[Officina] Gli attrezzi per la bici, la chiave dinamometrica

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La chiave dinamometrica è la protagonista dell’ultima puntata in questo lungo viaggio tra gli attrezzi per curare la manutenzione della bici.

Chiave dinamometriche per bicicletta regolabile a cricchetto e fissa

In queste settimane abbiamo conosciuto il kit minimo, quello che chiunque dovrebbe avere anche se le mani sulla bici non le mette quasi mai.

Abbiamo dato una veloce scorsa agli attrezzi generici, non studiati per la bici ma che alla bici comunque servono.

Siamo entrati nel vivo dividendo la bicicletta in zone di lavoro e iniziando con ciò che serve (e non serve a tutti) per preparare il telaio al montaggio e aver cura della serie sterzo.

Abbiamo approfondito i tanti standard e di conseguenza i tanti attrezzi di cui abbisogna la trasmissione.

Ci siamo spostati su freni e ruote, importanti perché averne cura significa aver cura della nostra sicurezza.

E proprio in nome della sicurezza ogni vite o brugola presente sulla bici e gli estrattori visti nelle scorse puntate hanno bisogno di un utensile specifico perché il lavoro sia ben fatto: la chiave dinamometrica.

Cos’è? E’ un attrezzo che misura la forza impressa e si blocca quando questa è raggiunta.

Evitando di serrare troppo, che è ugualmente dannoso e pericoloso come serrare poco.

Il pregiudizio più comune verso la dinamometrica è che sia attrezzo riservato solo ai possessori di bici e componenti in fibra di carbonio.

Errore. Ogni vite, ghiera, calotta, ha una sua coppia di serraggio. Significa che lavora bene ed è sicura quando la avvitiamo nel range previsto o a quel valore determinato.

Perché quale che sia il materiale del telaio o del componente, quella la forza che in fase di progettazione è stata valutata ottimale.

A parte poi che anche telai e componenti in acciaio e alluminio si danneggiano quando serriamo con troppa forza (magari non si vede ma la tensione c’è ed è dannosa, affatica) e vi assicuro che ne ho visti di telai schiacciati da collarini per deragliatore o cavalletti da telaio stretti all’inverosimile.

Certo, il discorso si fa più delicato con la fibra di carbonio; un tubo piantone in acciaio schiacciato dal collarino non si spaccherà, la bici bene o male su strada ci andrà uguale. Un piantone in composito si spacca e la bici la butti.

Però è bene capire che il telaio in composito non si spacca perché fragile ma perché la fibra di carbonio è orientata nel verso delle forze che deve gestire durante la pedalata: e lo schiacciamento non è fra queste.

Ed è bene sapere che i valori indicati sul componente sono quelli giusti ma il punto di rottura arriva parecchio dopo. Che non è un invito a stringere di più, solo a non farsi venire l’ansia.

Oltre a essere invito ad acquistare sempre una chiave dinamometrica di buona qualità.

Uno sfasamento della misurazione del 10% non è accettabile ma non (troppo) pericoloso su coppie basse di serraggio.

Uno sfasamento superiore si, di fatto è un attrezzo inutile.

I soldi risparmiati saranno poi spesi con gli interessi per rimediare ai danni.

Vi ho terrorizzato? Non penso, spero però di avervi messo in guardia.

E spero col prossimo paragrafo di aiutarvi a scegliere la giusta chiave dinamometrica.

Voltiamo pagina.


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