COBI Plus

La prova su strada

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La prova su strada.

Il COBI pone al centro di tutto il nostro telefono, perché il cuore del sistema è il software. Questo è il pregio e il limite perché le sue prestazioni sono influenzate appunto da quelle del telefono. Prendiamo il sistema di navigazione: eccellente nella pianificazione e gestione dei percorsi perché tiene conto di tanti fattori, dal livello di difficoltà al meteo alle condizioni del manto stradale; però sfrutta il ricevitore Gps del telefono e se questo non è dei migliori la perdita del segnale è un continuo fastidio.

La power bank è una ottima idea, altrimenti scesi dalla bici ci troveremmo il telefono scarico; ma se il nostro telefono è particolarmente ghiotto di energia l’autonomia globale ne risentirà.

Questo rende oltremodo difficile per me dividere cosa è da attribuire al COBI e cosa al telefono usato durante il test, specifico per completezza che si è trattato di un Huawei P7-L10. Non l’ultimo grido ma nemmeno un mattoncino d’altri tempi.

Usando il navigatore ho dovuto spesso calare il ritmo in città perché la vocina mi avvisava in ritardo delle diverse svolte da prendere. La responsabilità l’ho trovata proprio nel ritardo di risposta del Gps del telefono, che nel dedalo del centro antico si è rifiutato di funzionare. Un modulo Gps ormai ha un prezzo tutto sommato ridotto, e sarebbe una ottima idea integrarlo nel COBI. Potrebbe anche funzionare da efficace localizzatore in caso di furto, triangolando la posizione della bici con il Gps del telefono.

Limiti del telefono a parte, collocare questo COBI nel suo giusto alveo è complicato. Non è adatto alla pratica sportiva, sia perché pesa, ingombra e soprattutto perché non registra i dati fondamentali di un allenamento. Però siccome non è destinato agli sportivi duri e puri, posso tranquillamente escludere questa mancanza come un limite all’utilizzo. Anzi, dotandolo di sensori cardio e cadenza può essere utile per chi non si allena con metodo seguendo piani specifici ma vuole comunque raccogliere qualche dato sul proprio stato durante le pedalate. Insomma, poter ampliare le informazioni deve essere visto come un di più, non come lo scopo principale del COBI.

E qual è allora lo scopo principale? La navigazione, poco da fare. Non guardiamo solo al nostro Paese, dove tanti capoluoghi di provincia o di regione sono poco più estesi di un quartiere di una metropoli internazionale. Allora l’uso del telefono come elemento principale assume tutt’altro significato. New York, Londra, Parigi, Tokyo e così via, città enormi per estensione e dove l’uso della bici come mezzo di trasporto è assolutamente normale: imposti la destinazione, scegli la difficoltà del percorso, arrivi, stacchi solo il telefono e sei a posto. Non è detto sia ciò che serve a ogni ciclista urbano, ma se qualcuno cerca un apparecchio che consenta questo lo trova solo nel COBI.

E penso al futuro, a tutte le possibili integrazioni di questo sistema di navigazione con società di servizi, strutture turistiche e così via.

Tra le quattro funzioni fondamentali il navigatore è al primo posto; subito dietro colloco la funzione fitness, utile ma non certo completa come un ciclocomputer evoluto. Terzo gradino per la funzione Contatti, perché non tutti hanno una idiosincrasia per il telefono e poterlo usare senza mai staccare le mani dal manubrio è un vantaggio. Anche se chiacchierare troppo abbassa la soglia di attenzione, quindi meglio usare moderazione. Chiude la funzione Musica, anche se io personalmente l’avrei scambiata di posizione con quella Contatti, ma solo per mia preferenza. E siccome i miei gusti non devono inficiare un test, resto asettico.

Antifurto e campanello andrebbero rifocillati di decibel per rendersi davvero utili. Così forse vanno bene nella serafica campagna inglese, non certo nel caos cittadino che ho affrontato durante il test.

Assolutamente da migliorare, tenuto conto del prezzo di acquisto non certo da hard discount, i supporti per il satellite per chi usa la piega e quello della luce posteriore.

Eccellenti le previsioni meteo, precise nella scansione temporale e, soprattutto, perfettamente localizzate. Nei miei giri ho percorso in tutte le direzioni il Parco naturale dei Monti Aurunci. Per chi non conosce la zona posso dire che ha un clima molto particolare, con l’interno spesso piovoso e la costa soleggiata. Mentre sono comodamente steso al sole vedo le nubi cariche di pioggia a pochi chilometri da me in linea d’aria e so che se decido di andare in paese per qualche commissione rischio di diventare fradicio. E’ facile salire da un versante sotto il sole e trovarsi sotto il diluvio nella successiva discesa. Non hanno sbagliato una previsione, brave!

Eccellenti anche le luci. Confesso mi ha fatto un certo effetto vedere su un apparecchio destinato alla bicicletta le icone delle luci tipiche delle automobili. Mah, sarà una mossa di marketing, mi sono detto scrollando le spalle. Brutta cosa i pregiudizi, vero? Illuminazione di elevata qualità, con un fascio potente, giustamente orientato in ampiezza e con la luce posteriore visibile da grandissima distanza. L’inclinazione del faro anteriore (faro, non luce…) è facilmente regolabile anche stando in sella. Solo sul peggior pavé preso a tutta e sui salti si è reso necessario rimettere il faro in posizione. Due viti assicurano la tenuta ma sono interne dietro il faro, non facilissime da raggiungere. E comunque il COBI che ho avuto in prova è un esemplare per la stampa, già passato anche per altri mani e non tutti trattano con la mia stessa cura ciò che gli affidano. Comode le frecce, a volte non innestate a causa della cedevolezza del sistema di attacco del satellite alla piega che impediva al pulsante di “leggere” la pressione esercitata. La funzione Stop sarebbe assai gradita, ma non ho capito se a me non ha funzionato e basta oppure deve ancora essere rilasciato l’aggiornamento firmware per Android.

Non ho usato una bici a pedalata assistita, quindi non ho elementi da fornirvi sulle funzioni del COBI su questo tipo di bici. Ma non è danno per questo test: su questo blog si pedala solo con le gambe.. 😀

Mi sarebbe piaciuto, la butto lì per la COBI, il satellite al manubrio wireless e non via cavo. Sarebbe complicato? Non so.

Ormai conosciamo il Cobi in ogni dettaglio e possiamo trarre le conclusioni.

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