Selle Royal Respiro Soft Athletic

La prova su strada

Tempo di lettura: 9 minuti

La prova su strada.

Per questo test ho usato una sola bici, la mia PlanetX London Road. Il motivo l’ho spiegato in apertura ed è, riassumo, dovuto al fatto che la Athletic è ottimizzata in dimensioni ed ergonomia per una seduta con angolo della schiena di 45 gradi. Che è quello che assumo sull’inglesina. Le altre bici hanno un dislivello sella manubrio superiore; sarei potuto ricorrere a qualche altra mia bici, dove una Moderate avrebbe trovato facilmente casa. Però sapete che la mia prima regola nello svolgimento dei test è eliminare ogni variabile. Dopo tanti mesi con lei, conosco talmente bene ogni reazione della London Road che ormai mi accorgo pure se cambio una brugola…

Se la bici è stata una sola, altro è cambiato a ogni uscita per avere un quadro completo: abbigliamento e reggisella. Ho usato un completo da ciclismo con fondello top di gamma, un pantaloncino turistico con fondello messo lì per rappresentanza, abbigliamento casual (cioè pantaloni da trekking in cotone) quindi senza alcun fondello; la sella è stata ospitata su un reggisella in carbonio e su uno ammortizzato. Quando si dice la ricerca del comfort…

Che è poi ciò che cercavo e che mi ha spinto a chiedere a Selle Royal un esemplare in prova. Conosco abbastanza bene i loro prodotti, nel corso degli anni in cui ho spesso scelto dal loro catalogo selle da montare per bici uscite dal piccolo antro delle mia officina ho sempre avuto una buona impressione. Così come i ciclisti che ne hanno fatto uso. Però serviva un test con una sella a mia completa disposizione, su una bici che conosco bene e sui percorsi miei di prova: solo così avrei potuto dare un giudizio fondato.

L’ho trovato questo comfort? Si, e più di quanto mi aspettavo. L’esame più probante sono state alcune uscite lunghe (circa 4.30 h in sella) in abbigliamento casual, pantaloni civili senza fondello: tornato a casa le terga hanno ringraziato. In tanti anni è la prima volta che mi succede, un simile risultato non l’avevo ottenuto nemmeno con la mia Brooks ampiamente rodata.

Ci sono selle che appena ci monti sopra sono più cedevoli, trasmettono una immediata morbidezza, una sensazione di comodità superiore a questa Respiro. Però dura poco, venti minuti, a volte mezz’ora: poi diventano uno strazio perché troppa morbidezza è sempre deleteria alla lunga distanza. Quello che serve sono un mix di cedevolezza per adattarsi alla nostra fisionomia senza pressioni anomale o eccessive e una buona capacità di assorbire gli urti. Cioè quello che ho rilevato usando la Respiro.

Preferisco partire però proprio dalla ventilazione perché, di fatto, è l’unica sella sul mercato che adotta questa soluzione. Il che ha portato a chiedermi: in un mercato dove se un produttore ha una buona idea sei mesi dopo se la trova in qualche modo scopiazzata, possibile che nessuno ne ha profittato? Sarà valida questa ventilazione?

Si, ma non è stato semplice capirlo. Qui è ancora estate, difficile leggere meno di 26 gradi nelle ore più calde. Una temperatura elevata ma non tanto come quella di poche settimane fa. Pedalando non avverti chissà che differenza rispetto a una sella solo forata, capti qualcosa solo nel confronto con una sella piena. Non mi basta.

Così ho invertito i fattori, come feci durante il test di un casco per comprenderne la ventilazione: ho scelto di uscire con le temperature più basse del primo mattino, nel grigiore dell’alba. Non posso definirlo freddo, i suoi 14 gradi sono ancora tanti ma l’aria a quell’ora è frizzante come suol dirsi e avverti ogni spiffero. E lo spiffero tanto cercato è arrivato: non subito, bisogna superare i 25 km/h per avvertirlo; però c’è, ed è superiore a quello di una sella solo forata, senza cioè un canale a convogliare.

Vale il discorso che ho fatto più volte testando i caschi: anche se qualcosa la avverti netta solo in determinate condizioni non significa non esista a velocità inferiori o temperature diverse. Quel dato accorgimento sta lavorando ugualmente, poi è ovvio che restringendo il campo alla aerazione questa è sempre più efficace quanto maggiore è la velocità.

Promuovo l’Air ventilation system che insieme al rivestimento della sella rende la pedalata fresca; e posso dirlo perché ho fatto il confronto con altre due selle (una piena e una forata) nel corso delle stesse uscite. Ci è voluto un sacco di tempo: fermati, smonta, rimonta, metti in bolla, pedala, altra sosta, altra sella e così via. Però alla fine ne vengo sempre a capo e questo è quello che conta.

Quindi il nome Respiro questa sella se lo è meritato e noi possiamo archiviare la questione dedicandoci alla seduta. Uscire indossando un completo top di gamma, quindi con fondello di elevata qualità, è stato inutile se non addirittura un errore. A mia giustificazione posso solo dire che quella uscita mi serviva per accelerare i tempi, in questi giorni mi sto dedicando alla recensione di alcuni capi di abbigliamento ciclistico. E’ stata una uscita sprecata, fondello e sella si influenzavano a vicenda e cosa fosse merito di chi a fine giornata non lo avevo stabilito. Posso solo dire che ho passato 7 ore in sella e nemmeno l’ombra di un formicolio. Già, ma di chi il merito?

Non l’ho capito e quindi per l’uscita successiva ho indossato un pantaloncini turistico, taglio largo e senza bretelle: soprattutto con un fondello che sta lì giusto per ricordarci che sarebbe per andare in bici. Raramente l’ho tollerato per più di un’ora e infatti l’uscita programmata era fissata in 1,30h di durata, tutta sul pavé. Sono uscito alle 7 del mattino e tornato alle 11 passate e pure stavolta nemmeno l’ombra di un formicolio.

Il che un poco mi ha indisposto, un limite, un difetto, un qualcosa che non andasse bene lo volevo trovare. E arriviamo così alla prova regina: giro lungo, pavé in abbondanza (che qui non manca mai…) e abbigliamento casual. Ora voglio proprio vedere come ti comporti cara sella…

Che dirvi, ha vinto lei. Il comfort è stato elevatissimo per tutta la lunga pedalata, non ho rimpianto nel corso della giornata passata in sella (non tutta pedalando, qualche sosta c’è stata) l’assenza di un fondello a fare da filtro. Però, finalmente direi, un paio di cose che non ho gradito ci sono state. Usando abbigliamento non specifico ho trovato il grip della sella eccessivo per il mio stile di guida fatto di spostamenti continui per assecondare l’azione del momento; e ho accusato troppo contatto tra l’interno coscia e la zona della sella lì dove inizia ad allargarsi.

Deboli vero? Si, effettivamente sono condizionati dal mio modo di pedalare e non possono valere come regola generale. Ok, ma qualcosa devo scrivere nella colonna difetti, altrimenti mi sembra di non aver svolto il test in modo approfondito, come mi fosse sfuggito qualcosa… 😀

Scherzi a parte, la questione del grip l’avevo rilevata anche se in misura minore già pedalando con abbigliamento specifico. Questa non è una sella sportiva e non è indirizzata agli sportivi, Selle Royal ha in portafoglio un altro marchio a loro dedicato, quindi sarebbe ingiusto e sbagliato per un tester pretendere ciò per cui non è stata studiata. Però non è nemmeno una sella buona solo per le vasche in centro, anzi: ci puoi passare ore e ore sopra, la puoi montare su una tuttofare come su una Mtb (sempre in uso disimpegnato) o una trekking e anche il più serafico tra noi si trova a dover scivolare avanti o indietro per caricare la pedalata sul movimento in quello strappo duro o il posteriore in una frenata più decisa. In questi casi è sempre necessario alzarsi un pelo dalla sella.

Capovolgendo la cosa rilevo però come tanto grip sia un più che valido sostegno nella guida, perché spesso una sella più scivolosa aiuta la condotta più aggressiva ma penalizza nell’uso quotidiano. Dove non intendo un semplice commuting urbano ma il vero e proprio scorrazzare in bici, come piace a me. Infatti me sono andato anche per sentieri battuti è lì, dove pedali sempre seduto, il grip mi ha permesso un più facile controllo.

Quindi alla fine questo aspetto è influenzato da cosa si vuole e da come si pedala. Ogni ciclista valuterà, io al solito mi sforzo di offrirvi quanti più elementi posso.

Per questo ho deciso anche una altra configurazione, montando un reggisella ammortizzato; per l’esattezza l’Ergotec Sp-05 che sia nel suo test che dopo ha viaggiato con molte selle differenti, quindi anche qui ho ormai ampiamente memorizzato il suo comportamento.

Il differente off set rispetto al reggisella usato prima ha richiesto un diverso settaggio della sella; in questo secondo caso ho infatti preferito puntare leggermente verso il basso la punta (tanto non scivola…) invece che tenerla in bolla come fatto col reggisella a leggero arretramento.

Il reggisella Ergotec a smorzare i colpi più secchi, il RoyalGel ad assorbire gli altri, alla fine non dico che pavé e sentieri son diventati asfalto ma poco ci è mancato.

Non chiudo questo paragrafo relativo alla prova su strada con l’ergonomia, anche se è aspetto tenuto in gran conto da Selle Royal che ha sempre investito molto in ricerca in questo campo.

Lo scopo di un test, o almeno dei test come li svolgo io, è fornire quante più informazioni possibili al maggior numero di ciclisti. Quindi devo essere asettico, impersonale quasi. L’ergonomia è strettamente personale, ognuno di noi è diverso dall’altro e ciò che funziona bene con me può non funzionare con altro ciclista. A maggior ragione con le selle: quante volte abbiamo letto sui forum chi magnificava e chi malediceva la stessa sella? Colpa della sella? No, semplicemente a ogni ciclista la sua.

Io mi ci sono trovato benissimo, avrei preferito solo un altro poco di spazio libero lì dove la sella inizia ad allargarsi; perché pedalo stretto con le ginocchia e perché ho le fasce femorali (gli adduttori soprattutto) più cicciotti, quindi prediligo selle sottili. Ma a che serve dirlo? Vabbè, l’ho detto uguale, considerate la domanda come retorica.

Il fatto la sella si sia rivelata quasi perfettamente adatta alla mia morfologia quanto è utile ad altri ciclisti? Ben poco. Però lo sapete, non mi fermo davanti a nessun ostacolo e così ho condotto un ulteriore test sul campo, consegnando le selle (due, per l’occasione: già montate su due reggisella diversi) per vari giri a un folto gruppo di pedalatori non sportivi: turisti, ciclisti urbani, ciclisti per diletto e tutti accumunati da molto anni in sella e un uso continuo della bici. Responso finale? Tutti si son trovati a loro agio, tranne uno che la voleva più larga dietro (come tutto è relativo, vero?) e un altro a cui dava fastidio la punta, per lui troppo prominente.

Non sarà quindi la sella universale, però se accontenta un buon numero di ciclisti è segno che l’ergonomia comunque è buona, copre una vasta fascia di utenza. Ho escluso da questo raffronto i ciclisti sportivi perché la sella, come detto, non è destinata a loro.

Bene, tutto quello che potevo testare l’ho testato, passiamo alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">alfaluna</cite>

    ottimo test come sempre e come sai non ti ho mai nascosto la mia curiosità sulla scentia

    …..che speravo fosse lei nel test 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Lorenzo, ti dico la verità ci avevo pensato. Ho desistito perché volevo proporre una sella più universale e meno specialistica.
      Con Scientia mi sarei trovato, da tester, ad affrontare un problema pratico: viste configurazioni e personalizzazioni, quanto sarebbe stato utile un mio test? La sella è sempre difficile da provare, può anche essere ottima ma se non è adatta alla tua conformazione è inutile. Con una Scientia avrei dovuto provare un modello adatto solo a me, mentre la Respiro, pur nelle sue diverse configurazioni, resta una sella che si adatta facilmente a una quantità di ciclisti.
      Ma non è detto in futuro non la proporrò, se l’azienda sarà d’accordo a fornirmene un esemplare in prova.

      Fabio

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Bel prodotto…e visitando il sito bei prodotti!! Certamente la mia prossima sella sarà una di loro. 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Si, ottimi prodotti ma attenzione alla bici su cui sono destinate. Per le bdc hanno la linea a marchio Fizik, che è sempre gruppo Selle Royal, perché le selle a marchio Royal non si adattano alla posizione in bici da corsa.

      Fabio

  • <cite class="fn">Gian</cite>

    Io la uso da 2 anni mai avuto una sella migloore

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Gian, mi fa piacere il tuo intervento. Due anni son tanti, se qualcosa va storto in tutti questi mesi emerge per forza. Io non posso, ovviamente, fare test spalmati su un periodo così lungo (ciao Fabio, ti abbiamo spedito quanto richiesto, quando pubblichi? Fra due anni…Eh???????) e quindi i vostri riscontri sono importantissimi.
      Soprattutto mi fa piacere vedere dalle statistiche che l’articolo è molto letto; ero titubante quando pianificai la cosa, non sapevo fino a che punto questa mia volontà di uscire dai canoni del ciclismo sportivo proponendo test di materiale meno specialistico sarebbe stata seguita. Ma sembra ci abbia visto giusto, una volta tanto 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Gianni</cite>

    ciao a Tutti,
    mi accingo metter giù una prima impressione sulla sella che Fabio ha impeccabilmente recensito.
    La Respiro attualmente è montata su una bici ben diversa da quella per cui è stata concepita ovvero una ciclocross Kinesis crosslight 2 pro che presenta un dislivello sella manubrio di circa 8 cm. Con questa bici, per la quale ho un “kit touring” tra stem rialzato, tripla 26-36-46 ed accessori vari, ho intenzione di intraprendere il mio primo breve cicloviaggio per la penisola istriana l’anno prossimo quindi inizio fin d’ora a cercare il comfort adeguato.
    Oggi, in configurazione ciclocross pura, poco meno di 80 km a circa 22km/h di media. Sterrati ed argini dell’Isonzo per 25km circa, ciclabili di brecciolino ed asfalto.
    Sella in bolla ed arretramento inferiore di circa mezzo cm rispetto a quanto tengo sulle altre bici dato che mi sentivo un po’ più indietro del solito.
    Nonostante la schiena ben al di sotto dei 45° non ho avvertito compressioni fastidiose. La sella è un filtro perfetto per le asperità e sugli sterrati ogni colpo è attutito. il gel è ottimo e non cedevole.
    Ho riscontrato due note al momento dolenti: male alle ossa ischiatiche, non forte per intenderci ma c’è, ed arrossamento bilaterale tra la fine dei glutei e le cosce come se la sella fosse troppo larga.
    Il prossimo giro ho intenzione di farlo in assetto turistico per quanto riguarda lo stem che riduce il dislivello a circa 4 cm per capire se nel mio caso la variazione di postura possa permettere un appoggio più confortevole ed una riduzione degli sfregamenti.
    per ora è tutto.
    a presto

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Gianni, la Respiro è molto comoda ma poco adatta a una postura diversa da quella indicata dalla casa. In un certo senso la potrei definire una sella specialistica malgrado si rivolga a una vasta platea proprio perché la sua forma è studiata per un dato assetto. Quando ci si scosta si perde molto del suo comfort. Oltre questo c’è da lavorare un poco sull’arretramento, nella guida più aggressiva è meglio tenerla un pelo dietro di come si fa di solito con altre selle. La punta è corposa come hai visto e offre solido appoggio ma avrai anche notato come inizia ad allargare presto dietro; credo sia qui la causa del tuo problema.
      Dolori a me mai comparsi, nemmeno dopo tante ore pedalate con pantaloni “civili”; ma anche qui credo sia un problema di postura.
      Fammi sapere cambiando assetto come ti troverai.

      Fabio

  • <cite class="fn">Gianni</cite>

    Ciao Fabio,
    sono del tuo stesso avviso rispetto alla sua specificità. oggi, cosa che mi ha positivamente stupito, ho anche viaggiato in presa bassa per qualche chilometro tra i 30 ed i 35 orari senza particolari problemi. ovvio, non è la max flite gel flow che monto di solito sulla cx e sulla bdc ma tutto sommato mi ha permesso qual che non immaginavo. Piuttosto, giusto per curiosità, ritieni che vada arretrata nella guida più aggressiva, per compensare la tendenza ad avanzare data la svasatura importante?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Gianni, esattamente, per compensare. Poi certo, ognuno di noi è diverso e ciò che funziona con uno non è detto serva ad un altro, a maggior ragione parlando di selle. Comunque fai una prova, forse potrebbe aiutarti a risolvere

      Fabio

  • <cite class="fn">Gianni</cite>

    Ciao Fabio,
    purtroppo le giornate che si accorciano ed il lavoro mi lasciano sempre meno tempo alla bici. sono però riuscito a far poco meno di due ore in assetto turismo montando un attacco ben più angolato ed effettivamente la sella presenta un appoggio molto più confortevole. Diciamo che con questo assetto inizia ad aver la sua giusta collocazione.
    Sorvolo sulla “strana” guidabilità dellal mia cx con tale assetto che sulle prime mi ha sconcertato non poco per via di un avantreno che sento adesso molto leggero ma al quale dopo un po’, nel corso del giro, mi sono abituato. La colonna vertebrale molto meno inclinata rispetto alla postura che assumo sulla bdc e sulla mtb mi ha fatto sentire la pedalata diversa, molto meno votata allo sport e più incline a farmi godere il paesaggio. dovrò vedere come mi gestirò con questo assetto in salita.
    ma torniamo alla sella. Le impressioni di questo assaggio sono state sicuramente per buona parte positive.
    L’appoggio è più naturale e ho potuto procedere alla regolazione dell’arretramento che uso di solito. Pressioni sui tessuti molli minime, sfregamenti del retro coscia praticamente adesso assenti.
    Di contro avverto sempre una leggera pressione ischiatica ed il naso, importante, al momento lo avverto mentre pedalo.
    Ovviamente è ancora presto per dare un giudizio accurato ma penso di aver imboccato la strada giusta per poter convolare a giuste nozze.
    Ci aggiorniamo presto
    Gianni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ottimo Gianni, mi fa piacere stai trovando la regolazione.
      Selle Royal suggerisce a chi avverte troppo la pressione del naso di puntarlo leggermente in basso; non in bolla perfetta quindi. Potrebbe essere il tassello che ti manca

      Fabio

  • <cite class="fn">Gianni</cite>

    ad un mese dall’ultimo posto relativo alla sella purtroppo mi sa che devo sventolare bandiera bianca.
    Ho montato la sella su una bici da viaggio, una mtb con dislivello sella manubrio inesistente, manubrio prima tradizionale, poi a farfalla compensato nelle quote da uno stem di lunghezza adeguata.
    Arretramento e altezza come da indicazioni. Le ossa ischiatiche stanno ottimamente ma il naso mi ha causato una settimana di dolori da compressione. In pratica è come se l’angolo che assumo da seduto con il bacino (e la schiena) determini lo scarico di parte del mio peso sul naso e non sul foro. La variazione d inclinazione non porta ai benefici sperati poichè continuando ad inclinare la sella arrivo ad uno scivolamento con relativa compressione che vanifica l’inclinazione stessa. Nemmeno la variazione dell’arretramento anche significativa, siamo nell’ordine dei 2 cm, riesce a farmi trovare una posizione adeguata.
    Immagino che il problema non sia stato evidente sulla cx dove la posizione assunta non mi ha portato ad una rotazione solidale del bacino e della schiena cosa che avviene tendenzialmente sull’altra bici.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Gianni, mi sono perso…
      Ero rimasto a una bici dove avevi la schiena reclinata il giusto per questa sella e infatti mi sembra aver capito che dopo qualche regolazione hai trovato la postura.
      Ora leggo di questa Mtb con manubrio a farfalla, mumble mumble…
      Ma è la bici sulla quale dal primo momento avevi deciso avresti montato la Respiro? Perché se è così, la versione non è quella giusta, non ti funzionerà mai bene.
      La Respiro ha il suo pregio e il suo limite in una ottima ergonomia: proprio la sua specializzazione, con tre differenti versioni a seconda della postura è appunto il pregio e il limite, perché se usi una versione inadatta diventa uno strazio.

      Fabio

  • <cite class="fn">Gianni</cite>

    e mi sa che hai perfettamente ragione circa l’ergonomia della sella: con la cx infatti ho trovato una posizione adeguata ma non perfetta. nell’altra bici che ho allestito (che ho intenzione di utilizzare come bici per mettere sia un po’ da parte l’auto per la vita quotidiana che per un viaggio in cui la cx si rileverebbe meno confortevole ) ho sperimentato con risultati deludenti la sella.
    Con una più tradizionale flx gel flow di selle italia mi sto trovando bene.

    Premetto che non sono un sostenitore del concetto di arretramento unico, fisso, immutabile e scolpito nella roccia ma una curiosità: è la prima volta che utilizzo selle sopra i 145mm di larghezza e mi chiedo se anche per selle con forme più turistiche si debba prendere in considerazione la faccenda dei 72mm o questa decada dato che con alcune di esse, flx gel flow o smp trk tanto per citarne due che ho avuto tra le mani, l’arretramento consigliato è impossibile dato che mancherebbero ancora 2 cm.
    A presto 😉

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Gianni, una prova su una bici con assetto più turistico, schiena più dritta per capirci di quanto previsto dalla casa madre per la versione Athletic, lo feci. Una mezz’ora e fu sufficiente a farmi capire che l’indicazione del produttore è giusta, non un semplice espediente. Non ho approfondito nella recensione perché sarebbe stato fuorviante per il lettore, in tanto leggono scorrendo veloci e una foto o una frase sulla sella montata su una bici con posizione non giusta sarebbe potuta essere male interpretata.

      Probabilmente nel tuo caso hai semplicemente bisogno della versione moderate, se sulla cx hai apprezzato la Respiro e vuoi continuare a usarla.

      La questione dei 72mm è una convenzione, ormai ha perso quasi del tutto la sua validità. Andava bene quando le selle, più o meno, erano quasi tutte uguali per forma e dimensioni. Adesso l’unica è cercare nella scheda tecnica per quei produttori che indicano il centro anatomico o chiedere direttamente a loro.

      Anche rilevarlo misurando dalla punta o dalla fine, a seconda, è valido fino a un certo punto. Troppe variabili, troppe forme, troppe dimensioni, troppa specializzazione che, lo abbiamo visto proprio con la tua esperienza, alla fine rischiano solo di mandare in confusione.

      Fabio

Commenta anche tu!