[Test] Vittoria Terreno Dry Lite

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Test dei copertoncini gravel Vittoria Terreno Dry, per oggi in versione Lite.

Infatti la gamma Terreno Dry conta tre varianti: le Lite, leggere e per sterrati asciutti; le Endurance, rinforzate per terreni compatti; le Adventure anche loro per sterrati asciutti e per i macinatori di chilometri.

Condividono alcune soluzioni per prendere poi ognuna la propria strada, così da accontentare quanti più ciclisti e modi di vivere il gravel è possibile.

Il nome Terreno Dry è in uso da molti anni in casa Vittoria, ma oggi vediamo una copertura molto diversa da quella recensita sul blog nel 2019.

La discendenza c’è tutta, il disegno del battistrada con le squame centrali è subito riconoscibile. Non visibile ma ancora presente l’apporto del Graphene (con diversa formulazione rispetto a un lustro fa) nella mescola.

Un costante miglioramento per un copertoncino tubeless che riesce a coniugare eccellente scorrevolezza e buona tenuta laterale in off road, a patto non ci si voglia spingere su terreni soffici e pesanti. Dove io sono andato uguale, ovviamente in salite ripide perdevo trazione ma non mi sogno di indicarlo tra i limiti, le Terreno Dry Lite non sono progettate per questo.

E allora perché andarci lo stesso? Perché lo sapete, nei test provo a replicare la vita sui pedali di noi normali ciclisti, in una uscita ci sta che si parte per un sentiero e si finisce nel bosco col terreno morbido, così, giusto per scoprire dove porta la strada.

Io però voglio portarvi subito nel vivo del test, quindi chiudo questa breve introduzione per andare a scoprire come sono fatte le Vittoria Terreno Dry Lite.

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