[Test] Redshift ShockStop, il test di lunga durata
Test di lunga durata, anzi lunghissima.
Infatti in prova oggi è il primo arrivato qui in redazione, nel 2016. Otto anni di uso continuo, è passato su decine di bici di tutti i tipi, ne ha subite tante, gli elastomeri sono ancora gli originali.
Evito la domanda retorica e rispondo direttamente: funziona ancora perfettamente.
L’idea di questa ulteriore prova nasce da voi, dai vostri messaggi, dai vostri dubbi sulla durata nel tempo.
Beh, direi che otto anni sono un test più che sufficiente a fugare ogni dubbio…
Nel video a fondo pagina vedremo lo stem in azione e poi lo apriremo insieme estraendo gli elastomeri. Che nemmeno in questa occasione ho cambiato…
Promosso a pieni voti, ogni considerazione nel video.
Aggiungo solo un paio di brevi notazioni. Nel corso degli anni ho recensito praticamente l’intero catalogo della factory americana, se usate il motore di ricerca interno digitando “Redshift” trovate tutto.
Ho pubblicato anche articoli e video sulla manutenzione, a breve arriveranno quelli aggiornati sulle versioni PRO.
Infatti mentre voi leggete, anzi, vedete questo video, io sto pedalando col nuovo seatpost Endurance PRO e lo stem della serie PRO, quindi altro test in arrivo. Insomma, è notorio sia un estimatore di Redshift.
Vi lascio al video, al solito questo il link diretto per vederlo sulla piattaforma YouTube, altrimenti in basso la miniatura.
Infine ricordo che da tempo ho stipulato un accordo con Redshift sotto forma di sconto per i lettori del blog, proprio perché convinto della bontà dei loro prodotti.
Unica accortezza è accedere da questo link, affinché l’azienda sappia che viene da qui. Il codice sconto da usare è ELESSAR.
Aggiungo, per chi lo preferisse, anche il link Amazon; non tutto il catalogo è sempre disponibile ma il vantaggio è spedizione/dogana.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ciao, ho visto che dopo molte ore (e dopo un paio di giorni) in sella alla mia Gravel bike mi rimane un discreto male alle mani (non riesco, senza dolore, a stringere una mano in modo deciso). Immagino micro traumi da vibrazioni. Mi chiedevo (pura retorica, ti chiedo) se era un bene cominciare a cambiare prima il manubrio con uno in carbonio (anche lo stem?) o andare direttamente di Redshift Shockstop. Non sarei entusiasta dell aumento ulteriore di peso ma il problema del dolore ha la priorità. Grazie se vorrai darmi un tuo parere. Adriano
Ciao Adriano, difficile rispondere. Il dolore è semore spia di qualcosa che non va, ma cosa? Semplice sovraffaticamento, traumi pregressi che tornano a farsi sentire, infiammazioni ecc ecc? Prima di qualunque valutazione sui componenti va eseguita una analisi su posizione ed eventuali problemi connessi anche all’età. Che non significa anzianità, solo che a 40 non sei come a 30 e a 50 non sei come a 40. Sul piano tecnico invece, visti i costi e i benefici, andrei di piega in alluminio e attacco redshift, con la piega in carbonio non ottieni gli stessi risultati. E il peso ok, ma credimi, lo accetti volentieri.
Fabio
Ciao! Ho installato da un mese lo stem ammortizzato e il dolore alle mani (e dita) si è quasi ridotto del tutto. Mi piace il fatto che lo stem ‘lavori’ ma senza avere la sensazione di impugnare qualcosa di cedevole che ti sballonzola tra le mani. Anche nei pietosi rilanci in salita (ahahahah) non lo senti affondare. Grazie ancora del consiglio.
Son contento per te ma ormai quando consiglio refdshift vado a colpo sicuro…
Fabio