Ufficio complicazioni affari semplici

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Una bicicletta tutto sommato è semplice, persino le superspecialistiche zeppe di diavolerie.

Un telaio, due ruote alle estremità, la trasmissione a muoverla, sella, manubrio e freni. Insomma, mica chissà cosa.

Se la struttura è semplice, i dettagli no.

E non mi riferisco alle soluzioni tecniche, il progresso avanza, è giusto ci siano innovazioni.

No, io parlo di soluzioni tecniche consolidate che però sfruttano una pletora di standard diversi per il loro montaggio.

Prendiamo guarnitura, pedivella e movimento centrale

D’accordo avere un movimento a perno quadro contro un perno passante, sono due tecnologie diverse, normale abbia foggia diversa e quindi utensili giocoforza anch’essi diversi.

Però.

Se guardiamo alla storia del perno quadro abbiamo non meno di 7 ghiere diverse, dove nessuna ha un reale vantaggio tecnico rispetto a una altra, sarebbe stato così difficile mettersi d’accordo per uno standard unico?

Col perno passante è uguale. Per esempio il sistema ProWheel usato su molte loro guarniture è del tutto identico nello schema (e nelle dimensioni) allo Shimano Hollowtech: cambia la foggia del bullone di chiusura della pedivella sinistra.

Che richiede l’attrezzo qui in basso. Specifico.

Ok, c’è il brevetto da rispettare? Va bene, se Shimano non ti concede l’uso metti un semplice ingaggio a brugola, non costringerci a cercare questo coso!

E del sistema Campagnolo Power Torque prima versione vogliamo parlare? Solo per rimuovere le pedivella servono tre attrezzi specifici quando con una semplice brugola autoestraente risolvevi. 

Posso capire il sistema Ultratorque (tra l’altro molto più semplice da smontare…) ma il PowerTorque non usa questo sistema balordo per rimuovere la guarnitura perché c’è un effettivo vantaggio tecnico o una soluzione particolare. Solo perché serve differenziarsi.

Calotte movimento centrale BSA-ITA: Shimano/Sram identiche, Campagnolo ha la sua.

Ma tre le due esiste una differenza talmente minima che molte aziende propongono dei tool in grado di coprirle entrambe.

Eppure quella differenza minima c’è, l’attrezzo ingaggia bene ma non benissimo, come usa dire.

Perché? Dove sta il reale vantaggio tecnico nel creare incavi distanziati appena quel poco in più?

Le ghiere per il montaggio diretto delle corone, alla fine siamo lì perché poi l’asse è quello: serve per forza cambiare la forma esterna, dove sta il vantaggio tecnico di spostare un poco i dentini di presa?

Potrei continuare con questo settore della bici, sicuramente quello dove la fantasia si è sbizzarrita ma ci siamo capiti. 

Coi mozzi ruota posso capire le differenze interne, tante soluzioni tecniche nessuna uguale all’altra, ci sta che smontarli sia particolare per ognuno o quasi.

Ma la ghiera pacco pignoni?

Perché due diverse misure delle scanalature interne, che significa due utensili diversi quando poi, a conti fatti, sono praticamente uguali nella funzione e vicinissime nelle dimensioni complessive? Aver ridotto l’ingaggio di 1mm ha un reale vantaggio tecnico? No.

Chiunque di noi sia solito prendersi cura della propria bici e ne ha avute diverse nel corso degli anni, sicuramente si sarà trovato nell’esigenza di acquistare utensili sempre diversi per svolgere la stessa operazione.

Come detto prima, capisco i brevetti e quindi non è che puoi bellamente copiare.

Ma un accordo? Ma ci pensate se i produttori di viti e bulloni decidessero di usare ognuno un proprio standard?

Perché, ripeto, non mi riferisco alla diversa tecnologia ma solo a quelle parti, la minuteria possiamo definirla, che potrebbe tranquillamente essere standardizzata senza nessuna controindicazione tecnica.

Creare una ghiera con, per dire, 12 denti uguale per tutti e quindi un solo attrezzo, senza star lì a spostarne un paio giusto per cambiare un poco l’ingaggio, è così complicato? 

La bici, il veicolo più semplice per definizione, è quello che in assoluto ha bisogno di più utensili specifici di qualunque altro.

Una moto o un auto, tranne che poche operazioni specifiche, le tiri giù con chiavi a brugola e aperte, qualche estrattore e un martello.

Su una bici persino i pedali hanno ghiere tutte diverse, tutte con la stessa funzione, con dimensioni spesso identiche ma ognuna con un ingaggio diverso per l’attrezzo che deve essere specifico.

Non sto chiedendo ai grandi della Terra di sedersi attorno a un tavolo e risolvere le crisi mondiali: chiedo solo un poco di buon senso per il nostro mondo a pedali.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Andrea Daniele</cite>

    Ottimo ragionamento Fabio, ma se tutti facessero come proponi tu non ci sarebbero le guerre. La bicicletta perfetta non esiste ma la si può migliorare. ..tornando alle origini. Mi spiego: troppa tecnologia richiede molte competenze e quindi per definizione non é democratica. Partendo dal presupposto che la bicicletta é una macchina biomorfa più che perfetta auspicherei un movimento popolare che persegua l’obbiettivo di restituirle la sua essenza semplice che si concretizzi per es. nel fatto che in qualsiasi parte del mondo ci si trovi a pedalare sia possibile riparare un guasto o per es. che gli jnterventi di ordinaria manutenzione siano accessibili alla maggior parte degli utenti. Chiedo troppo ?!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Oibò, in realtà è già così per quasi ogni intervento.
      Il problema è che devi avere dietro una quantità di utensili spropositata, non la difficoltà del lavoro in sé.

      Fabio

  • <cite class="fn">Gian Giacomo Pittaluga</cite>

    “…. chiedo solo un poco di buon senso …”; oibò Fabio chiedi merce rara … rarissima. Se ve ne fosse un po’ di più in giro le aule del Foro che tu frequenti sarebbero deserte, e tu avresti molto più tempo da dedicare alle bici …

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