Bicycle Line, maglia Cortina DT e salopette Squadra
Come è fatta la maglia Cortina DT
Come è fatta la maglia Cortina DT
Apro con valutazione estetica: a me piace moltissimo.
Ha diverse varianti cromatiche ma questa nera è la mia preferita. Mi piace la combinazione grafica sul davanti, il richiamo sulle tasche e soprattutto quelle fasce sulle maniche: molto “mia gioventù”… 😀
Però l’estetica è valutazione personale mentre qui devo (dovrei; ma devo? Boh) tenermi asettico e professionale, quindi osserviamola sfruttando due immagini ufficiali. Prima o poi mi procurerò la sagoma per creare queste foto.
Sicuramente queste sopra sono foto efficaci e tecnicamente perfette. Le mie no, però ci permetteranno di apprezzare i tanti dettagli di cui la maglia Cortina DT è ricca.
Qui abbiamo visto che ha cerniera a tutta lunghezza, bordino in silicone antiscivolo, tre tasche, una banda riflettente e un occhio attento avrà notato il taglio laser delle maniche.
Ma per scoprire i diversi tessuti usati e la cura dei particolari servono foto ravvicinate.
Cioè le mie, che partono dal colletto.
Taglio ad altezza media, comodo perché protegge nell’uscite frizzanti dell’alba e in discesa. L’interno è fasciato da un bordino antisudore, gradevole al contatto con la pelle.
Passando da una estremità all’altra della maglia ecco la fascia in silicone antiscivolo, che la lascia salda in posizione.
E’ una maglia estiva, uso consigliato dai 20 gradi a salire.
Quindi il tessuto è ampiamente forato.
Detto così però rende l’idea ma non la realtà.
Perché i filati utilizzati sono differenti per zona; frontale e fianchi, schiena, maniche prevedono vari tessuti, ognuno ottimizzato per garantire freschezza e soprattutto traspirabilità.
Qui devo dire che non sapevo cosa inventarmi per potervelo mostrare in modo efficace.
Così sono ricorso alla luce, schermando una lampada con un diffusore per far risaltare la trama del filato.
Lo stacco tra i due filati dovrebbe essere evidente.
Il tessuto forato è riservato a zona anteriore e fianchi; quello ugualmente traforato ma con disegno a nido d’ape riveste la schiena.
Osservando dall’interno ancora si può notare la differente trama.
Dell’efficacia di questa soluzione tecnica parleremo durante la prova su strada; qui voglio solo notare come questa costruzione sia da maglia di fascia superiore. Non per qualità perché quella c’è tutta, ma per prezzo.
Sulla schiena tre ampie tasche che richiamano la grafica classica dal sapore vintage vista in petto permettono di portarsi dietro l’occorrente.
Manca una quarta tasca piccola con cerniera, una mia fissa. Non manca però una altra mia fissazione e cioè un inserto riflettente ad alta visibilità.
Le maniche sono un altro punto molto riuscito, tecnicamente ed esteticamente.
Tessuto a trama fitta, taglio laser e quelle due strisce a contrasto che donano sportività ed eleganza.
Bordo manica rifinito all’interno con trama in silicone a nido d’ape.
Dettagli, ma sono tanti dettagli e messi insieme creano una gran bella maglia.
Semplice nel design, un colore dominante e richiami discreti, come, lo pubblico ancora perché è proprio carino, quello tra anteriore e tasche.
Quattro varianti cromatiche inclusa la nera vista fin qui.
I materiali sono forniti dalle migliori aziende del settore, come ci informano i svariati cartellini a corredo.
E poi ne abbiamo un altro, firmato Bicycle Line, che sulla prime mi ha sconcertato.
In un Paese come il nostro dove i ciclisti vivono di assurde classificazioni in entry level e top level senza guardare invece alla qualità intrinseca (mi raccontava il manager della comunicazione Shimano che l’Italia è l’unica nazione dove le vendite del Dura Ace superano quelle dell’Ultegra: tutti top rider?) il riportare quell’ entry line come fa BL o è atto di modestia o incauta scelta di marketing.
Oppure, tesi per la quale propendo, la sicurezza sulla bontà dei propri prodotti; si potranno schernire con quell’entry line ma materiali e soluzioni tecniche sono da maglia di livello alto.
Lo sapevo già prima di riceverla e se non fossi stato sicuro in partenza che avrei trovato la qualità che cerco nei miei test non avrei avanzato alcuna richiesta. Però non mi aspettavo un livello così alto in rapporto al prezzo.
E le cose sono andate ancora meglio con la salopette Squadra, a iniziare dal fondello; di cui leggeremo ampiamente alla fine del paragrafo successivo.
Conosciamo quindi la salopette Squadra.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Grazie, bell’articolo. Utile. Approfitto dell’argomento per una domanda relativa al fondello: l’utilizzo di una crema specifica è sempre consigliato? Personalmente non la ho mai usata ma è stata una mia negligenza? L’utilizzo aumenterebbe il comfort in sella comunque?
Adirano
Ciao Adriano, i tempi del fondello in daino che manco i vetri ci asciugavi per fortuna sono passati.
A meno di allergie/debolezze dell’epidermide più di una semplice crema idratante non serve ormai.
Certo, se uno pedala 8 ore al giorno tutti i giorni, allora qualcosa serve. E in questo caso occorre chiedere al dermatologo, altrimenti si rischia di far danni.
Per noi normali operai del pedale una passata di nivea se fa caldo e si prevedono 3/4 h in sella, ma se si è delicati. Coi fondelli di qualità attuali serve nulla
Fabio
I miei due cent: sarà che non ho dei pantaloncini con davvero un buon fondello (ma sono in lista), sarà che sudo tanto o la mia pelle che si irrita facilmente, ma per me la crema idratante non basta. Ho iniziato di recente a usare una crema specifica e la differenza è comunque evidente anche su giri non molto lunghi (2-3 ore max, fin’ora)
Ciao Paolo, è come in spiaggia: c’è chi si spalma di crema 50 e dopo 10 minuti è un gambero uguale e chi non ha mai fatto uso di creme solari e problemi zero.
Il fattore soggettivo è determinante.
Col progresso (notevole) dei tessuti anche chi è (poco) più delicato adesso può fare a meno di creme varie.
Ma una ricetta universale non esiste. L’unica certezza è che una volta erano indipensabili per tutti, senza distinzione. Ora bisogna valutare caso per caso , sulla propria pelle è il caso di dire 😀
Fabio
Ottimo articolo è bellissimi i capi
Quelli che indossi nelle foto che taglie sono?
Daniele
Tutto tg M.
Fai riferimento alla tabella taglie sul sito, è molto precisa.
Comunque la vestibilità è comoda, tieni presente che nelle immagini in esterno ho dovuto indossare una spessa maglia termica sotto perché quel giorno la temperatura era invernale.
Vabbè, lo sai, hai visto le foto del backstage… 😀 😀
Fabio