percorso che sarà memorizzato sul nostro smartphone, a scanso di furbetti.

E permette di certificare anche le tratte generiche, quindi non strettamente connesse a un piano Comunale di incentivo alla mobilità in bici.

Certo, da un lato mi rattrista vedere la necessità di studiare un sistema anti truffatori; dall’altro potrebbe essere la spinta che serve ad altri Comuni come ad aziende private per abbracciare la filosofia del bike to work.

Quindi due potenziali vantaggi per Amministrazioni pubbliche e aziende: le prime avrebbero un utile strumento per pianificare con cura efficaci politiche di mobilità alternativa; le seconde potrebbero salire sul treno che diventa sempre più lungo in molte altre Nazioni della sostenibilità green.

Anche perché per tutte e due è prevista la possibilità di accumulare punti pure attraverso il carpooling, nel caso il luogo di lavoro non sia facilmente raggiungibile solo pedalando.

I vantaggi per i ciclisti sono ugualmente due: accedere ai benefit concordati con le attività bike friendly che aderiscono al progetto; poter sfruttare gli incentivi se risiedono in quei Comuni che adottano questo sistema.

Inoltre, grazie a un metodo basato sull’economia circolare, c’è impulso al commercio locale e di prossimità perché il buono economico dato al cittadino può essere speso esclusivamente nelle attività commerciali della città che aderisce.

Questo uno stralcio della presentazione che ho già pubblicato.

Ma come lì preannunciai, ero curioso di metterci le mani sopra e così è stato.

Pochi giorni fa l’occasione di un incontro istituzionale tra i vertici di Pin Bike e l’Assessore alla Mobilità della mia città è servita a ricevere un kit. In nuova versione, cioè con rilevatore bluetooth rinnovato; tu parti, lui si avvia e tutto è semplice.

Era proprio necessario procurarmi un kit? Beh, l’iniziativa mi interessa, a volte faccio una eccezione e pubblico una notizia senza toccare con mano ma è, appunto, eccezione.

Volevo capire se fosse fruibile, se il sensore sul mozzo non perdesse il segnale e la app non “dimenticasse” le sessioni e così via. E come mio solito, le verifiche le svolgo in prima persona.

Così avremo un articolo a mezza via tra una prova su strada e informazione.

Vediamo allora come è composto il kit Pin Bike e come si installa, sulla bici e sul telefono. Nello stesso paragrafo avremo anche le note sul suo funzionamento, non è componente che tecnicamente giustifica la classica sezione dedicata alla prova su strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Bella idea. E’ un peccato che si sia sempre costretti a trovare dei sistemi antifrode, perchè significa che qualsiasi idea viene subito deteriorata dal furbetto che ne vuole approfittare, frodando. L’idea di base è quella di premiare chi usa la bici, e sarebbe bastata una App che tramite GPS rilevassele tracce, ma poi qualcuno avrebbe percorso il tragitto in scooter, qualcuno in macchina, ecc… e quindi serve il rilevatore agganciato al mozzo.
    Speriamo che serva ad iniziare e che poi le persone decidano di usare la bici indipendentemente dai premi: sono stato ad Amsterdam varie volte ed è uno spasso girare in bicicletta: ciclabili ovunque, semafori dedicati, precedenza delle bici sulle auto, in un posto dove il tempo è più freddo e più piovoso che da noi.
    Volevo segnalarti che il pannello in alto nella tua home page, dove c’è la slide degli articoli recenti, non permette di cliccare e andare all’articolo, cioè si può cliccare sulle frecce e farli scorrere, ma non si può cliccare sull’argomento ed andare alla pagina dedicata.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Stefano, grazie per la segnalazione. Un problema nel ridimensionamento automatico aveva sfasato tutto.
      Comunque non tutta l’immagine è cliccabile: solo la parte bassa, quella con il titolo.
      Ma lo slide lo uso solo per mettere in evidenza gli ultimi argomenti più importanti, per il resto ci sono l’affollata home page, le categorie, il motore di ricerca interno, gli ultimi 10 articoli pubblicati ecc ecc 😀 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

    Ciao Giacomo, anche io ne faccio a meno perché non ho bisogno di alcuna app per andare in bici.
    Ma credo tu stia facendo confusione, sia perché non è richiesto quasi nulla di ciò che indichi e sia perché pubblicità non c’è, almeno durante il mio test mai è comparsa.
    Hai ragione a dire che di app ce ne sono tante; questa però ho voluto provarla perché è differente e nell’articolo spiego perchè.

    Fabio

    • <cite class="fn">Giacomo</cite>

      Quello che ho descritto è indicato dai produttori nella descrizione dell’app sul marketplace.
      Quando la installi ne accetti le condizioni.

      La pubblicità non l’hai vista perché, suppongo, non hanno ancora esercenti aderenti oppure geolocalizzati nella tua zona.

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        No Giacomo, continui a fare confusione.
        Fosse una app rivolta solo al mercato privato i tuoi dubbi potrebbero essere presi in considerazione.
        Qui invece abbiamo un dispositivo che ha come sua funzione primaria propria la certificazione di un percorso al fine di ottenere il bonus economico stabilito dalle amministrazioni pubbliche che aderiscono (o aziende private verso i proprio dipendenti); quindi vista la particolarità delcaso rispetto a generiche app con cui accumulare punti e basta, è ovvio che il percorso deve essere tracciato, altrimenti perché un Comune dovrebbe poi riconoscerti un bonus? Comune aderente, sia chiaro. Infatti al momento in cui scrivo il dispositivo non è acquistabile per chi risiede lì dove non c’è convenzione.

        Fabio

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