Met Manta

Come è fatto

Tempo di lettura: 6 minuti

Come è fatto

La prima cosa che balza all’occhio osservando il casco è l’assenza di una apertura centrale; solo due ai lati, ben evidenziate in questa grintosa colorazione dai profili rossi all’interno. Ruotandolo si apprezzano invece le ampie feritoie di sfogo, dal look gradevolmente aggressivo.

Talmente ampie le aperture posteriori che vien da chiederti quanta aria dovranno estrarre e soprattutto da dove entra, vista parte frontale chiusa. Scendiamo allora più in dettaglio per seguire meglio il percorso della brezza che dovrà tenerci la capoccia al fresco.

L’ingresso è gestito dalla coppia di grosse prese poste ai lati; a loro volta affiancate da una altra coppia (una per lato) posta sui fianchi del casco. E sulla sommità troviamo la presa NACA con effetto Venturi, che è anche il segno distintivo per i modelli sportivi della casa. Abbiamo così sette prese di ingresso.

In numero pari le aperture di sfogo; una per lato sui fianchi e quattro in posizione centrale.

In totale 13 prese d’aria, e non è comunque poco. Continuiamo con l’esplorazione, sul sistema di ventilazione torneremo più avanti con un paragrafo dedicato.

Lasciamo il casco nella vista posteriore e dedichiamoci al sistema di regolazione della calzata; in foto possiamo vedere chiaramente sia la “fascia” per la nuca che il piccolo pomello di regolazione.

Il sistema è il Safe-T Advanced, riservato ai caschi top della casa. Abbiamo sia la classica regolazione della circonferenza che la possibilità di scorrere verso l’alto o il basso su quattro posizioni. Impossibile non trovare la calzata migliore per noi.

In dettaglio possiamo vedere la piccola rotella per la regolazione della circonferenza e all’interno la fibbia che possiamo far scorrere su e giù.

Già la sola escursione della regolazione della circonferenza è sufficiente a trovare la posizione più confortevole e sicura per noi, grazie alla sua ampiezza. Aggiungendo l’ulteriore regolazione verticale chiunque potrà trovare la perfetta calzata.

Inoltre il sistema prevede una “corona” che fascia tutta la testa. Per capirci, non è che si limita ad avanzare la fascia dietro la nuca schiacciando la fronte contro il casco come avviene su alcuni caschi di bassa gamma: qui abbiamo una struttura completa che avvolge il capo. Un casco ben saldo sulla testa è un casco che farà adeguatamente il suo dovere, non è solo una questione di comfort.

Un video, prelevato dal canale ufficiale, chiarisce il funzionamento del Safe-T Advanced meglio delle mie parole.

E visto che abbiamo citato l’importanza di un casco ben saldo in testa vediamo il cinturino. Doppia regolazione: le clip del sistema Airlite straps e la classica fibbia di chiusura, con anello per facilitare la regolazione e una piccola molla sagomata per trattenere la zona ripiegata.

Guardiamo come è fatto dentro. Imbottitura estraibile e lavabile, presente in tutti i punti dove è necessaria; inoltre possiamo notare come nella zona frontale, ricavate all’interno del materiale di sicurezza, ci siano tre scanalature per favorire la ventilazione.

Però non è l’unico espediente per garantire il fresco: infatti di serie abbiamo il gel pad, da montare in sostituzione della imbottitura frontale.

Ne parlai durante il test del Met Strale e scrissi che mi sarebbe piaciuto provarlo, ma per lo Strale non è previsto di serie. Però è possibile acquistarlo a parte ed è installabile su qualunque casco della casa. Dovrei dirlo nell’ultimo paragrafo ma vi tolgo subito la curiosità: è efficace. Davvero mantiene la fronte fresca.

Un altro utile accessorio fornito di serie è la sacca per il trasporto e la conservazione. Un lato è in morbido e robusto tessuto imbottito, l’altro lato è in tessuto a rete. Così è possibile riporre il casco anche appena rientrati, l’interno si asciugherà senza problemi. Un laccetto ne assicura la chiusura.

Non prevista di serie ma acquistabile come optional la utilissima luce posteriore a led. E’ a batteria ricaricabile e alla alimentazione in fase di carica provvede il cavetto Usb/Micro Usb fornito in dotazione.

Si installa a incastro sulla fascia posta dietro la nuca; un incavo permette di conservare la piena funzionalità della rotellina di regolazione.

La luce può essere fissa, lampeggiante o a scorrimento.

Anche in questo caso preferisco ricorrere a un video del canale ufficiale della Met Helmets per illustrare il funzionamento della luce. Che vi consiglio di guardare, perché questa lucina ha anche l’utilissimo sensore crepuscolare, per cui si accenderà, dopo averne selezionato la funzione, ogni volta passeremo dalla luce al buio. Particolarmente indicato se nel nostro giro dovremo attraversare gallerie: la luce si accenderà e spegnerà da sola, senza obbligarci a soste.

Non mi stancherò mai di ripetere che in bici è importantissimo essere visibili. Anche di giorno, quante volte capita di affrontare una galleria? Avere sempre una lucetta subito disponibile è un plus di cui tengo gran conto. E non c’è pericolo di dimenticarla a casa, a meno di uscire dimenticando pure il casco…

Ben otto le versioni cromatiche disponibili, tra cui due repliche dei team del World Tour e una speciale Cavendish replica.

Il peso dichiarato è 200 grammi, esattamente lo stesso che ho rilevato io su questa taglia M in prova.

Tre le taglie disponibili: S, M e L, rispettivamente per circonferenze di 52/56, 54/58 e 59/62 cm.

Informazioni prelevate dalla pagina ufficiale.

Come anticipato, passiamo ora a un paragrafo dedicato esclusivamente al sistema di aerazione, concentrandoci in particolare sulla presa d’aria NACA con effetto Venturi.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Come sempre ottima recensione. Posso fare un appunto solo grafico/di impaginazione? Si riuscirebbe a mettere dei tasti di avanzamento di pagina a fondo pagina? Un “NEXT” o simile bello grande? Soprattutto per la navigazione da mobile è piuttosto difficile andare a beccare il numeretto della pagina successiva senza scorrere tutta la pagina a ritroso per andare all’elenco in alto…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Damiano, hai ragione. Comunque oltre i numeri di pagina trovi poco più sotto il titolo del paragrafo successivo che è cliccabile. Dopo il box autore per capirci.
      La paginazione lavora grazie a un apposito software e le frecce next e previous sono attivate ma per ragioni che ancora non ho compreso non sono visibili. Avverto anche io la necessità di avere una navigazione più fruibile e ci sto lavorando. E l’unico modo per capire se una modifica funziona è attivarla e vedere come va. Preferisco evitare di mettere il blog offline mentre testo i pkugin. Un poco di pazienza, sono praticamente da solo a occuparmi di tutto…

      Fabio

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Salve! Ma quante ore effettive di ricarica occorrono? Grazie!

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Ciao Fabio, ho comprato da un pò questo splendido casco per sostituire il mio vecchio Viper MX della Casco, quest’ultimo non proprio un casco da corsa su strada su strada però fatto molto bene.Con l’arrivo del gran caldo e le pedalate al tramonto mi sono accorto però di una cosa. Il Viper era dotato di una retina interna che impediva agli insetti entrati dalle fessure di aereazione di dar noia. purtroppo il MET non ha lo stesso accorgimento e proprio ieri mi sono dovuto fermare più di una volta causa ingresso di insetti nel casco con non pochi fastidi. Sai se anche loro hanno a disposizone come accessorio una qualche protezione interna oppure se devo indossare per forza qualcosa sotto tipo bandana, cappellino ect?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, purtroppo la retina non è prevista nemmeno come optional.
      Dico purtroppo perché ho rilevato la cosa nel test del Crossover che la usa e nel test di prossima pubblicazione del Rivale che non la usa.
      E’ politica di Met dotarne solo i caschi gamma Active, la Strada no.
      Ma il moschillo mica lo sa se un casco è sportivo o no…

      Comunque non è difficile creare una protezione a rete, basta un ferramenta ben fornito. Si taglia una pelle di rete e si incolla all’imbottitura removibile (mai all’EPS) e il gioco è fatto.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Buongiorno a tutti. Voglio sfruttare questo spazio stamattina per ringraziare pubblicamente la MET. Ieri il mio Manta mi ha letteralmente salvato la vita. Pedalavo di buon ora su tratto rettilineo ad una bella velocità mentre godevo l’aria fresca del mattino.All’improvviso in maniera inattesa un cane spuntava da dietro un muro assalendomi sulla ruota posteriore.Fra lo spavento ed il tentativo di evitare l’aggressione ho perso il controllo della mia Dogma, rovinando a terra sul fianco sinistro e sbattendo violentemente la tempia sull’asfalto. Le urla hanno fatto scappare l’animale e dopo attimi di intenso dolore mi sono messo seduto, per poi pian piano riuscire a rimettermi in sella e fare i pochi chilometri verso casa. Proprio li fra le tante escoriazioni ed i dolori lancinanti alla spalla ed al torace, mi sono accorto del terribile impatto sul casco. Esso ha assorbito alla perfezione, lesionandosi si, ma salvandomi letteralmente. Grazie ancora MET.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      E porca pupazza! Si, vale sempre che uno dice “meno male che puoi raccontarlo”.
      Io invece penso sempre che sarebbe meglio non doverle proprio raccontare queste cose.
      Comunque, spero che una importante testimonianza come la tua, purtroppo diretta, aiuti a far capire che il casco in bici serve, sempre.
      Quale che sia purché sia buono.
      In gamba Giovanni

      Fabio

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