[Test] Bontrager Starvos

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Recensione dedicata a un casco particolare: il Bontrager Starvos.

Perché particolare? Perché all’interno abbiamo la calotta WaveCel, una struttura a nido d’ape capace di ridurre i danni da schiacciamento e soprattutto quelli da impatto rotazionale di oltre il 40%, se ho letto bene gli studi.

Insomma, una soluzione alternativa al Mips: sempre secondo gli stessi studi persino superiore. 

Da più parti è stato definito il casco più sicuro al mondo; ok, citavano il top di listino XXX ma il WaveCel è lo stesso.

Però per saperlo servono prove di laboratorio, e io nei test certo non posso svolgerle.

Quindi mi dedico ad altre caratteristiche, dando per certo che quanto riportato in questi studi (di cui a fine articolo vi allego il link) sia veritiero: Bontrager è Trek, quando hai a che fare con simili colossi puoi essere certo della bontà dei prodotti.

Nel caso dei caschi con calotta interna WaveCel, al plurale perché Bontrager ha diversi modelli in gamma, mi premeva scoprire due cose: comfort e ventilazione.

Come vedremo nelle immagini del paragrafo seguente, questa WaveCel è una calotta quasi completa che si trova all’interno del casco; un fitto reticolo di lamelle, morbide ma non tenere.

Avrebbero rallentato la ventilazione, fondamentale su un casco sportivo?

Si sarebbero fatte sentire a contatto col capo, soprattutto quello di chi ha ampia fronte socratica e sempre meno capelli?

Perché puoi propormi anche il casco più sicuro del mondo, se lo metto in testa e soffro, allora passo ad altro.

Ovvio, anche qui ero abbastanza sicuro che non avrei trovato sgradite sorprese.

Abbastanza, non del tutto.

Il dubbio c’era, anche il Mips è garante di sicurezza superiore ma con alcuni caschi ho avvertito la presenza della calottina gialla, con altri per niente. Insomma, qualche modello recensito sotto questo aspetto mi ha dato un poco di noia.

E poi c’è una altra differenza col Mips: questo segue il disegno della calotta, con tagli a copiare le prese d’aria che quindi sono libere; il WaveCel no, le prese d’aria sono impegnate. 

Insomma, un test ci sta. Del resto sapete che la recensione dei caschi è una mia fissa, perché sono più che altro fissato nel convincervi a usarlo. 

E quindi ne propongo sempre.

Questo Bontrager Starvos chiude il mio trittico estivo, partito col Met Rivale Mips e proseguito col Kask Valegro; però arriva in netto ritardo rispetto a quanto calendarizzato e online ben dopo la sua effettiva scrittura. Però in anticipo sul calendario interno, oggi avrei dovuto pubblicare un copertoncino stradale sportivo, ma siccome non piove da settimane mi manca la verifica sul bagnato e resto in attesa delle nuvole.

Tra uscite serrate per chiudere tutti i test, le solite incombenze settembrine (che per me è il mese peggiore dell’anno) e difficoltà logistiche con la nuova Officina ho, tanto per cambiare, sforato tutti i tempi imposti.

Però siccome sono tempi che mi impongo da solo, io controllore e controllato, mi è facile essere indulgente…

Ma potreste non esserlo voi se continuo a impegnarvi con le mie chiacchiere, quindi voltiamo pagina e conosciamo in dettaglio il casco Bontrager Starvos.


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