[Test] Bontrager Starvos
Conclusioni
Conclusioni
Il Bontrager Starvos con tecnologia WaveCel ha ricevuto cinque stelle nella valutazione di Virgin tech, ente indipendente che certifica la sicurezza.
Si pone quindi come uno dei caschi più sicuri sul mercato e io sono ben contento di non averlo dovuto provare in prima persona, perché in assenza di laboratorio avrei potuto scoprirlo solo con una capocciata al suolo.
E’ successo con altri caschi, ma non era voluto. Tester puntiglioso si, autolesionista no.
Ma.
Ma il Bontrager Starvos è proposto un pelo sopra i cento euro nello shop ufficiale Bontrager, qualcosina in meno al solito cercando in rete.
Ossia molto meno del lussuoso XXX.
Si, che Trek abbia scelto di non applicare tutti gli accorgimenti dei caschi top di listino lo vedi in alcuni dettagli.
Solo colorazioni monocromatiche, una fascia di EPS a vista nella parte bassa (minimale ma comunque presente), l’assenza di cornici in silicone sulla bandella alla nuca, un sistema di chiusura efficace ma non sibaritico.
Se fossi costretto a coniare uno slogan, direi “Starvos, il WaveCel per tutti”.
Evidente che non è il mio mestiere.
Eppure per quanto deboluccio sul piano creativo, lo slogan sintetizza il maggior pregio dello Starvos: un rapporto qualità prezzo eccellente e caratteristiche tecniche e di sicurezza da casco di fascia superiore.
Si, rispetto a un top di gamma sportivo qualche rinuncia c’è, altrimenti non avresti contenuto il prezzo così tanto.
Ma dire rinuncia non rende giustizia, perché tutto quello che serve c’è ed è pure ben fatto.
Accorgimenti, più che altro, come detto sopra.
Poi si può parlare della calotta non piccolissima, in prova indosso la taglia M, e questo suppongo si giustifichi con la presenza del WaveCel.
Si sviluppa abbastanza in larghezza ma incide solo sull’estetica.
Accolgo con favore il suo sviluppo nelle dimensioni complessive, perché tempie e nuca sono più coperte, più protette.
Non si arriva alla massima estensione dei caschi urban, come detto nel paragrafo precedente siamo a una di via di mezzo tra un casco sportivo o uno da commuter.
E seppure riconosco che avere in testa un casco leggerissimo e sportivo sia piacevole col caldo forte, la sensazione di sicurezza, di protezione offerta dallo Starvos é altrettanto piacevole.
Il comfort globale, inteso come calzata e come termoregolazione, è di ottimo livello.
La presenza del WaveCel non blocca il flusso d’aria, piuttosto lo dirige in modo a cui non siamo abituati.
Manca quello spiffero che si insinua, soprattutto alle tempie, dei caschi a feritoie “libere”.
Ma l’averci pedalato a 35 gradi e non aver sofferto dimostra che la ventilazione è efficace.
Il peso è superiore a un casco top sportivo, ma non così tanto; conta più il preciso bilanciamento che non fa avvertire la presenza.
Ad alta velocità il fischio a cui ci hanno abituato caschi tradizionali è sostituito da un più cupo rumore di fondo, mai realmente fastidioso.
Ci fai caso più che altro perché è (per me) cosa nuova.
Del resto non avevo mai pedalato con un casco WaveCel, ne ignoravo il comportamento.
Cinturino e imbottitura sono ben fatti, morbidi e mai colpevoli di fastidiose irritazioni, anche quando stupidamente si decide di uscire a barba appena rasata col caldo forte.
Nell’insieme il livello globale dello Starvos mi porta a vestire di nuovo i panni di uomo del marketing, per correggere quel “rivolto ai principianti” letto nella pagina ufficiale Bontrager con un: “rivolto a tutti quelli che cercano un casco ben fatto, tecnologico e dall’ottimo rapporto qualità prezzo”.
A chi inoltro fattura?
E’ un casco sportivo adatto a chi non ha come unico parametro di giudizio il peso.
E’ un casco perfetto nell’uso quotidiano, anche cittadino perché offre buona ventilazione e superiore protezione a tempie e nuca.
E’ un casco adatto al gravel e lo sarebbe ancor più se fosse possibile dotarlo di visierina (altro suggerimento per Trek, aggiungo alla fattura di prima?).
Ma soprattutto è un casco con tecnologia unica, capace di ridurre in modo molto significativo i danni da schiacciamento e da impatto rotazionale, certificato col massimo punteggio da una struttura indipendente, molta sostanza e meno apparenza e proposto a un prezzo competitivo.
Con il plus della garanzia Crash replacement, ossia la sostituzione entro un anno dall’acquisto in caso di danneggiamento da incidente. Oltre la sostituzione tout court entro 30 giorni, anche per semplice insoddisfazione.
Immagino che la versione XXX, la più costosa, sia ancora superiore a questo Starvos e non nascondo che puntavo a recensire lui.
Ora, all’esito del test dello Starvos, sono più che contento della scelta.
Quando hai tra le mani il meglio non c’è partita, è sempre tutto perfetto. Il test diventa noioso da svolgere.
Scoprire così tante qualità in questa versione meno costosa ma non per questo povera è una di quelle cose che mi aiuta a dare un senso alla mole di lavoro necessaria alla vita di questo blog.
Seppure ogni tanto anche io abbia voglia di dedicarmi a componenti o accessori allo stato dell’arte, la ricerca costante che guida le scelte nelle recensione pone sempre in prima fila il rapporto qualità/prezzo.
E con lo Starvos, per qualità e tecnologia, l’obiettivo è centrato.
I link
Studio comparativo Eps/Mips/WaveCel (in inglese)
Buone pedalate.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.