[Test] Elite Workstand Race FC

Considerazioni d'uso e conclusioni

Tempo di lettura: 5 minuti

Considerazioni d’uso e conclusioni

Paragrafo unico per il test e le conclusioni, in questo caso l’oggetto della recensione non richiede la classica divisione che opero sempre.

Per compensare ho però aggiunto una video recensione, perché parole e immagini non riescono a rendere completamente l’esperienza d’uso.

Inizio con quella che secondo me è la cosa più importante: la corretta posizione del cavalletto Workstand Race FC una volta aperto.

E’ un treppiede, quindi dobbiamo sempre posizionare la base in modo che nessuna gamba possa intralciare. Facendo cadere noi è tutto e il resto.

Vi sembra una osservazione banale o scontata? No, vi assicuro che è l’errore più comune (e frequente…) per chi usa questo tipo di cavalletto, anche di altre marche.

Spero che l’immagine in basso riesca a rendere la pericolosità di lasciare una gamba al centro.

L’utilizzo classico, se così vogliamo definirlo, è con la bici a ruota anteriore smontata e fissata al supporto forcella e la scatola movimento poggiata al supporto rivestito in gomma.

Il perno passante (o il QR) deve essere usato per fissare la forcella.

In caso di bici a disco idraulico, mai dimenticare l’inserimento della piastrina nella pinza per evitare la fuoriuscita dei pistoncini.

Anche se c’è lo spessore supplementare dovuto a guaine e tubi idraulici il sostegno sotto la scatola è sempre sicuro e agevole, la bici non balla per capirci.

Ovviamente il supporto sotto movimento deve essere montato sul lato corto del profilato, altrimenti la ruota posteriore non potrebbe lavorare; e con essa la trasmissione.

Possiamo anche fissare il telaio nudo.

Sempre fissando la forcella, in questo caso è un telaio freni a cerchio, quindi servirà montare gli adattatori sul supporto forcella e assicurare la forcella con il QR.

Per lavori più gravosi, per esempio l’installazione del movimento centrale, consiglio di ricorrere alla cinghia di sicurezza.

Cinghia che però si è rivelata corta con alcuni telai di taglia maggiore, nel mio caso da gravel, che hanno una differente geometria dell’obliquo in relazione alla scatola movimento.

Sarebbe un plus notevole se la cinghia invece della classica fibbia maschio/femmina ne avesse una magnetica, come quella di alcuni caschi.

Significherebbe poterla agganciare con una sola mano, soluzione che ci aiuterebbe.

Per esempio installando la bici fissandola sui forcellini posteriori.

Operazione resa possibile grazie alla possibilità di ampliare la distanza dei sostegni.

Il QR o il TA andranno sempre usati.

Bene, dicevo in questo caso agire con una sola mano per la chiusura della cinghia sarebbe comodo, perché un telaio così fissato è sbilanciato in avanti, usare la cinghia sui foderi bassi è obbligatorio per lavorare in sicurezza, poter agganciare subito la cinghia darebbe superiore agio mentre stringiamo il QR posteriore.

Insieme al Workstand Race FC ho chiesto l’invio di alcuni optional.

Oltre agli adattatori per TA da 15 visti nel paragrafo precedente, ho scelto il secondo supporto forcella.

Che arriva corredato di sostegno per TA da 12 e QR, come quello di serie, e si rivela utilissimo per lavorare con il telaio nudo fissandolo sia alla forcella che ai forcellini posteriori.

Ci sono operazioni che richiedono una certa forza o assestare colpi precisi (pensiamo al movimento PF da rimuovere con estrattore a battuta) e questo fissaggio è sicuramente quello preferibile.

Altro optional è la vaschetta porta attrezzi, molto ben fatta e comoda, la stessa usata anche dal fratello a morsa Workstand Team.

Capiente e robusta, con una pletora di fori sagomati e di varia misura, più la divisione in vaschette, è un validissimo aiuto soprattutto se lavoriamo in esterno.

Inoltre montandola in linea con la “gamba centrale”, quella che all’inizio del paragrafo ho indicato come da non usare, funge da efficace promemoria.

Di contro, una volta richiuso il cavalletto le dimensioni in larghezza aumentano, quindi meglio rimuoverla per il trasporto.

E’ la stessa vaschetta del Workstand Team come ho appena detto; ma a causa del differente diametro del tubo centrale tra i due modelli, per usarla sul Workstand Race FC serve un riduttore, presente di serie nella confezione. 

Bene, queste viste fin qui le posizioni in cui è possibile fissare la bici o il telaio; senza mai dimenticare il fermo di sicurezza per la pinze freno a disco, per evitare accidentali spostamenti dei pistoncini.

Ma come si lavora con questo cavalletto?

Benissimo.

E’ una esperienza che chiunque ami mettere le mani sulla propria bici dovrebbe provare.

Chi è abituato a impugnare spesso gli attrezzi si renderà subito conto di come ogni accorgimento, ogni soluzione derivano dall’esperienza diretta di chi è continuamente impegnato nella manutenzione, ordinaria e soprattutto straordinaria.

I pochi secondi in più richiesti per fissare la bici rispetto a un cavalletto a morsa sono ampiamente compensati dalla superiore stabilità, sia del cavalletto tutto che della bici.

Che si traduce in netto risparmio di tempo durante i lavori, quindi il saldo è in positivo.

I materiali sono eccellenti, il trattamento anticorrosivo lo rende perfetto anche per i lavaggi, la stabilità eccellente anche con bici pesanti.

Mi sono spinto fin quasi al limite massimo previsto piazzando la pesante bici di trekking, accessoriata, e non ho avuto alcun problema di stabilità.

La possibilità di ruotare di 360 gradi il sostegno permette di agire sulla sinistra della bici (quindi freni a disco e pedivella sinistra) senza l’impedimento del tubo centrale come avviene coi cavalletti a morsa, che costringono a variare l’attacco ogni volta.

Nessun problema rilevato per lo scorrimento dei cavi esterni che passano sotto la scatola movimento.

Apertura a chiusura del cavalletto sono velocissimi, la maniglia blocca sicura in posizione, la spina vincolata dalla catenella aggiunge ulteriore sicurezza.

La regolazione della distanza dei blocchi per adattarsi a ogni telaio è altrettanto rapida.

La procedura corretta è: poggiare la scatola movimento sul suo supporto, regolare la distanza in modo che la ruota posteriore abbia luce rispetto al profilato, stringere il pomello, abbassare la bici verso il supporto forcella, sempre con una mano regolare la sia distanza fissare la forcella e infine assicurare la forcella con il QR o il TA, a seconda.

Devo dire che con il QR è più semplice perché la foggia dei supporti permette di poggiare la forcella, mentre con il TA c’è da “centrare” bene la sequenza dei fori.

Ma non è un limite del cavalletto, piuttosto una caratteristica del perno passante (TA: True Axle), della sua tecnologia costruttiva.

E’ leggero questo Workstand Race FC, più del fratello di casa Workstand Team a morsa: nemmeno 4,5 kg, così pochi che al primo utilizzo il timore non sia abbastanza robusto c’è.

E invece la robustezza è a tutta prova, merito dei materiali di qualità (alluminio, acciaio e nylon – o TPU, non so dirvelo con precisione) così che la leggerezza sia un vantaggio in fase di trasporto.

Posso tranquillamente affermare che il Workstand Race FC è uno dei migliori cavalletti da lavoro sul mercato, con un prezzo d’acquisto che non avvicina il grande pubblico ma è sicuramente commisurato alla qualità.

Proprio perché mi trovo davanti a tanta eccellenza, migliorerei alcuni aspetti.

Non perché siano oggettivamente sbagliati o fatti male, è solo perché quando hai tra le mani il top vai a scovare anche l’impossibile.

E’ come quando lucidiamo a specchio l’antica credenza; è stata settimane, mesi ad accumulare polvere, granello in più manco ci facevamo caso.

Poi appena lucidata basta un solo granello di polvere che subito spicca.

Ecco la lista dei miei granelli di polvere, chissà se in casa Elite a qualcuno potrà interessare.

La sostituzione della fibbia della cinghia di sicurezza con una magnetica, così da fissarla con una mano sola.

Un sistema a scatti per gli adattatori forcella, tarati su 100/110/130 ecc. così da avere subito la giusta ampiezza. Ignoro completamente come poter creare una simile soluzione, ignoro anche se sia effettivamente possibile. Però sarebbe simpatica.

Il top sarebbe avere una scala graduata sul profilato, così chi ha più bici si segna le diverse distanze dei supporti per ogni sua bici e li regola subito, prima di poggiare la bici.

Sono certo vi stiate rendendo conto che sto davvero parlando di modifiche probabilmente fuori dalla realtà (non la fibbia magnetica, però), proprio perché davanti a un prodotto ben fatto, di altissima qualità, punti sempre più in alto.

E’ come quando testai i portapacchi BacMilano, gioielli di design e lavorazioni. Gli andai pescando dettagli insignificanti, che su un portapacchi di normale produzione, anche di fascia top, non mi sarei mai messo a discutere.

Se questo Workstand Race FC non fosse uno dei migliori sul mercato non starei qui con i miei progetti bislacchi.

Come la scala graduata, per esempio. Però, un consiglio per chi ha più bici, un riferimento dato con un punto di vernice (basta un semplice pennarello nitro) aiuta.

In tutta onestà non ho trovato alcun limite reale nell’utilizzo di questo cavalletto, anzi.

Richiede un approccio ai lavori diverso rispetto a un cavalletto a morsa, questo perché non possiamo avere ambedue le ruote installate contemporaneamente, ma è caratteristica di questa tipologia di cavalletti.

Un cavalletto che può competere con i banchi da lavoro, che però non possono essere agevolmente spostati.

Se sia preferibile un cavalletto come questo o uno a morsa è scelta figlia delle esigenze personali.

A breve pubblicherò un articolo con video per discutere l’argomento.

Per ora vi lascio ai link e alla recensione in video del Workstand Race FC, dove grazie al diverso mezzo di comunicazione posso mostrare meglio alcuni aspetti.

Infine solito avviso che non tutti i video sono “lanciati” anche qui sul blog, quindi la cosa migliore, se volete essere aggiornati sulle loro pubblicazioni, è iscriversi al canale You Tube del blog.

Elite

Elite Workstand Race FC

Accessori: supporto forcella

Accessori: adattatore TA 15

Accessori: vaschetta attrezzi

Recensione del Workstand Elite sul blog

Buone pedalate


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COMMENTS

  • <cite class="fn">marco soardi</cite>

    Ciao Fabio,un prodotto ben progettato e funzionale.
    Ti chiedo la distanza massima utile tra i due supporti scorrevoli sulla barra.
    Mi piacerebbe poterlo usare per il nostro tandem,ma dovrei usare come appoggio il movimento centrale eccentrico,cioè quello posteriore,in maniera possa essere più stabile,come portata massima ci siamo.
    Al limite, si potrebbero saldare due appendici di uguale sezione in testa ed in coda alla barra (alluminio,acciaio?) per avere una lunghezza di scorrimento maggiore.
    Che dici?
    Grazie mille

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Marco, come scritto nella recensione, il profilato è poco meno di 120cm. Ma se stai pensando al tandem non lo vedo adatto.

      Fabio

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