Nel fine settimana appena trascorso si è tenuta a Mechelen, in Belgio, una interessante manifestazione organizzata da Shimano: il campionato europeo di meccanica ciclistica.
Ovviamente riservato ai meccanici dei vari Shimano Center sparsi sul continente, è alla sua prima edizione a livello europeo.
Le nazioni rappresentate, in ordine alfabetico, sono: Austria, Belgio, Brasile (Ospite Internazionale), Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svizzera e Ungheria.
Quattro le prove in cui i diversi team, composti da meccanici di identica nazionalità ma che lavorano in Shimano Center differenti, si sono cimentati:
Configurazione della trasmissione: installazione di una guarnitura anteriore SHIMANO CUES, scelta e installazione di una cassetta compatibile con la trasmissione CUES; messa a punto dei deragliatori anteriore e posteriore tramite E-TUBE PROJECT Cyclist per personalizzare i pulsanti del cambio SHIMANO ULTEGRA Di2.
Manutenzione delle ruote: manutenzione della ruota libera del mozzo , sostituzione del corpetto del mozzo ed esecuzione di uno spurgo dei freni.
Sistemi per bici elettriche Shimano: installazione di un’unità di trasmissione SHIMANO EP5, montaggio delle corone e delle pedivelle corrette e utilizzo di E-TUBE PROJECT Professional per diagnosticare gli errori della batteria.
Manutenzione del cambio interno al mozzo: smontaggio, pulizia e rimontaggio del cambio interno al mozzo SHIMANO NEXUS.
Ad aggiudicarsi la competizione è stato il Team Olanda (Jelmer Bijvang, Berend Bervoets e Kevin Smit), seguito dal Team Italia (Tommaso Pastorino – Marchisio Bici, Federico Sardu – Sportler Bike, Davide Bardelloni – Sportland Bike), a chiudere il podio il Team Germania (Patrick Rittmann, Klaus Molitor e Erik Stratmann).
Il Team Italia e il Team Olanda si sono affrontati in un’entusiasmante prova finale che ha messo alla prova le loro conoscenze.
Dopo la decisione dei giudici, Kevin Smit, del Wielercentrum Bruggemann di Ede, NL e Jelmer Bijvang, che lavora a Zwolle presso Scholten Fietsgoed, erano euforici nel relizzare di aver vinto: “In una parola? Incredibile! Abbiamo vinto davvero”, ha detto Kevin.
“Ce l’abbiamo fatta! Ed è per questo che siamo venuti qui, e ce l’abbiamo fatta”, ha aggiunto Jelmer.
“L’allenatore” del Team Olanda, Kenny van Hummel, ha detto qualcosa in più sulla prestazione del suo team: “Sono rimasto davvero colpito dai nostri ragazzi al Bike Mechanics Championship di questo fine settimana. Ciò che mi ha colpito è stata la loro capacità di bilanciare velocità e precisione. Hanno affrontato i compiti in modo efficiente, ma senza mai rinunciare all’accuratezza, concentrandosi su ogni passaggio e dettaglio delle sfide che li attendevano.
“Gli ultimi giorni sono stati incredibilmente emozionanti e sono orgoglioso di come si è comportato il nostro team. Berend [Bervoets] era così sicuro di sé e lo aveva già detto, “Vinceremo”, quindi non volevamo niente di meno. Ora, i ragazzi si portano a casa l’esperienza di competere al massimo livello, dove continueranno a fornire un livello di servizio di alta qualità presso i loro Shimano Service Center”.
Fin qui la cronaca, forse per alcuni poco interessante.
Ma faccio mie le note contenute nella press release ufficiale: “Con un numero sempre crescente di biciclette sul mercato e la crescente domanda di manutenzione professionale, la necessità di meccanici ben formati e altamente qualificati non è mai stata così alta. Shimano si impegna a migliorare la qualità del servizio di assistenza per biciclette mostrando la competenza dei meccanici di tutta Europa in questa entusiasmante competizione.”
Già, perché dobbiamo accettare che le bici, tutto il nostro mondo a pedali, è cambiato.
A non cambiare, almeno da noi, è la bislacca convinzione che se non sai mettere le mani sulla bici per ogni tipo di intervento non sei “un vero ciclista”.
Lo vivo quotidianamente, su due piani. Da un lato chi crede io sia un ciclista superiore perché raggio le ruote, monto telai da zero e risolvo il 99% dei problemi meccanici che mi arrivano; dall’altro dal mio osservatorio privilegiato vedo lo sconforto che coglie chi è attaccato sui social o in gruppo perché non sa smontare una guarnitura o fare uno spurgo.
Ora, posso assicurarvi che saper svolgere determinate operazioni o riuscire a individuare le cause dei problemi e risolverli non fa di me un ciclista superiore ma solo una persona che ha passione e tempo da dedicarci.
Non essere in grado di curare ogni sfaccettatura della meccanica della propria bici non è assolutamente motivo per sminuire chicchessia.
Ma come, parli te che ci hai riempito di articoli e video sulla manutenzione e la meccanica? Si, ma sapete bene come la penso: farlo per passione e amore per la propria bici, non certo per taccagneria altrimenti è sicuro il lavoro verrà male.
A parte poche operazioni fondamentali, per esempio sostituire una camera d’aria o lubrificare la catena o registrare un freno in autonomia, che significa non restare a piedi o compromettere la sicurezza, portare la bici dal meccanico è assolutamente lecito.
Ma che sia un meccanico vero, professionale e con la certezza di una preparazione frutto non solo della propria etica che gli impone di tenersi aggiornato: che deriva anche dall’aver frequentato i corsi che le aziende come Shimano propongono per la continua e costante formazione.
Dico professionale e non professionista perché la figura del meccanico di bici in Italia non esiste sul piano legislativo e contrattuale. Però questo è discorso diverso che prima o poi affronterò.
Molti, ancora troppi, i meccanici improvvisati o fermi a regole e operazioni che andavano bene 30 anni fa. Ora serve, ma in realtà è sempre servita, anzitutto la curiosità. Perché se non sei curioso, non impari.
Servono costanza e voglia di crescere, non importa l’età.
Ho avidamente ascoltato i discorsi di due meccanici Shimano Service Center: il primo mio quasi coetaneo (che è modo elegante per dire non più giovanissimo), il secondo che poco ci manca poteva essere mio figlio.
credit @Grinduro by Erwin Sikkens
Mi hanno raccontato i differenti percorsi, la gavetta, lo studio, l’impegno.
E poi li ho visti all’opera, ho apprezzato la sicurezza, la consapevolezza data dalla conoscenza, nessun gesto sprecato. Qualche punto in più in classifica l’ho assegnato al mio quasi coetaneo, non solo per molte comuni visioni su questo mondo a pedali ma perché la superiore esperienza (ha iniziato a 14 anni) ha avuto il suo peso. E prima o poi chiederò a Shimano di partecipare, almeno come osservatore, a un loro corso. Fossimo vicini già avrei messo le tende…
Forse questo campionato europeo organizzato da Shimano per molti è solo marketing (termine usato in senso spregiativo ma non lo è, altro argomento che prima o poi affronterò); per me è importante perché mostra e dimostra il valore della competenza.
In un mondo dominato ormai dal crescente e dilagante analfabetismo funzionale e che disprezza proprio la competenza, ben venga chi come ha fatto Shimano in questa occasione vuole ribadire che sapere far bene una cosa ha un valore: anzi, è un valore.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
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La mia avventura in officina iniziata in tempi di Covid e lockdown terminerà per varie ragioni a fine mese, per tornare dietro un pc… Nel complesso è stata un’esperienza positiva, anche per poter vedere da dietro le quinte una parte limitata ma comunque ampia del mondo a due ruote, sia con che (meno spesso…) senza pedalata assistita. Non posso che fare i complimenti a tutti quelli che si son messi alla prova nella competizione, un buon modo alternativo di imparare, crescere e migliorarsi 🙂
La nota dolente è che la maggior parte degli (quasi) ex-colleghi sono invece impermeabili alle novità (non sempre dei miglioramenti, eh, sia chiaro) e momenti di aggiornamento devono essere quasi imposti a forza. Curiosità? Non sia mai!
E qualcuno, dopo più di 5 anni di lavoro in officina, per riparare per sé una bici acquistata usata deve comunque ricorrere all’aiuto di un collega per trovare e scegliere i pezzi di ricambio
Professionisti, perché in Germania la figura esiste, ma non sempre molto professionali…
Ciao Paolo, grazie di questo intervento da dietro le quinte.
Hai ragione, non tutti sono professionali, da noi come nel resto del mondo possiamo dire.
Ma ne conosco molti che “ci credono”, perché non lo fanno per ripiego: lo fanno perché hanno la nostra stessa passione.
Ben vengano allora queste opportunità, figlie di scelte comunicative è ovvio (i corsi shimano li organizza da anni e o li fai o li fai, altrimenti nisba shimano center) ma che mostrano al pubblico scettico che le cose si possono fare bene.
Perché si lavora con le mani ma le comandano cuore e cervello.
Rileggendo il mio commento suona molto più negativo di quello che voleva essere, alla fine il 90% dei compiti sono simili e piuttosto ripetitivi, non serve essere dei geni per fare un buon lavoro. Anche perché volendo essere pignoli ci sono due figure/percorsi di formazione: montatore e meccanico. Va da sé che il primo è meno approfondito e riguarda chi deve montare e preparare le bici nuove da mettere in vetrina… che poi per il proprietario è quello che conta (troppo facile dare la colpa al capo?)
Però dover rispiegare ogni novità o procedure più rare ogni volta che si presentano diventa a volte frustrante, come talvolta è fastidiosa l’incapacità di immedesimarsi nel cliente da parte di chi le biciclette sa aggiustarle ma poi non la usa praticamente mai
Vabbè, ho ricominciato con le lamentele, vado un po’ in fuori – a pedalare se mi riesce ancora 🙂
La mia avventura in officina iniziata in tempi di Covid e lockdown terminerà per varie ragioni a fine mese, per tornare dietro un pc… Nel complesso è stata un’esperienza positiva, anche per poter vedere da dietro le quinte una parte limitata ma comunque ampia del mondo a due ruote, sia con che (meno spesso…) senza pedalata assistita. Non posso che fare i complimenti a tutti quelli che si son messi alla prova nella competizione, un buon modo alternativo di imparare, crescere e migliorarsi 🙂
La nota dolente è che la maggior parte degli (quasi) ex-colleghi sono invece impermeabili alle novità (non sempre dei miglioramenti, eh, sia chiaro) e momenti di aggiornamento devono essere quasi imposti a forza. Curiosità? Non sia mai!
E qualcuno, dopo più di 5 anni di lavoro in officina, per riparare per sé una bici acquistata usata deve comunque ricorrere all’aiuto di un collega per trovare e scegliere i pezzi di ricambio
Professionisti, perché in Germania la figura esiste, ma non sempre molto professionali…
Ciao Paolo, grazie di questo intervento da dietro le quinte.
Hai ragione, non tutti sono professionali, da noi come nel resto del mondo possiamo dire.
Ma ne conosco molti che “ci credono”, perché non lo fanno per ripiego: lo fanno perché hanno la nostra stessa passione.
Ben vengano allora queste opportunità, figlie di scelte comunicative è ovvio (i corsi shimano li organizza da anni e o li fai o li fai, altrimenti nisba shimano center) ma che mostrano al pubblico scettico che le cose si possono fare bene.
Perché si lavora con le mani ma le comandano cuore e cervello.
Fabio
Rileggendo il mio commento suona molto più negativo di quello che voleva essere, alla fine il 90% dei compiti sono simili e piuttosto ripetitivi, non serve essere dei geni per fare un buon lavoro. Anche perché volendo essere pignoli ci sono due figure/percorsi di formazione: montatore e meccanico. Va da sé che il primo è meno approfondito e riguarda chi deve montare e preparare le bici nuove da mettere in vetrina… che poi per il proprietario è quello che conta (troppo facile dare la colpa al capo?)
Però dover rispiegare ogni novità o procedure più rare ogni volta che si presentano diventa a volte frustrante, come talvolta è fastidiosa l’incapacità di immedesimarsi nel cliente da parte di chi le biciclette sa aggiustarle ma poi non la usa praticamente mai
Vabbè, ho ricominciato con le lamentele, vado un po’ in fuori – a pedalare se mi riesce ancora 🙂