Met Manta
Ci sono ancora persone che reputano il casco in bici un inutile fastidio; il suo uso relegato al più ai fanatici sportivi. Io invece sono uno che alla necessità del casco, come di qualunque altro presidio di sicurezza, crede fermamente e per questo oggi vi propongo il test di un altro casco: il Met Manta.
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Un top di gamma sportivo, usato spesso dai professionisti in gara e caratterizzato dall’assenza della grossa presa d’aria frontale per favorire la penetrazione aerodinamica. L’azienda valuta il vantaggio in circa 10 watts a 50 km/h rispetto a caschi similari.
Vi dico subito che non è questo che mi ha spinto a chiedere alla Met Helmets un Manta in prova; non sarei oggettivamente in grado di verificare se i watts sono veramente 10 o 8.
Volevo invece capire se rinunciare alla presa frontale avrebbe pregiudicato il comfort, riducendo in maniera drastica la ventilazione. Perché nessuno di noi pedala costante a 50 km/h e dei watts in più o in meno possiamo anche non curarci. Tutti noi pedaliamo col caldo: e un casco che mi diventa una stufetta in testa potrà darmi tutto il vantaggio che vuoi ma io non lo userei. Se resto fresco uguale e in più ottengo anche un vantaggio aerodinamico, allora sono contento 😀
Sul blog ho già recensito un altro casco Met Helmets ed è stato lo Strale; un casco classico e dall’invidiabile rapporto qualità prezzo. Qualche calo su un paio di finiture, ma sarebbe stato impossibile fare di più per i pochi euro chiesti al momento dell’acquisto. Poi mi è venuto in mente di provare un casco aerodinamico per capirne il comfort, soprattutto ora che il gran caldo è arrivato, ed è stato naturale per me rivolgermi nuovamente alla Met Helmets; sia perché ha appunto il Manta a catalogo e sia perché ha dimostrato grande professionalità e solerzia nell’aderire alle mie richieste e quindi io ringrazio.
Il punto focale di questo test non sarà quindi stabilire se e quanto vantaggio in termini di watts offre questo Met Manta. Non ho strumenti per quantificarlo né una galleria del vento a disposizione. Non ho motivo di dubitare della bontà dei test svolti dall’azienda, quindi mi concentrerò per capire se e quanto paghiamo in termini di comfort e aerazione nell’avere un casco con la zona frontale chiusa. Posto cioè che un miglioramento della penetrazione aerodinamica c’è, la domanda a cui cercherò di rispondere è: cosa devo sacrificare per ottenere questo vantaggio?
Seguiremo lo schema solito dei test, partendo dalla presentazione statica.
Voltiamo pagina e vediamo come è fatto.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Come sempre ottima recensione. Posso fare un appunto solo grafico/di impaginazione? Si riuscirebbe a mettere dei tasti di avanzamento di pagina a fondo pagina? Un “NEXT” o simile bello grande? Soprattutto per la navigazione da mobile è piuttosto difficile andare a beccare il numeretto della pagina successiva senza scorrere tutta la pagina a ritroso per andare all’elenco in alto…
Ciao Damiano, hai ragione. Comunque oltre i numeri di pagina trovi poco più sotto il titolo del paragrafo successivo che è cliccabile. Dopo il box autore per capirci.
La paginazione lavora grazie a un apposito software e le frecce next e previous sono attivate ma per ragioni che ancora non ho compreso non sono visibili. Avverto anche io la necessità di avere una navigazione più fruibile e ci sto lavorando. E l’unico modo per capire se una modifica funziona è attivarla e vedere come va. Preferisco evitare di mettere il blog offline mentre testo i pkugin. Un poco di pazienza, sono praticamente da solo a occuparmi di tutto…
Fabio
Salve! Ma quante ore effettive di ricarica occorrono? Grazie!
Ciao Francesco, una oretta circa.
Fabio
Ciao Fabio, ho comprato da un pò questo splendido casco per sostituire il mio vecchio Viper MX della Casco, quest’ultimo non proprio un casco da corsa su strada su strada però fatto molto bene.Con l’arrivo del gran caldo e le pedalate al tramonto mi sono accorto però di una cosa. Il Viper era dotato di una retina interna che impediva agli insetti entrati dalle fessure di aereazione di dar noia. purtroppo il MET non ha lo stesso accorgimento e proprio ieri mi sono dovuto fermare più di una volta causa ingresso di insetti nel casco con non pochi fastidi. Sai se anche loro hanno a disposizone come accessorio una qualche protezione interna oppure se devo indossare per forza qualcosa sotto tipo bandana, cappellino ect?
Ciao Giovanni, purtroppo la retina non è prevista nemmeno come optional.
Dico purtroppo perché ho rilevato la cosa nel test del Crossover che la usa e nel test di prossima pubblicazione del Rivale che non la usa.
E’ politica di Met dotarne solo i caschi gamma Active, la Strada no.
Ma il moschillo mica lo sa se un casco è sportivo o no…
Comunque non è difficile creare una protezione a rete, basta un ferramenta ben fornito. Si taglia una pelle di rete e si incolla all’imbottitura removibile (mai all’EPS) e il gioco è fatto.
Fabio
Buongiorno a tutti. Voglio sfruttare questo spazio stamattina per ringraziare pubblicamente la MET. Ieri il mio Manta mi ha letteralmente salvato la vita. Pedalavo di buon ora su tratto rettilineo ad una bella velocità mentre godevo l’aria fresca del mattino.All’improvviso in maniera inattesa un cane spuntava da dietro un muro assalendomi sulla ruota posteriore.Fra lo spavento ed il tentativo di evitare l’aggressione ho perso il controllo della mia Dogma, rovinando a terra sul fianco sinistro e sbattendo violentemente la tempia sull’asfalto. Le urla hanno fatto scappare l’animale e dopo attimi di intenso dolore mi sono messo seduto, per poi pian piano riuscire a rimettermi in sella e fare i pochi chilometri verso casa. Proprio li fra le tante escoriazioni ed i dolori lancinanti alla spalla ed al torace, mi sono accorto del terribile impatto sul casco. Esso ha assorbito alla perfezione, lesionandosi si, ma salvandomi letteralmente. Grazie ancora MET.
E porca pupazza! Si, vale sempre che uno dice “meno male che puoi raccontarlo”.
Io invece penso sempre che sarebbe meglio non doverle proprio raccontare queste cose.
Comunque, spero che una importante testimonianza come la tua, purtroppo diretta, aiuti a far capire che il casco in bici serve, sempre.
Quale che sia purché sia buono.
In gamba Giovanni
Fabio