Le (Mini Fat) E-bike illegali danneggiano tutti

Negli ultimi anni è esploso il fenomeno delle mini fat e-bike, vendute in ogni dove e offerte a prezzi bassissimi, soprattutto in rete.
Il problema è che la stragrande maggioranza di queste finte e-bike non è a norma.
Facilmente modificabili dall’utente finale (quando non direttamente dal venditore), superano sia il limite di potenza (250W) che quello di velocità (25 km/h, oltre il motore dovrebbe staccare) e in più hanno un acceleratore a pulsante che le rende veri e propri ciclomotori elettrici, visto che non serve nemmeno pedalare.
Ne parlai in questo articolo, spiegando come riconoscere una e-bike non a norma e indicando sanzioni e conseguenza. Quindi per l’aspetto tecnico/legale potete fare riferimento a quanto già pubblicato.
Qualcosa inizia a muoversi a livello europeo, in Olanda dove sono assai diffuse (anche se credo sia più una questione di controlli sul territorio che fa emergere il dato) sono state confiscate tra luglio e settembre circa 20.000 mini fat-ebike illegali, quasi tutte di provenienza cinese.
Confiscate perché non a norma, quindi potenza e velocità superiori a quanto prescritto dalla legge; nonché su molti modelli presenza dell’acceleratore.
La questione può apparire a molti tutto sommato secondaria ma non lo è.
Come scrissi nell’articolo indicato prima, queste finte e-bike sono veri e propri ciclomotori: che però viaggiano su strada senza copertura assicurativa, targa, obbligo di casco e quant’altro. Godendo però dei vantaggi dell’essere biciclette, quindi accesso alle ciclabili (dove viaggiano a velocità elevatissime), alle zone pedonali e così via.
Non posso parlare per tutta l’Europa né per tutta la nostra Penisola: posso però affermare con assoluta certezza di non essere smentito che qui, nella mia città all’ombra del Vesuvio, la stragrande maggioranza delle e-bike che sfrecciano incuranti di leggi e regole sono fuorilegge.
Sono addirittura diventate uno status symbol per una certa fascia della popolazione, quella che nel mio lavoro reale ho sempre rifiutato di avere nel mio studio.
L’utenza è quasi tutta composta da persone che non hanno né passione né conoscenza della bicicletta, sono fuori dal nostro mondo a pedali.
Non metto in dubbio che una minoranza inconsapevole ci sia, persone cioè che acquistano in buona fede credendo che il prodotto sia legale. Questo non scusa, la legge non consente ignoranza, ma almeno rende il quadro meno desolante.
Quadro che però preso nel suo complesso è assai grave.
Perché ad essere danneggiati da queste e-bike illegali siamo anzitutto noi ciclisti.
Lo siamo nella percezione che ha il mondo esterno di noi pedalatori, si trasferisce su politici in perenne ricerca di consensi che impongono lacci e lacciuoli per soddisfare l’astio dei suoi elettori. Che sono per lo più analfabeti funzionali e quindi è gioco facile dargli in pasto il nemico di turno.
Senza dimenticare che conosco più di una persona che si vanta di essere “vero ciclista” e ignora del tutto cosa sia una e-bike a norma, definendole motorini tout court, anche quelle legali che, a loro dire, “vanno da sole, non pedali”.
Ma questo non significa che la colpa sia tutta lì, anzi.
C’è una precisa responsabilità di chi acquista queste e-bike illegali: c’è una precisa responsabilità di chi le vende o distribuisce.
Il fenomeno è troppo vasto perché bastino i controlli sul territorio, fermando e controllando le singole bici.
Ogni singola verifica richiede tempo, fermare il finto pedalatore può essere pericoloso (ne ho visti scansare lesti la paletta alzata, tanto senza targa che ti fanno?), il costo da sostenere per impegnare le Forze dell’Ordine è troppo elevato e tra l’altro sono pure sotto organico, quindi una pattuglia messa lì a controllare bici è una pattuglia che lo Stato non ha.
Allora che fare?
La soluzione potrebbe essere quella olandese, ossia andare alla fonte ed operare il sequestro direttamente sugli importatori e/o venditori.
Questo avrebbe un duplice vantaggio: da un lato semplifica le operazioni rendendole economicamente meno onerose in termini di uomini e mezzi da impegnare; dall’altro agendo su chi lucra funge da monito e di fatto disincentiva questa pratica illegale.
Insomma, colpire il mercato alla fonte.
Infatti l’Ispettorato per l’Ambiente e i Trasporti Olandesi, che ha operato in questa direzione, ha dichiarato: “Non ci si può aspettare che i giovani e le loro famiglie capiscano da soli se una fatbike è legale o meno. Questo compito spetta ai venditori e ai produttori”.
Qualcosa si muove anche a livello europeo, recentemente la Commissione Europea (CE) ha dichiarato le fat e-bike Ouxi V8 illegali in tutta l’UE.
Questo modello, di fabbricazione cinese, è a tutti gli effetti un ciclomotore. Ne è stato ordinato il ritiro dal mercato, e chiunque le guidi lo fa illegalmente e senza assicurazione. Nel 2024, si stima che siano state vendute 130.000 di queste biciclette. Le autorità olandesi stanno anche indagando sul principale venditore La Souris, accusato di commercializzare illegalmente queste fate-bike.
Il produttore è corso ai ripari proponendo una versione da 250W e a norma europea; ma è sempre disponibile quella da 750W non a norma UE, facilmente ordinabile online. Non solo dal sito del produttore ma anche sui principali siti di e-commerce.
Utile ma non risolutivo, basta una veloce scorsa ai principali market place dell’Estremo Oriente per rendersi conto che lo stesso modello (illegale) è venduto con una infinità di marchi, nomi e sigle diverse pur restando sostanzialmente gli stessi veicoli non a norma.
Ma è comunque una strada importante da seguire perché almeno blocca chi importa questi veicoli in grossi quantitativi, facendoli trovare già sul suolo nazionale invece di obbligare l’utente finale all’acquisto online, spesso non troppo conveniente per via della spedizione e, se non presente già in Europa, soggetto a dazi e controlli doganali.
Bloccare vendita e diffusione di queste e-bike illegali, che siano a ruote panciute o no, è fondamentale per la sicurezza di tutti e per noi ciclisti.
Perché ne paghiamo le conseguenze.
Si, noi che pedaliamo a norma finiamo nel calderone del facile populismo e rischiamo di pagare le colpe di chi non rispetta la legge, senza alcuna distinzione.
Per chi volesse c’è anche il video a questo link diretto.
Oppure miniatura in basso
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ciao Fabio, pienamente d’accordo su tutto. Qui a Roma almeno il 50% dei rider (Glovo, just eat, deliveroo ecc….) utilizzano questi mezzi.
ma per favore…. persino l’acceleratore è perfettamente legale: basta che non superi la velocità di 4-5 km/h entro la quale funziona in modalità walk assist. Si può sbloccare, è vero, ma si può disabilitare se vedi un posto di blocco.
E poi per quanto veloce possa sfrecciare una ebike non raggiungerà mai la velocità e la pericolosità di uno scooter.
Quell’altro pagliaccio di S. invece di incentivare l’uso della mobilità elettrica cosa fa? mette obbligo di assicurazione e targa… Dovrebbe, il Governo, incentivare l’uso di ebike/monopattini togliendo dalla strada scooter e moto che inquinano: mi porti a rottamare il tuo scooter vecchio e in cambio ti regalo una bici elettrica, in pochi anni avremmo metà del parco circolante molto più verde. Altra cosa: la muscolare può essere anche di intralcio per sè e per gli altri data la sua minor velocità e lentezza nel togliersi dagli impicci, va bene nel paesello di campagna o per gite fuori porta e perciò paradossalmente, a Napoli (o altre città) è più rischioso andare in muscolare che in elettrica.
Se non devi pedalare, è illegale; studia, poi ne riparliamo.
Puoi criticare me e i miei contenuti ma non trattare con sufficienza i lettori, motivo per cui ho cancellato la tua chiosa; studia la buona educazione, poi ne riparliamo.
Fabio
Temo si tratti di argomento in cui noi italiani diamo il mglio di noi: perchè non comprare semplicemente uno scooter elettrico se non vogliamo pedalare? Sarebbe più robusto, più sicuro, più veloce, più comodo. Temo che la risposta sia: perchè non vogliamo pagare bollo e usare il casco. Se così fosse, sarebbe un poco triste e abbastanza deprimente. Magari mi sbaglio, eh. Un certo presidente del consiglio disse che a pensar male…
non necessariamente, basta che non super i 5-6 km/h detta modalità spinta a mano, in aree pedonali dove non è possibile andare neanche con la muscolare. Sono incazzato come una iena perchè pur vivendo la tua stessa caotica città devo leggere di gente che preferisce un motore termico (co2, benzene, polveri sottili, rumori…) ad uno elettrico, cose da pazzi.
Per l’amico Damiano: guarda che io non voglio pagare nè bollo nè assicurazione però metto sempre il casco (anche quando non obbligatorio) e anzi invito l’ottimo Fabio a recensire anche qualche modello da ebike (c’è un’apposita certificazione NT667). Sono pronto a qualsiasi dibattito e chiarimento anche di persona, da uomini, perchè io preferisco di gran lunga la mobilità ecosostenibile e se poi c’è da far meno fatica grazie all’elettronica ma qual’è il problema? ma stai scherzando?
Il problema, che forse ti è sfuggito dal senso dell’articolo, è che non basta sia elettrico per godere impunità: deve essere anche rispettoso della normativa vigente.
Non puoi chiedere agli altri di rispettare la legge se poi sei il primo a violarla.
Caschi con omologazione e-bike sono stati recensiti, anche per e-pedalec. Così come do spazio alle e-bike nei test, compatibilmente col mio pochissimo tempo perché le bici a pedalata assistita sono molto faticose e lunghe da provare, i test di autonomia portano via settimane.
fabio
Ciao A., forse non sono stato chiaro, anche io ho una elettrica, ma bisogna pedalare anche con quella, casco (che io usa sempre, naturalmente) o no 🙂 Le mini fat di per sè non ci sono un gran problema, se venissero trattate come motorini (il famoso Ciao aveva i pedali, no?) quali essi sono. La mobilità elettrica è il futuro che vogliamo o dovremmo volere, non c’è dubbio, ma come per qualsiasi elemento della nostra realtà, la legalità deve essere sempre al primo posto. Ad esempio, non comprerei mai a questo punto uno scooter a motore, ma ciò non toglie che l’uso dovrebbe sempre rispettare le regole e la sicurezza degli altri utenti. Andare con il motorino su ciclabili e marciapiedi (per dire) perchè è elettrico, chiaramente non è la risposta.