Trek Checkpoint ALR, kit telaio
Partiamo con la sequenza dedicata alla costruzione di una bici gravel, protagonista odierno il telaio Trek Checkpoint ALR.
Questo che vedremo è il framekit, che si caratterizza rispetto a quelli usati per alcune bici complete configurate dalla casa per differenze tecniche.
Infatti la famiglia Checkpoint conta tre modelli, numerati progressivamente, e poi il solo telaio.
Abbiamo le Checkpoint ALR 3 e ALR 4 che condividono medesimo telaio ma non l’allestimento; e la ALR 5 che utilizza il telaio che stiamo per conoscere e ovviamente, nella versione completa, allestimento ancora diverso rispetto alle sorelle.
Sul perché mi sia focalizzato su questo telaio l’ho raccontato giorni addietro; riassumo brevemente.
Le ragioni sono tecniche e sentimentali; e aggiungo qui: pratiche.
Le ragioni tecniche non le riporto adesso, abbiamo la presentazione che provvede.
Quelle pratiche sono che volevo un telaio che fosse offerto sia come bici completa che come framekit; altrimenti si sarebbe perso il senso di creare articoli sul montaggio.
Quelle sentimentali saranno forse originali per qualcuno, non per chi segue da tempo questo blog e mi conosce da ancor prima.
Io sono nato ciclista sportivo, se non nelle prestazioni sicuramente nelle scelte. La mia prima bici da corsa la ebbi regalata da mia madre quando avevo appena dodici anni. E per molto tempo a seguire non è esistito altro se non la piega tra le mani. Crescendo ho coltivato l’altra mia passione a due ruote, quelle a motore, senza mai trascurare la pedalata.
Finché un giorno, dopo l’ennesimo intervento chirurgico, mi furono precluse tutte e due. E se con le due ruote a pedali decisi ugualmente di riprendere, malgrado il parere negativo del chirurgo – che però, conoscendomi, confidava poco l’avrei ascoltato – con quelle a motore no, impossibile per me guidare in ragionevole sicurezza.
Ma in tutti questi anni, che pedalassi o tentassi improbabili emulazioni in pista o semplicemente fossi costretto a stare alla finestra mai ho smesso di impugnare gli attrezzi. Per elaborare motori e creare biciclette.
E quando a nessuno passava per la testa che in fuoristrada si potesse andare con una bici sportiva o comunque dotata di piega da corsa, io costruivo quelle che oggi chiamiamo gravel e che all’epoca è meglio non riferire come bollava chi le vedeva. Gli stessi che però dopo averle provate mi tempestavano di telefonate perché ne facessi una anche a loro.
E quali erano i miei telai preferiti per questi esperimenti creativi? Quelli proposti da Trek nella serie Multitrack.
Acciaio o alluminio per queste bici da trekking con ruote da 28, geometrie perfette per accogliere la piega conservando un moderato dislivello sella/manubrio (non come le ipercompatte ciclocross dell’epoca), passaggio gomme ampio, possibilità di installare portapacchi anteriore e posteriore, trasmissione tripla (e anche qui ben più pratica del monocorona della ciclocross. Già, mica la corona unica è invenzione attuale…) e soprattutto tanta qualità.
Al momento di decidere quale telaio avrebbe dovuto essere vestito con il nuovo gruppo Shimano GRX stavo lì a rigirarmi questi componenti dedicati al gravel e pensavo quanto sarebbe stato bello – e facile… – li avessi avuti disponibili trenta anni fa.
Si, quando costruivo quelle bici strane usando telai Trek…quei bei telai…sai che spasso farlo adesso…capperi, ma c’è la gamma Checkpoint!
Immediatamente mi sono piazzato davanti al pc, studiando con cura ogni singolo modello. E subito dopo mi sono attivato per averne uno.
E di questo ringrazio Trek, è un progetto editoriale a cui tengo moltissimo e ho lavorato duro per pianificare ogni dettaglio.
Perché noi oggi vedremo il telaio, presentazione statica; secondo la formula già usata a proposito del montaggio della Holdsworth Mystique con trasmissione Ultegra Di2.
Poi conosceremo il gruppo trasmissione, Shimano GRX 2x10v.
E dopo averne scoperto ogni dettaglio passeremo alle singole fasi di montaggio, anche stavolta con divisione in brevi schede di lavoro.
Una volta che la bici sarà completata partiranno i test su strada; tanti perché ho deciso sarà lei a sobbarcarsi l’onere di portare a spasso le altre preziosità che imbelletteranno la nostra Trek Checkpoint ALR.
Le ruote saranno le Shimano RS 370 che si alterneranno con le RS 770 (tranne in foto, per mie esigenze logistiche).
La piega sarà la Pro Bike Gear Discover, versione medium flare.
Attacco manubrio sarà il Redshift ShockStop, nostra vecchia conoscenza e che ormai monto di default su quasi ogni mia bici.
Il reggisella sarà anche lui fornito dalla factory di Philadelphia; il nuovo ShockStop che sta già girando su altra bici per raccogliere dati.
La sella sarà una Brooks e qui c’è stato un cambio di programma in corso d’opera. Inizialmente il poco piacevole compito di accogliere le mie terga toccava alla lussuosa Cambium C13, secondo me una delle migliori selle sul mercato e di cui, sapete, sono profondamente innamorato, soprattutto per quelle sinuose curve del telaietto.
Guardavo il telaio nudo fissato al cavalletto in attesa di ricevere le solite protezioni adesive che sempre creo per limitare i danni sul materiale in prova e lo immaginavo montato, completo.
E ogni volta che l’immaginazione mi portava in zona sella, io lì ci vedevo una sella in cuoio. Sempre Brooks, ovvio.
Con nastro manubrio coordinato perché dovrà passare sul mio cadavere chi proverà a farmi montare una Brooks in cuoio con nastro differente.
Altre ore passate al pc per studiare il modello che avrebbe fatto al caso mio: Brooks Swift, nera. Perfetta!
Rapida richiesta all’azienda, pochi giorni dopo anche la sella era qui.
Mentre voi leggete queste note la bici è stata semi completata a sta girando per tutti i test e vi assicuro che è bella.
Bella da guidare e bella da guardare, esattamente quello che volevo ottenere.
Però dovete comprendere le esigenze editoriali, devo seguire un calendario di pubblicazioni che abbia anche senso logico; non posso partire coi test e dopo parlare del montaggio.
E ho anche bisogno di tempo, perché le prove da svolgere sono tante, via via che pedalo comprendo i molti caratteri di questo telaio e della trasmissione che aggiungono alla lista nuove ambientazioni in cui portarle. E perché ho esigenze personali che richiedono la mia totale attenzione.
Si lo so, stavolta persino io mi rendo conto di essermi dilungato troppo in questa introduzione; le prossime saranno più brevi, prometto. Ma siamo all’inizio di un bel viaggio, ci tenevo a condividerlo con voi.
Adesso basta chiacchiere, voltiamo pagina e conosciamo finalmente il nostro Trek Checkpoint ALR.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Bel telaio e belle bici. L’unico aspetto che mi lascia perplesso sulle bici già assemblate, è trovare ancora la guarnitura 50/34 con cassetta 11/34. Personalmente per una bici gravel, a vocazione turismo e natura, avrei adottato rapporti più morbidi.
Giusta la tua scelta di adottare lo Shimano GRX, magari con la 46/30. (si vede che sono un vecchietto 🙂
saluti
grazie per il tuo blog
Buon natale
Gustavo
Ciao Gustavo, non dimenticare il fattore tempo. Il GRX è arrivato in estate, quando ormai le bici per l’anno successivo sono già pronte, almeno per le grandi case. I più piccini hanno maggiore flessibilità.
Che Trek al momento non abbia una ALR con GRX non mi stupisce; egoisticamente mi fa persino comodo così ho “lo scoop” 😀
Scherzi a parte, ricordate che io, stando da questo lato del pc, non posso agire come un normale ciclista. Che di norma avrebbe prima scelto un telaio e poi valutato come assemblarlo.
Io invece prima ho visto quali componenti mi sono stati inviati e poi ho cercato il telaio più adatto.
Comunque l’importante alla fine è proporre una sequenza di articoli che abbia senso logico e tirar fuori una bella bici.
E soprattutto che sia facilmente replicabile per chiunque senza essere costretti a vendersi un rene.
Per fortuna sono riuscito a incastrare tutte le caselle, la bici cresce bene 😀
Fabio
ummmmm
che bel telaio !!!!! devo averlo già visto da qualche altra parte…… 😉
Aspè Massi, che non mi ricordo: tu che bici hai preso?
Fabio
Su tuo consiglio ho preso il telaio Checkpoint al posto della Holdsworth Mystique…. :-)Devo dire che è veramente fantastico. Montaggio simile a quello che stai per fare; manca solo il reggisella ShockStop (l’attacco manubrio è rmai una droga…) che sta per essere montato per la stagione invernale…
Ottimo: non me lo ricordavo…
Che pessimo mentore che sono. Vabbè, siate buoni perché è Natale e perché sto dormendo da settimane 3 ore a notte, se va bene.
Passerà.
Fabio
Suvvia, io direi ottimo mentore con pessima memoria ! 🙂
Bello, quasi da prendere e lasciarlo esposto in salotto per non sporcarlo/rovinarlo…;)). Immagino tutta la bici finita, che bella; ..intanto Buon Natale, e grazie per la pazienza e competenza con cui scrivi.
Ciao Stefano, bello è bello e purtroppo difficile da rendere in foto.
Meglio della zucca sicuro…
Comunque ti assicuro che è ancor più bello pedalarci 😀
Sono contento di questo progetto editoriale, mi ha fatto piacere vedere tante aziende crederci (praticamente io ci ho messo due camere d’aria e i portaborraccia) e soprattutto mi è tornata la voglia di lavorarci. Cosa per nulla scontata quando lo fai “per dovere”.
Se tutto procede, fra qualche settimana avremo anche i test online, per ora solo il montaggio, da metà gennaio credo partirò a pubblicare.
Fabio
Non posso che confermare la tua idea. La bici finita è uno spettacolo !!!
https://i.imgur.com/eM1VS5B.jpg
Ecchime, per farmi perdonare la cattiva memoria ho aggiustato il tuo commento per rendere la foto visibile 😀
Bella la tua, a vederla direi la 56. Hai avuto difficoltà nell’assemblarla?
Io qualcosina, ma non per il telaio o i componenti: le foto, montare pensando a cosa immortalare, trovare l’inquadratura senza coprire, scattare senza che l’attrezzo caschi ecc.
Vabbè, vado a ingrassare la Brooks, con queste feste mica solo io, né?
Fabio
ciao Fabio,
visto la tua esperienza con questo telaio, vorrei chiederti un consiglio sulla taglia.
Ieri ho trovato una ALR4 del 2019 in ottimo stato a un prezzo stracciato, e non ho potuto fare a meno di accaparrarmela :-).
Ma ho dei dubbi sulla misura, che sia forse troppo piccola per me.
Al di là di quello che consiglia Trek sul sito, secondo te una 52 potrebbe andare ancora bene per altezza 172 e 81 di cavallo ? Dall’ultima tua osservazione in questo artlicolo,(circa indecisione tra 52 e 54) mi pare che le cose non si tagliano così “con il coltello”…
grazie 1000 !!
ciao, Marco
Ciao Marco, fosse una bici da corsa ti direi che va bene.
Ma le geometrie gravel sono differenti, cambia assetto in sella, dislivello ecc.
Sulla bici 52 ci stai, questo si. Ma ci stai compatto.
Io ho usato la 54 e sono su misure quasi identiche alle tue.
Comunque, non demoralizzarti. Hai preso un eccellente telaio, a quanto dici a ottimo prezzo, uno stem più lungo e goditela.
Magari usa reggisella a offset 20 invece di offset zero e dovresti esserci. Se il dislivello sella manubrio fosse eccessivo, si risolve
Fabio
Grazie Fabio per la risposta
Già la immaginavo, e in effetti stavo proprio pensando di agire verso stem più lungo e reggisella arretrato
Poi, alla peggio, posso sempre rivenderla…. in questo periodo non è certo un problema trovare acquirenti
PS: devo dire che dalle foto “in sella” mi sembravi ben più alto di me… 🙂
ah beh, sembro anche più magro della realtà. Potere dell’editing…
Fabio