Telaio Holdsworth Mystique

Come è fatto

Tempo di lettura: 5 minuti

Come è fatto

Tutta fibra di carbonio, sia per telaio che per la forcella (che vedremo più avanti), due colori disponibili e cinque taglie tra cui trovare (non senza qualche difficoltà…) la propria.

Io ho scelto la versione arancio, coi colori storici della casa.

Nulla che faccia strabuzzare gli occhi per fascino, la linea appesantita dal fin troppo generoso obliquo. Anche se poi qualche dettaglio originale e carino c’è, come vedremo.

Iniziamo dal tubo sterzo, una possente struttura che dovrebbe offrire buona rigidità.

La “farfallina” che vedete spuntare dalla sommità dell’obliquo non è subliminale richiamo alla più celebre farfallina che tanti maschietti affascinò: è il nastro adesivo che impedisce ai tubicini che serviranno all’installazione dei cavi interni di perdersi nel telaio.

Il tubo sterzo ha elegante sinuosità, non sempre facile da ottenere quando il diametro è differenziato.

Nel caso della Holdsworth Mystique abbiamo standard non proprio usuale: 1 e 1/8 sopra, 1 e 3/8 sotto, misure espresse in pollici ovviamente. Io ho optato per la serie sterzo FSA IS-2C-138 1″ 1/8 -1″ 3/8, la stessa installata di serie. Che, ricordo, deve essere acquistata a parte, non è compresa nel frame kit. E che per due volte mi hanno inviato sbagliata (non loro, altro negozio) altrimenti l’avrei mostrata. Ma al momento non è qui e non ne ho notizia.

Originale l’incavo sotto il tubo sterzo: si sposa con la testa della forcella creando un bel connubio quando questa è montata.

Dalla scatola di sterzo parte l’orizzontale, arcuato; e che chiamiamo orizzontale per convenzione, visto che questo Holdsworth Mystique ha sloping parecchio accentuato. Per la mia gioia…

La sommità è piatta e priva di attacchi, quelli che ormai spopolano sui telai gravel dedicati agli amanti del bikepacking.

Termina con l’innesto del reggisella, dalla foggia curiosa; richiede un sistema di ritenuta proprietario (fornito nel kit telaio, in dettaglio lo vedremo verso la fine di questo paragrafo) e sono curioso di scoprire se e quanto tiene…

Comunque non difetta di originalità, seppure non sia unico nel panorama mondiale a sfruttare simile sistema; ma con coppia di fissaggio superiore e migliore fattura. Vedremo.

L’orizzontale si congiunge al piantone dove troviamo un’altra lavorazione assai graziosa: i pendenti del carro che sembrano emergere dal telaio. Si, ammetto che questo dettaglio mi piace.

Piantone reggisella solo in parte nel solco della tradizione: sezione tonda si, ma decisa curvatura in basso. Per offrire spazio alle gomme e per garantire buon confort, smorzando le vibrazioni. Lo dico in chiave teorica, ancora non ho fatto un giro di pedale con questo telaio…

Attacco portaborraccia in posizione piuttosto bassa; comodo così, entra pure una borraccia capiente.

 

Attacco a saldare per il deragliatore; ovviamente non è saldato ma avvitato e facilmente removibile da chi preferisse una trasmissione monocorona. Manca nella dotazione dei vari gommini (che vedremo alla fine) una coppia di tappi per chiudere i fori nel caso si opti per il monocorona. Comunque vanno bene quelli che usiamo sul cappuccio della serie sterzo, servono da 5 mm.

Dietro la scatola movimento spunta l’uscita per il cavo deragliatore.

Scatola movimento BSA, cioè passo inglese per chi non ricordasse le sigle.

Definire tormentata la zona del movimento centrale è un eufemismo. Netta la cengia appena sotto l’attacco deragliatore.

So che è soluzione diffusa; non per questo la trovo graziosa, anzi…

Dietro la scatola BSA troviamo uno degli attacchi per i parafanghi.

Risaliamo verso la zona sterzo sfruttando l’ampio tubone. Molto ampio, molto ma molto ampio…

La sezione è triangolare con vertici raggiati. Io avevo scritto “con angoli arrotondati” ma confesso come definizione mi suonava una schifezza. Così ho chiesto ad Alfonso, BacMilano, che oltre le tante cose è architetto, designer e menzione al compasso d’oro e mi ha fornito l’esatta classificazione. Bello avere amici istruiti…  

Visto dal basso a me ricorda il profilo di una piroga; e beh, effettivamente se lo si guarda frontalmente una certa sensazione di snellezza c’è.

Non nella vista laterale e nemmeno in quella chiamiamola posteriore, larga e piatta. E dove trova posto l’altro attacco portaborraccia.

Un terzo attacco è sotto l’obliquo, assai vicino alla scatola movimento così da lasciare quanta più luce è possibile per le ruote; sarà interessante verificarne la funzionalità.

Sui fianchi, in alto, le aperture per il passaggio cavi interno; una a destra, due a sinistra. Di serie arriva una buona dotazione di gommini per ogni esigenza (li vedremo in fondo alla pagina).

Ora dedichiamoci al triangolo posteriore, il carro.

Compatto ma non minimale e per fortuna infulcrato alto, almeno questo…

Tubi a sezione triangolare per i pendenti, rettangolare per i foderi bassi.

Devo dire che anche se appaiono sottili in realtà sono ben dimensionati; e conferiscono una certa leggerezza nel colpo d’occhio grazie alla sezione triangolare raggiata.

Attacchi sia per portapacchi che parafanghi, ottenuti con bussola in alluminio affogata nella fibra di carbonio.

In dettaglio gli attacchi alti per portapacchi e quello al ponticello che serve il parafango.

Scendendo in basso incontriamo il perno passante da 12×142, il forcellino removibile e gli attacchi bassi, uno per lato, che gestiscono sia il portapacchi che il parafango.

Sui foderi inferiori troviamo le uscite per cavo cambio e tubo freno; sempre di serie i gommini di chiusura, non montati.

L’attacco per la pinza freno è del tipo flat mount.

Il perno passante è fornito di serie, del tipo con chiusura QR, soluzione che non gradisco perché genera eccessiva pressione. Devi avvitare meno e poi agire di leva, ma è facile sbagliare.

Altra cosa che non apprezzo è la sede di innesto del perno passante: grezza, priva di una bussola in alluminio. 

Nemmeno l’interno brilla per finitura…

Carino invece l’altro lato, la bussola filettata è elegante.

Il forcellino removibile pure è carino; ma avrei preferito attacco doppio e non a vite singola. Soprattutto su un telaio votato al fuoristrada. Fortuna che qui hanno ben pensato di creare la filettatura sul forcellino e non sul telaio. Forse la brugola a vista sul lato esterno non sarà granché, ma se salta si cambia il forcellino e non il telaio…

Ben dimensionati gli attacchi bassi per portapacchi/parafanghi; sempre con bussola affogata nella fibra, si sviluppano per tutta la larghezza del forcellino.

Ora capovolgiamo il telaio per una rapida occhiata sotto la scatola movimento.

Dove troviamo le varie uscite e i diversi ingressi per il traffico dei cavi. Un dimensionamento dei fori poco più generoso renderebbe i passaggi più semplici. Comunque ho fatto alcune prove e alla fine si fa passare tutto, seppure non proprio in scioltezza. Diciamo che la tentazione di andare di fresa mi è venuta.

Sempre compreso nel frame kit abbiamo il reggisella da 27,2; alluminio, finitura nero lucida che non si preannuncia durevole…

Una scala graduata aiuta a trovare la corretta altezza in caso di rimozione.

La testa ha regolazione a doppio bullone.

L’attacco sembrerebbe compatibile anche con sella a telaio in carbonio ovale da 9 mm. Verificherò in fase di montaggio, anche su questo ho chiesto in azienda (come per il Di2) e sono caduti dalle nuvole.

Il reggisella ha sede di ingresso particolare: nell’immagine in basso possiamo vedere la nicchia deputata ad accogliere il meccanismo di blocco.

Che è in due pezzi, si incastra bene nell’alloggiamento e agendo sulla brugola più grande dovrebbe offrire giusta presa malgrado la coppia di serraggio indicata sia bassa. Vedremo anche qui in fase di montaggio e successiva prova su strada, altri produttori che usano sistema simile indicano una coppia di 7 Nm.

Adesso è il turno della forcella, una full carbon ben dimensionata.

Testa corposa, foderi generosi, attacco per portapacchi, passaggio cavo freno interno.

 

In dettaglio il foro di ingresso per il freno (con canalina interna) e la parte frontale della testa, piena.

L’attacco superiore per il parafango è infatti nella parte posteriore, sempre con sistema a bussola affogata: pratico ed elegante.

Perno passante anche qui, da 12 come al posteriore. In basso, con distanziali, gli attacchi inferiori del parafango.

Stesso sistema visto prima, con elegante bussola filettata da un lato e grossolana finitura dell’altro.

Attacco pinza flat mount.

Ed ecco il telaio con forcella innestata, seppure ancora priva di serie sterzo.

E’proprio una zucca, eh? E vabbè…

Comunque con forcella montata nella vista frontale acquista una sua armonia.

Due dettagli: il reggisella montato con il suo sistema di fermo in sede e la graziosa unione tra testa della forcella e svasatura sotto il tubo sterzo. Quest’ultima zona, profetizzo, sarà una rogna pulire dopo le uscite in fuoristrada…

L’azienda, con una faciloneria a cui ormai dovrei essere abituato ma non lo sono, dichiara un passaggio gomme fino a 36; pochino, hanno corretto con 700×40; però non fidandomi, ho fatto io alcune prove.

Ho installato su ruote Shimano RS 770 una coppia di Michelin Power Gravel 700×40, convinto sarebbero entrati a filo.

Al ponticello superiore predisposto per il parafango c’è ancora tanto spazio; sia sopra che ai lati, anche se la prospettiva schiaccia e sembra meno di quanto sia in realtà.

Stesso discorso in basso, i foderi che partono dalla scala movimento; e sempre prospettiva che schiaccia ma sono immagini difficili da scattare, per me.

E ancora spazio dietro la scatola movimento.

Stessa scelta di gomma anche per l’anteriore, ovviamente.

La forcella offre luce ancora più abbondante. Sotto la testa passa un treno…

Ai lati c’è ancora un centimetro abbondante.

Diciamo che metro alla mano i 700×45 sono alla sua portata; forse anche i 700×50, magari non troppo tassellati. E poiché è possibile usare ruote da 27,5″, basta fare la conversione per capire che larghezza massima può essere usata. 

A corredo di telaio, forcella e reggisella arriva una buona serie di gommini vari; per chiudere i fori al telaio a seconda se si opta per monocorona o doppia. Conseguenti le conchiglie da applicare sotto la scatola movimento. C’è anche l’alloggiamento per la batteria Di2 a reggisella.

Però chi scegliesse il montaggio di una trasmissione Shimano elettroassistita farà bene ad aggiungere per pochi spiccioli il kit Di2, che comprende ciò che di serie non arriva. Ed è strano, visto che forniscono l’adattatore per la batteria. Boh…

Ah, non provate a chiedere in azienda istruzioni sul passaggio dei cavi e la collocazione dei componenti del Di2. Non ne hanno idea, anzi a me una volta hanno persino risposto che il telaio non è predisposto.

E io “scusate, ma vendete anche il kit, fornite l’adattatore per la batteria al reggisella e mi dite non è predisposto?”

Risposta sincera “In verità, non l’abbiamo mai montato, non ne abbiamo idea…”

Opperò. 

Bene, siamo alla fine di questa presentazione statica, voltiamo pagina per le brevi conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Slurp!

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Caro Fabio, scusa se ti chiedo ua informazione sul mondo gravel. Ho appena finito di vendere alcune delle mie bici (una colnago arte 2.0 e una MBT ghost che avevo costruito negli anni e alla fine elettrificato con un Bafang 250) adesso mi appresto a prendere la strada della ghiaia e sono attratto da una Genesis che ho solo visto in rete e che oggi mi appresterò a vedere dal vivo. Ho anche visto l’offerta specialized e mi viene un dubbio amletico sul da farsi. Scelgo una bici di un grosso marchio internazionale oppure vado verso l’algida albione e un telaio di acciao. Tra l’altro bene o male tutte le BIg offrono qualcosa gravel (va veramente di moda in questo periodo) e veramente non riesco a capire le differenze tra i mezzi proposti, anche se noto che bene o male nella fascia entry level le bici sono più o meno equippaggiate allo stesso modo in termini di cambi e freni.
    Non avendo molta esperienza mi affido, ovviamente, a chi ne ne ha più di me.

    Grazie e buona giornata

    Luca

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, più che una informazione mi stai chiedendo di valutare tra centinaia di modelli più che tra i due da te indicati.
      Operazione, comprendi, impossibile. Servirebbero mesi e una enciclopedia.

      Posso darti alcuni metri di giudizio.
      Il primo è non fossilizzarti sulla trasmissione, non è lì la differenza tra le bici.
      Devi guardare anzitutto le geometrie, perché ormai il gravel è diffusissimo ma ognuno segue la sua strada.
      Poi guarda le ruote di serie, perché fanno davvero la differenza.
      Una volta stabilito un tuo budget di massima, devi capire se vuoi un telaio più turistico o sportivo, con attacchi vari o no ecc ecc
      Restringi il campo di ricerca ma non sottovalutare marchi meno noti da noi; Genesis, per esempio, è tutt’altro che sconosciuto e produce grandi cose. E ce ne sono tanti altri.
      Una volta trovati 4 o 5 bici se ne può parlare.
      Altrimenti, come detto sopra, ci sarebbe da considerare almeno un centinaio di modelli e non è fattibile.

      Fabio

      • <cite class="fn">Luca</cite>

        Hai ragione sono stato troppo superficiale, in ogni modo un occhio dal vivo a Genesis che tra l’altro mi permette di montare portapacchi e dovrebbe essee robusta e nella fascia di prezzo che ho in budget (circa 1.1, 1.3 keuros) lo vado sicuramente a dare.

        grazie ancora per la risposta

        Un caro saluto e vai avanti così con questo ottimo sito web

        Luca

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ma no, tranquillo. Nessuna superficialità; sarei stato io superficiale se ti avessi risposto “prendi la bici xy”, così, senza conoscere nulla di te.
          Le bici son tutte buone, i cancelli non si fanno più. Ma sono anche diverse seppur simili; scegliere quella giusta è un percorso personale, fatto di tanti aspetti.
          Come ti ho detto, circoscrivi. Fatti una lista delle tue esigenze. E soprattutto stracciala se vedi una bici che ti fa battere il cuore, chissenefrega delle esigenze 😀 😀

          Fabio

          • <cite class="fn">Luca</cite>

            Assolutamente d’accordo, gurado e poi alla fine prendo quello che idice il cuore…. Io faccio circa 3000 km all’anno solo casa lavoro e in più quando posso esco con la bcm la domenica, la gravel mi potrebbe servire per fare il casa-lavoro e tra un annetto provare una Bafanghizzazione 750W per avere finalmente il mio bolide da corsa 🙂
            Ciao

            Luca

  • <cite class="fn">Antonino Pistilli</cite>

    Ciao mi e appena arrivato un Mystique Nero/Arancio…mi sembra bellissimo…ora devo montarlo…
    Mi puoi dire la siglia esatta della headset che monta?
    Sono un po in confusione…
    Grazie mille

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonino, monta FSA Orbit IS 138 1/8″-1″ 3/8, cuscinetti 45 e 52. A scelta tua se con spessore in alluminio o carbonio e sua altezza.
      I codici sono 121-0343 la alu, 121-0342 la carbo.
      O equivalente di altra marca.

      Fabio

      • <cite class="fn">Antonino Pistilli</cite>

        Grazie mille…tu l hai montato?

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao, si, montato, girato per i test (di prossima pubblicazione) e in attesa di decidere che farmene.
          Telaio preso solo per gestire una sequenza di articoli, di fatto è una bici in più di cui non ho necessità.

          Fabio

  • <cite class="fn">Antonino Pistilli</cite>

    Io pensavo di montarci un Grx 600…cosa ne pensi?…secondo te posso montarci un 11/40 o 42? Quando pensi di pubblicare l’ articolo?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonino, dire 600 non basta con riferimento alla famiglia GRX. Infatti questo numero è comune a componenti sia per la versione 2×11 che 1×11 che 2×10.
      Ho da poco pubblicato un articolo su tutte le configurazioni possibili, lì trovi anche le singole specifiche.
      Pignone sino a 42 solo con monocorona, la doppia permette il 34 se 11v e 36 se 10v.

      Non ho idea di quando pubblicherò test del telaio Holdsworth, devo dare precedenza a tanto altro materiale inviatomi dalle aziende; che con me son pazienti perché sanno che curo ogni dettaglio ma non è pazienza infinita…

      Fabio

  • <cite class="fn">Antonino Pistilli</cite>

    Fabio la mia principale attività in bici e il cicloturismo quindi ho bisogno di montare perlomeno un 40…ora ho una tripla con 22/34 e su alcune salite con bici carica sputo veleno…pensi che con un “dentino” di prolunga del cambio possa farcela?
    Oppure cosa mi puoi consigliare?

    PS. Anche io sono nato a Napoli…emigrato a Roma da 20 anni…

    Grazie

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonino, usando una 10v Grx (ampiamente adatta al turismo e non solo) avresti come rapporto più agile 30-36: se non frulli come un criceto, cadi…
      Il cambio come detto supporta 34 se 11v, 36 se 10v; con le prolunghe i cambi riescono a far salire e scendere una catena ma dire che funzionano no, è concetto diverso. Ti suggerisco di restare nelle specifiche oppure mettere una tripla da trekking 9v con comandi bar end.
      Ma soprattutto il telaio Mystique ha si occhielli ma non è strutturato per carichi pesanti. Quindi il problema peso si ridimensiona.

      Fabio

  • <cite class="fn">Antonino Pistilli</cite>

    Ciao Fabio…ancora io…
    Prima di tutto ti faccio i migliori auguri di ottime feste a te e alla tua famiglia…
    Ho ricevuto la SS della FSA…ho un dubbio…e’ normale che i cuscinetti non vadano a pressione e che siano perfino un po laschi negli alloggiamenti sia sopra che sotto?
    Altra domanda…la forca va montata senza ralla?…non c’e’ nella SS e nemmeno in dotazione al telaio…
    Grazie ancora del tuo aiuto…

    Toni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonino, i cuscinetti non vanno mai a pressione, su nessun tipo di serie sterzo.
      La ralla non si usa, è sostituita dalla lavorazione sulla forcella, è una SS integrata ed è ormai usuale, soprattutto con le differenziate, adottare questa soluzione tecnica.
      Non usare grasso, non serve perché le sedi sono in composito a vista.
      Domanda io: hai preso anche expander? Non è fornito con SS, si acquista a parte

      Fabio

      • <cite class="fn">Antonino Pistilli</cite>

        Si Fabio…lo ordinero’ presto…in genero uso uno sui 6/7 cm per evitare problemi di leva…che ruote mi consiglieresti?…80/20 asfalto/ghiaia…

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Antonino, non ho idea.
          In una forbice tra 200 e 600 euro (non supero questo limite per comodità) hai qualche centinaio di modelli.
          Per restringere il campo serve qualche dato in più rispetto al semplice uso. A iniziare dal budget, così si può circoscrivere.
          Poi larghezza canale e altezza cerchio; a seguire tecnologia mozzo.
          Scusa ma qui non ragioniamo “stile forum” dove ognuno ha la sua certezza. Proviamo ad aiutare per davvero.

          Fabio

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