[Test] Bontrager GR2

La prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La prova su strada

L’ho scritto nell’introduzione, scindere la scarpa dal pedale non è facile, devi distinguere dove è rigido, trasmette spinta per capirci, l’una o l’altro.

L’unica via è usare pedali straconosciuti nel caso delle scarpe e viceversa.

E così ho fatto, sfruttando due set di pedali di casa Shimano coi quali ho passato gli ultimi due anni quasi.

Due set perché uno è un pedale da fuoristrada puro, gli XT 8000; l’altro un doppia funzione, l’EH500.

Due anche le bici usate per il test, la Trek Checkpoint AL e Raun, la ex London Road che mi ha accompagnato in tantissimi test ed è stata richiamata dalla pensione per far fronte a questa ed altre recensioni.

Solo per le immagini in esterno ho fatto riscorso ad altra bici, per difficoltà logistiche diciamo così.

I percorsi scelti sono stati tutti all’impronta del gravel “poliedrico”, senza cioè una chiara preferenza per strada o fuoristrada ma pedalando ovunque. E non sono mancate le brevi passeggiate, simulando in tutto e per tutto la classica giornata zingara a zonzo, tra tirate e pause turistiche.

Insomma, ho cercato con questo test di immedesimarmi in quanti più ciclisti tipo mi venissero in mente, sperando di trovare risposta a tutte le domande che di solito vi vengono quando dovete selezionare qualcosa per la bici.

Perché lo so che le domande ve le fate, e tante, e dopo fatevi (facciamoci va…) un esame di coscienza se critichiamo le nostre compagne di vita per aver setacciato ventidue negozi di scarpe prima di trovare il modello giusto. Che poi le farà male ai piedi lo stesso, ma questo è altro discorso.

Basta però divagare, sapete che inizio a chiacchierare e parto per destinazioni ignote. Come nel gravel…

Inizio con l’aspetto secondo me più importante in questa tipologia di calzature: il comfort.

Di ottimo livello, senza dubbio.

Dalla scorsa estate, da quando mi occupai di altra scarpa Bontrager, la Ballista Knit che è scarpino stradale specialistico e con rigida suola in carbonio ma che alla prima calzata sono più comode delle vecchie pantofole, beh, diciamo che i miei parametri sul comfort sono variati.

Talmente elevata la comodità di quelle Ballista che qualunque altra scarpa ti sembra il sogno proibito di un fachiro.

Quindi dopo aver liberato la mente dall’ingombrante confronto, posso dire che le Bontrager GR2 se non proprio comode pantofole sono senza dubbio tra le scarpe da off road più comode abbia mai recensito o provato per mio conto.

Un insieme di fattori concorrono al risultato.

La soletta interna morbida ma per nulla cedevole, si conforma sotto la spinta del piede e resta lì, in forma.

Il taglio aperto, basso, alla caviglia, seppure un pelo più alto di quanto accade con scarpe più sportive (ma qui conta anche la protezione) lascia ampia libertà di movimento alla caviglia, libera di seguire senza costrizioni tutta la circonferenza della pedalata.

Il tallone avvolgente ma non costrittivo, senti il piede fasciato con la rassicurante sicurezza che se ti prende la scimmia non ti resta la scarpa attaccata al pedale e il piedino al vento.

La suola in nylon composito non ha grado elevato di rigidità, e questo un poco si avverte nell’uso più sportivo, ma di converso aiuta a mantenere alto il comfort di marcia.

La forma della suola, con il suo curvare verso l’anteriore, permette di esercitare sempre la corretta pressione sul pedale accompagnando il gesto complessivo.

Non ho trovato informazioni in merito e anche rimuovendo la soletta non sono stato in grado di capirlo, quindi non so dirvi se la zona di aggancio tacchette abbia una differente densità del materiale. Di sicuro non si vedono interposizioni di placchette a irrigidire.

Ma è altrettanto sicuro che non si avverte, se non dopo molte ore, la presenza delle tacchette Spd a premere sotto il piede..

E poi c’è la tomaia: morbida, avvolgente, deve solo essere rodata per rendere al meglio.

La fitta foratura di ventilazione lascia traspirare, però bisogna considerare che tutto il test si è svolto con temperature invernali, che a queste latitudini sono poca roba, d’accordo, comunque pur sempre con la salopette lunga per capirci.

Conto di pedalarci ancora con l’estate così da scoprire la resa con il solleone. Sempre che non mi stendano per l’ennesima volta, sta diventando una fastidiosa routine…

Mi sono riservato la chiusura a lacci per ultima, perché conclude la sezione comfort e apre quella sulla resa dinamica.

I lacci sono una bella invenzione, se per secoli li abbiamo usati un motivo ci sarà. Senza dubbio il Boa e tutte le altre soluzioni che a lui si ispirano hanno dalla loro evidenti vantaggi tecnici.

Eppure le stringhe, se ben regolate, restano un caposaldo nel garantire la comodità di una scarpa.

Il fatto di poter regolare la compressione in modo differenziato diciamo così, lasciando la tomaia avvolgere il piede secondo la sua conformazione, è un plus in questa tipologia di scarpe.

E sotto sforzo, col piede che si ingrossa, è facile dare una differente regolata e ritrovare subito la perfetta comodità.

Di contro a parte il tempo che serve a trovare la giusta regolazione e il fatto che non puoi sistemare le scarpe mentre pedali (ma chi ci corre dietro? Siamo in piena zingarata sui pedali, godiamocela…), i lacci nell’uso più sportivo non sempre permettono al piede di essere saldo come servirebbe.

Se questo può essere un limite per uno scarpino stradale sportivo, non lo è qui, con le Bontrager GR2 che si rivolgono ad uso diverso.

Ma la resa globale resta comunque alta, merito sicuramente dell’ottimo disegno della suola e della zona caviglia, loro si da scarpa sportiva.

Osservatela di lato e provate a immaginarla senza le tacchette in gomma: così “ripulita”, la linea vi sembra quella di una scarpa stradale sportiva?

La suola in nylon composito Bronze Series ha un grado di rigidità basso, siamo a 6 su 14 nella personale scala di casa Trek, perché sappiamo tutti che Bontrager è il brand dell’azienda dedicato all’abbigliamento e accessori (ma non per molto ancora, credo fra qualche mese sarà tutto griffato Trek) significa meno della metà della massima rigidità.

Sulla carta una suola morbida, da far temere eccessiva flessione.

No, devo dire che non c’è alcuna cedevolezza in fase di spinta, la scarpa forma un tutt’uno col pedale permettendo ottima pressione fin quasi al tallone.

Solo la parte posteriore denuncia la vocazione meno sportiva, e te ne accorgi durante la pedalata rotonda, quando tiri su, pedali in trazione e non in compressione.

Qui provvede il tallone a fasciare e conservare una discreta resa ma resta una certa morbidezza, non hai tutta la scarpa monolitica per capirci.

Me ne sono reso conto più che in altri test perché causa infortunio ormai sono mesi che pedalo con la gamba destra per tre quarti del tempo solo in trazione.

Però anche qui vale quanto detto a proposito dei lacci, non siamo al cospetto di uno scarpino da competizione.

Allora perché parlarne? Perché in un test cerchi di esaminare ogni aspetto; e perché se al ciclista del momento viene la fregola di farsi la sparata pancia a terra ché si è stufato dell’ameno paesaggio, mica prima torna a casa a cambiarsi le scarpe…

Il vantaggio di questa suola, e così riportiamo le GR2 nel loro naturale alveo, è avere delle scarpe comodissime una volta scesi dalla bici.

Sono convinto che sia un aspetto molto importante per noi che viviamo la bici in tutte le sue forme, ossia non pensando solo alla sparata casello/casello, come si faceva una volta in moto, prima dei tutor. Cioè, altri facevano, mi raccontavano, poi non so…

Un comfort, questo una volta a piedi, che pone le GR2 come validissima opzione per il turismo a medio e lungo raggio.

Tornando in sella posso tirare le somme sulla resa e dire che è perfettamente proporzionata all’ambito di utilizzo di queste scarpe.

Che non significa disdegnino la condotta arrembante, sia chiaro.

Ma se lo scopo è una tappa da crono è ovvio serve maggiore rigidità; se l’uscita è, appunto, quella gravel/endurance abbiamo tutto ciò che serve.

E poi c’è il fuoristrada, quello più duro intendo, da Mtb più che gravel.

Qui emergono due aspetti che mostrano la chiara discendenza delle GR2 dalle sorelle specialistiche per l’off road: la sicura presa della suola al centro, quando serve sganciare e schiacciare la bici con la pianta del piede, e l’ottima presa della suola sui terreni morbidi e sdrucciolevoli, anche fangosi, quando scendiamo di sella e spingiamo perché lì trazione non ne abbiamo per pedalare. 

Oltre il valido disegno del battistrada, non accumula fango e bastano due “pedate” nemmeno troppo energiche per pulirle, la coppia di puntali in plastica rigida (credo sia nylon rinforzato) arpionano il terreno in salita senza tentennamenti.

Chiudo con una ultima valutazione sugli scudi in gomma GnarGuard che proteggono punta e tallone.

Sono morbidi eppure ben saldi. Difficile rendere a parole, serve toccarli con mano.

Non sono per nulla invadenti, non hai la costrizione di scudi rigidi e al tempo stesso si rivelano molto solidi, collaborano fattivamente non solo alla protezione ma a mantenere in forma la scarpa. E sono cuciti alla tomaia, e questo è garanzia di durata nel tempo.

Bene, direi che per questa sezione ne abbiamo a sufficienza, spostiamoci alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Mattia</cite>

    Ciao Fabio!
    Ho notato che sul blog manca la recensione di una scarpa stile fizik terra x2, ho notato che spesso, scarpe simili, vengono usate in ambienti come le gare gravel ultra distanze, oppure nei lunghi cicloviaggi. Mi piacerebbe capire quanto un tipo di scarpa simile sia indicata anche all’utente comune che non si cimenta in queste imprese.

    La scarpa bontrager nella recensione mi ricorda molto la Shimano XT nella sua prima versione, mi sto facendo ingannare dai lacci?

    Complimenti per il blog, un saluto.

    Mattia

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Mattia, in realtà mancano centinaia se non migliaia di test su questo blog.
      Ma dipende da come sono svolti i test, dove la durata minima delle prove è quattro settimane, a volte più. Poi c’è da aggiungere il tempo per le foto e infine la stesura.
      Solo combinando tra loro diversi test riesco a essere online quasi ogni settimana, per esempio conducendo insieme scarpe, casco, gomme e una sella, tutte cose che possono viaggiare insieme. Già se prendo due caschi o due set di gomme nello stesso periodo diventa un caos…
      Questa tipologia di scarpa cede qualcosa al gesto atletico (ma meno di quanto si creda) regalando gran comodità e poliedricità, per questo sono molto usate in viaggio e in tutte le situazioni in cui passi molte ore se non giornate in sella. Non è una corsa a tappe, avere i piedi che non fanno male a fine giornata conta assai più della pura trasmissione dell’energia.
      Per quanto riguarda la similitudine in realtà sono vicine alle shimano XC5 prima versione ma con un comfort globale superiore.

      Fabio

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