[Test] Redshift Arclight Pro Clipless
Novità di casa Redshift, i nuovi pedali Arclight con attacchi Spd.
In realtà, come raccontai nella loro presentazione, questi pedali sono “modulari”.
Grazie a un ingegnoso sistema scomponibile possiamo avere quattro pedali in uno: pedali completi con attacchi Spd da ambo i lati, rimuovere un solo attacco Spd e trasformarli in ottimi doppia funzione, eliminare del tutto gli attacchi e usarli come flat (grazie ai pin in dotazione), smontare la struttura esterna lasciando in sede gli attacchi e avere degli Spd nudi.
Complicato? Per niente, comunque con l’immagine in basso è tutto più chiaro.
E poi ovviamente ci sono le luci, il segno distintivo degli Arclight.
Luci che abbiamo conosciuto durante la recensione della versione City, che quando la scrissi non si fregiavano ancora di questo appellativo perché unica versione a catalogo.
Luci removibili, ricaricabili e soprattutto con questo sensore intelligente per cui avremo sempre luce bianca avanti e rossa dietro, senza star lì a impazzire per trovare il giusto verso ogni volta.
Sapevo sarebbe arrivata questa versione con attacchi Spd, mi fu preannunciato al lancio della versione City; ed io, che mai ho fatto mistero di essere un estimatore della factory americana, da quel primo test dello stem ammortizzato ShockStop e via via a ogni nuovo prodotto, ero sicuro che anche stavolta non avrebbero fallito i bersagli di qualità e attenta progettazione.
Anche se poi stavo oziosamente a chiedermi cosa potessero inventarsi, alla fine le luci quelle sono, non è che poi aggiungendo due attacchi Spd fai chissà che rivoluzione.
Ma, appunto, dubbi oziosi perché una vocina mi diceva che qualcosa avrebbero fatto per stupirmi.
E infatti così è stato, perché questa modularità, questo 4 pedali in 1 è esattamente ciò che mi aspetto dalla fantasia di Redshift.
L’ho già detto in altre recensioni: sono valenti ingegneri ma sono soprattutto ciclisti appassionati, gente che pedala e che pensa come rendere la vita dei ciclisti più facile; e felice.
La stessa motivazione che mi spinse ad aprire questo blog 10 anni fa e che tutt’oggi mi spinge a continuare.
Al di là della qualità, eccellente, dei loro prodotti, è questo comune sentire che mi fa apertamente parteggiare per loro.
Che è, questo mio essere anzitutto un ammiratore, anche il motivo per cui ormai a ogni nuova recensione impiego sempre più tempo. Non voglio che il mio entusiasmo mi lasci sfuggire o, peggio, soprassedere, su eventuali limiti o problemi.
Vero che poi alla fine ho vita facile, impossibile imbattersi in un prodotto Redshift che non raggiunga l’eccellenza, ma sempre bene essere cauti e verificare.
Come è andata stavolta? Beh, continuiamo a leggere e lo scopriremo.
Prima però dobbiamo vedere come sono fatti.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.