[Test] Redshift Arclight Pro Clipless
Come sono fatti
Come sono fatti
Iniziamo dal pedale in configurazione con attacchi.
Subito balza alla vista l’ampia superfice, le asole al cui interno trovano posto le luci a led, la placca per attacco di tipo Spd; e poi una serie di fori che ornano il perimetro: fra poco vedremo a cosa servono.
Altri indizi: le Torx che fissano gli attacchi Spd sono bene in vista e attorno abbiamo altre quattro Torx, più grandi. Insomma, tante viti su questi pedali e il perché l’ho anticipato nell’introduzione. Si nota anche la piccola brugola che serve a regolare la tensione di aggancio/sgancio. Ovviamente ne abbiamo una per ogni attacco.
Ma il pedale “scomposto” lo vedremo più avanti, tra l’altro lo smonto nel video che trovate nel prossimo paragrafo, quindi andiamo avanti con la presentazione statica.
Le luci occupano le sedi appositamente ricavate, con estrema precisione come abitudine nelle lavorazioni Redshift.
Una coppia di magneti, tenacissimi, posti all’interno provvedono a far si che i moduli a led non scappino via durante la pedalate.
Anticipo: nemmeno nel fuoristrada più spinto, quando uno potrebbe pure lasciarle a casa per la difficoltà del percorso, mi è capitato di perderle.
Senza le luci in sede il pedale appare meglio nella sua foggia; le ampie feritoie, oltre ad alleggerire la struttura, significano anche minor deposito di fango; ed è l’unico motivo per cui consiglio di rimuovere le luci se non servono in quel percorso, non certo perché possono sganciarsi.
Ora vediamo sempre lo stesso pedale ma in configurazione flat.
Configurazione che ho ottenuto semplicemente rimuovendo l’attacco Spd e avvitando i pin in dotazione.
In vendita c’è la versione solo flat, ossia senza alcuno attacco da nessun lato. Per me non aveva senso farmeli inviare, ho preferito la versione Pro Clipless e poi provveduto io a smontare per eseguire il test. Più pratico.
La qualità dei pin è ottima, in dotazione c’è anche la piccola chiave per avvitarli.
Mio primo consiglio: prestare massima cura nello smontare gli attacchi e soprattutto nel rimontarli. Invertire il verso, la direzione cioè, significa agganciare la scarpa (perché ad attacco invertito la tacchetta Spd entra lo stesso) ma non riuscire più a sganciarla, il meccanismo non lavora al contrario.
Mio secondo consiglio: tenere sempre le sedi filettate dei pin lubrificate. I pedali, tutti i pedali, accumulano sporco, un velo di olio denso o grasso fluido aiuta a tenere integra la filettatura ed evitare problemi in fase di smontaggio.
Svitando le altre quattro Torx più grandi possiamo rendere questi Redshift Arclight dei pedali Spd nudi.
Una opzione validissima per le uscite in off road spinto, tra l’altro bastano pochi secondi.
Mio terzo consiglio: anche queste “conchiglie” hanno un verso di montaggio, una direzione se vogliamo. Meglio tenerla bene a mente, magari un pezzetto di nastro carta per segnare un appunto su dove vada cosa.
Questo perché se si inverte il montaggio le luci non funzioneranno più per il verso giusto. Per esempio luce bianca anche dietro perché la legge come luce anteriore anche se in quel momento l’orientamento è verso la ruota motrice.
Chiudo la conoscenza statica con le luci montate e accese, ma come detto le conosciamo già molto bene dalla precedente recensione.
Infine l’attacco dell’asse, con ingaggio solo a brugola da 8. Non ci sono cioè gli intagli per la classica chiave da 15.
Notazione. Non è riportata da nessuna parte la specifica R/L, quindi prestare massima attenzione in fase di montaggio. Se vediamo che non entra bene., meglio non insistere; vuol solo dire che ci siamo confusi e stiamo avvitando il pedale sbagliato.
Ovviamente mai dimenticare di dare grasso sia alla filettatura dell’asse che a quella interna presente sulla pedivella. E non stringere alla morte, non serve. Mai.
Non mostro qui le luci, seppure siano il segno distintivo degli Arclight. Nel paragrafo finale trovate un breve sunto, per conoscerle a fondo c’è la recensione della versione City (che al momento del test non aveva ancora questo nome…) dove trovate tutto.
Bene, ora conosciamo i nostri pedali Redshift Arclight Pro Clipless, possiamo pedalare.
Vi ricordo solo che nel video che troverete più avanti li mostro anche durante lo smontaggio.
In sella.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.