Confindustria Energia sfiducia il presidente pro ambiente

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Confindustria Energia ha deciso di sfiduciare Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura, ossia la principale Associazione della filiera industriale nazionale dell’energia elettrica, rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico italiano.

L’associazione ha l’obiettivo fondamentale di promuovere lo sviluppo del settore elettrico italiano nella direzione della transizione energetica, un percorso di rilancio della filiera industriale che consente di creare notevoli benefici per l’economia e l’occupazione aumentando la sicurezza, l’indipendenza, la sostenibilità e la competitività dell’Italia.

L’accusa mossa dai piani alti di Confindustria? L’appoggio al Green Deal e non essere “abbastanza allineato” con Palazzo Chigi.

Del resto nella sua prima uscita pubblica il neo presidente di Confindustria Orsini aveva subito messo in chiaro la sua idea sulla strada da seguire, con una invettiva verso qualunque provvedimento a tutela dell’ambiente e tutto a salvaguardia dell’industria automobilistica.

Legittimo che Confindustria decida a chi affidare cosa; meno confortante vedere un sì palese schieramento politico, con posizioni da padrone ottocentesco assunte da Orsini. Col paradosso che ogni politica economica nel senso auspicato da Confindustria e voluto dal governo va a colpire proprio chi quel governo ha votato. Come successo in Germania pochi giorni fa nelle elezioni svolte nell’ex Germania est. 

Orsini, in buona compagnia con l’attuale compagine di governo, ha travisato il corposo studio presentato da Mario Draghi, sostenendo posizioni anacronistiche e deleterie per l’industria nostrana nel medio e lungo periodo.

Per conseguire un ritorno immediato si sceglie la strategia dei passi indietro sui temi ambientali e di conversione industriale, che significa quest’ultima impegnare risorse in sviluppo e ricerca; investimenti che evidentemente Orsini non ritiene giusto impegnare, preferendo carbone e mattone.

Così nello spoil system della nuova reggenza salta chi non è allineato. Non solo all’associazione, a quanto pare.

Andando però contro gli interessi dei suoi stessi associati, la storia ha dimostrato come l’appiattimento sulle posizioni del governo in quel momento in carica ha sempre danneggiato gli industriali.

A questo aggiungiamo una posizione che va contro il futuro stesso del nostro Paese e dell’Europa, non solo sul piano ambientale ma soprattutto su quello economico.

L’Italia è all’avanguardia nelle energie rinnovabili e lo deve molto anche a Re Rebaudengo.

Esempio di quella classe manageriale capace di andare oltre il bilancio trimestrale, uomo con una visione del futuro e mecenate, che è sempre cosa buona. Vi consiglio una lettura dei suoi scritti.

Farlo fuori non è buon segno, per noi, per la Confindustria stessa e chiarisce fin troppo bene l’arretramento culturale a cui la nuova dirigenza sta spingendo l’associazione.

Molto triste.

Buone pedalate

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