Bicycle Line, maglia Cortina DT e salopette Squadra

Come è fatta la salopette Squadra

Tempo di lettura: 9 minuti

Come è fatta la salopette Squadra

Anche per la salopette Squadra ho deciso di ricorrere in apertura alle immagini ufficiali. Io non so crearle così, preferisco riservarmi i dettagli.

Linee semplici, classiche, un unico colore disponibile a fare da padrone. Però c’è un dettaglio che subito fa capire come dietro tanta semplicità apparente ci sia sostanza: le bretelle.

Non la classica bretella a rete come è solito trovare su salopette in questa fascia di prezzo ma delle “strisce” a taglio vivo elasticizzate, fittamente forate grazie alla rete stampata per garantire ventilazione e comfort, e che aderiscono in modo ottimale senza costringere.

E’ un altro di quei dettagli che, come per la maglia Cortina DT, alza parecchio il livello globale.

La traspirabilità sulla schiena è garantita da un inserto in tessuto identico a quello che compone la maglia vista prima.

Quindi anche qui ho deciso di sfruttare una luce dall’interno per far risaltare la trama.

La zona mediana è in tessuto antivento (o almeno a me lo ricorda molto…), elasticizzato senza essere né cedevole né flaccido. 

Il corpo principale, i gambali chiamiamoli così, è in tessuto Premium Feel; più che elasticizzato direi che fascia il corpo, trasmettendo un piacevolissimo contatto con la pelle e offrendo quella giusta compressione che sempre è gradita nell’attività sportiva.

Protezione dai raggi UV di grado 50, quindi elevatissima.

Tutte le parti sono assemblate con cuciture piatte e morbide, celate allo sguardo che rileva solo le linee di giunzione.

L’unica cucitura esterna, ben visibile, è quella che assicura il fondello alla salopette. 

Il fondo coscia è creato con una fascia in tessuto più spesso ma altrettanto morbido.

Al suo interno una striscia in silicone assicura la tenuta.

Unica nota di colore il logo BL in materiale riflettente; uno sulla coscia e l’altro sulla schiena

 

Piccolo ma luminoso se investito dalla luce.

In realtà una altra minuscola nota di colore c’è: una piccola targhetta arancione, il segno distintivo di un colosso nella produzione di fondelli per ciclismo.

Quelle due frecce richiamano a Elastic Interface, divisione del gruppo Cytech. Malgrado tutti questi nomi in inglese la Cytech è italianissima ed è una delle punte di diamante del nostro settore.

Per amor di completezza mi sono rivolto direttamente a loro per tramite della assai cortese agenzia di comunicazione che ne cura i rapporti, per avere ulteriori informazioni sul fondello installato sulla salopette Squadra.

E’ il fondello Road Perfomance Space, da lunghe distanze. Sette ore, son tante e io, ahimé, me le sono fatte tutte…

Elastic Interface ovviamente non vende ai privati; collabora coi migliori marchi di abbigliamento del settore e, come è naturale che sia in questi casi, opera le personalizzazioni richieste dal committente.

Tutto questo l’ho scoperto grazie alla corposa documentazione che ho ricevuto da Elastic Interface: che credete, che io mi guardo un fondello e dica opperò, è carino e passi oltre? E no, io indago, verifico… 😀

Anche perché nel corso degli anni ho notato una cosa strana, se mai è possibile avere un ciclista con comportamenti normali: per tantissimi i fondelli o sono tutti uguali o nemmeno badano a come siano fatti. 

Non solo: complice qualche eccesso a tavola tendono a scegliere una taglia in più dei calzoncini, credendo di stare più comodi. Errore gravissimo!

Il fondello, anche il miglior fondello del mondo, lavorerà malissimo se non correttamente posizionato. Una salopette più grande, della taglia non corretta cioè, farà sì che una volta in sella il fondello non sia nella giusta posizione. Quindi pressione scaricata in zone destinate a non riceverla o riceverla diversa, scomodità, dolori e il ciclista che se la prenderà alternativamente col fondello o la sella; di solito quest’ultima.

Spesso nel ciclismo la soluzione di un problema risiede (letteralmente) non dove te lo aspetti…

Chiudo intermezzo e torno sul fondello; e visto che mi sono dato da fare tampinando uffici stampa anche nei giorni di festa, diamo un senso a tanto lavoro e vediamo le caratteristiche fondamentali di questo Road Perfomance Space.

Ideale per lunghissime distanze su bici da strada: le imbottiture sono concentrate nell’area perineale, per garantire la protezione del ciclista in posizione aerodinamica.

La costruzione di questo fondello e i materiali impiegati danno adeguato supporto ischiatico, particolare molto apprezzato soprattutto da coloro che tengono una posizione più verticale in sella (con la pressione che si sposta più verso il retro della sella invece che sul davanti).

Grazie allo studio dell’anatomia maschile e grazie alla misurazione di parametri antropometrici, il fondello è stato sviluppato con un canale centrale che diminuisce la pressione a carico dell’uretra e migliora la circolazione sanguigna e riduce quindi la sensazione di discomfort dovuta all’intorpidimento.

Road Performance Space è stato sviluppato con una curvatura multidirezionale che lo rende anatomico. Questa costruzione garantisce un’ottima vestibilità e stabilità in sella. La protezione perineale è costituita da una combinazione di schiume: schiuma a densità 120kg/m3 forata bianca, per aumentare la traspirabilità; inserto Hybrid Cell System a densità 200kg/m3 (schiuma azzurra): si tratta di un’imbottitura innovativa esclusiva, composta da cellule miste – chiuse e aperte. Questo sistema rende l’imbottitura più sottile, leggera e traspirante rispetto al gel.

Il tessuto è sostenibile e riciclato ECO Carbonium Flash. Si tratta di un tessuto esclusivo Elastic Interface®, prodotto da Miti Spa. In poliammide ed elastane riciclati pre-consumer, per produrlo non vengono usate fibre già usate e rigenerate, ma viene usato il polimero di scarto generato durante la produzione di altri fili. In questo modo si riduce la produzione dello scarto, poiché è proprio questo ad essere utilizzato per la produzione dei nostri tessuti.

La struttura del tessuto ECO Carbonium flash è interessante; è in morbida poliammide ed elastane con struttura a canaletti, che lavora per migliorare l’assorbimento del sudore e incanalarlo verso il basso. Il sudore viene espulso più velocemente e si mantiene una sensazione di asciutto a contatto con la pelle, anche grazie al trattamento idrofilico.

Presenta filo in carbonio: si sfruttano le proprietà naturalmente batteriostatiche del carbonio, che impediscono la formazione di batteri nocivi e garantiscono il mantenimento dei batteri naturalmente presenti nella cute. Le naturali proprietà del filo in carbonio vengono poi integrate con il trattamento Sanitized.

Non vi basta? Allora eccovi anche un breve video per la tecnologia Hybrid Cell System

 

Dopo tutta questa bella roba un poco mi vergogno con le mie foto…

Vabbè, eccovi il fondello di cui tanto abbiamo parlato.

Difficilissimo fotografare un fondello. 

Comunque possiamo confermare quanto letto sopra, osservando le ben definite zone, il profondo canale centrale, la struttura a canaletti e la foggia anatomica. Per maschietti.

Le fanciulle hanno fondello e calzoncino dedicato.

Bicycle Line informa con varie targhette della tecnologia presente.

Ora però sapete anche questi scudetti cosa significano.

Bene, credo che più esaustivo di così non potevo essere in questa presentazione statica.

Indossiamo il tutto e partiamo con la prova su strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Grazie, bell’articolo. Utile. Approfitto dell’argomento per una domanda relativa al fondello: l’utilizzo di una crema specifica è sempre consigliato? Personalmente non la ho mai usata ma è stata una mia negligenza? L’utilizzo aumenterebbe il comfort in sella comunque?
    Adirano

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Adriano, i tempi del fondello in daino che manco i vetri ci asciugavi per fortuna sono passati.
      A meno di allergie/debolezze dell’epidermide più di una semplice crema idratante non serve ormai.
      Certo, se uno pedala 8 ore al giorno tutti i giorni, allora qualcosa serve. E in questo caso occorre chiedere al dermatologo, altrimenti si rischia di far danni.
      Per noi normali operai del pedale una passata di nivea se fa caldo e si prevedono 3/4 h in sella, ma se si è delicati. Coi fondelli di qualità attuali serve nulla

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        I miei due cent: sarà che non ho dei pantaloncini con davvero un buon fondello (ma sono in lista), sarà che sudo tanto o la mia pelle che si irrita facilmente, ma per me la crema idratante non basta. Ho iniziato di recente a usare una crema specifica e la differenza è comunque evidente anche su giri non molto lunghi (2-3 ore max, fin’ora)

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Paolo, è come in spiaggia: c’è chi si spalma di crema 50 e dopo 10 minuti è un gambero uguale e chi non ha mai fatto uso di creme solari e problemi zero.
          Il fattore soggettivo è determinante.
          Col progresso (notevole) dei tessuti anche chi è (poco) più delicato adesso può fare a meno di creme varie.
          Ma una ricetta universale non esiste. L’unica certezza è che una volta erano indipensabili per tutti, senza distinzione. Ora bisogna valutare caso per caso , sulla propria pelle è il caso di dire 😀

          Fabio

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Ottimo articolo è bellissimi i capi
    Quelli che indossi nelle foto che taglie sono?

    Daniele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Tutto tg M.
      Fai riferimento alla tabella taglie sul sito, è molto precisa.
      Comunque la vestibilità è comoda, tieni presente che nelle immagini in esterno ho dovuto indossare una spessa maglia termica sotto perché quel giorno la temperatura era invernale.
      Vabbè, lo sai, hai visto le foto del backstage… 😀 😀

      Fabio

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