Sp Connect, sistema di attacchi per smartphone

Sp Connect Universal Bike Mount

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Sp Connect Universal Bike Mount

Il sistema Sp Connect Universal Bike Mount è disponibile sia singolo che in bundle, basta collegarsi al sito ufficiale e lo si trova.

Poiché non aveva senso farmi inviare due bundle (che comprendono una quantità di accessori) ho chiesto il singolo attacco, così abbiamo un buon quadro globale senza doppioni.

All’interno della confezione troviamo l’attacco, la fascetta universale e due gommini di differente spessore per adattarsi a manubri e stem.

La staffa è in materiale composito, al tatto denuncia gran robustezza. 

La base di appoggio è curva, con gommini per i differenti profili e diametri.

E’ utilizzabile con diametri compresi tra 22 e 32 mm. In pratica qualunque manubrio e quasi tutti gli stem sul mercato.

Come per il modello visto nel paragrafo precedente, la staffa ha inclinazione regolabile.

Un sistema a vite con incavo alla base e zigrinatura alla base della staffa garantisce la tenuta.

All’interno della base si fa scorrere la fascetta a vite.

La stessa brugola che governa l’inclinazione gestisce anche la possibilità di ruotare della base, con sistema a cremagliera per avere precisione.

Stesso accade anche all’attacco, dove rimuovendo la brugola centrale possiamo scegliere che rotazione dare, così da avere il telefono sia orizzontale che verticale.

Inoltre, aspetto importante, il sistema Sp Connect Universal Bike Mount può rinunciare alla staffa.

Basta rimuoverla, svincolare da questa l’attacco e sostituirla a quella incavata.

L’installazione è rapidissima; se a manubrio o stem è solo scelta personale.

Lo stesso vale se si opta per il montaggio senza staffa.

Ora le considerazioni pratiche.

Questo attacco Universal fa pieno merito al suo nome. Davvero lo monti ovunque, sempre però con destinazione d’uso di bici non sportive. Poco da fare, usando un assetto allungato lo smartphone sarà sempre un pelo arretrato.

Ma come detto in precedenza, non è un limite, sarebbe un errore considerarlo tale. E’ la destinazione d’uso, tutto qui.

I lettori più attenti potrebbero però aver notato una differenza; ho cambiato l’attacco manubrio fin qui usato che è, l’avrete riconosciuto, lo ShockStop di Redshift.

Che è come sapete uno stem ammortizzato, con elastomeri all’interno. Questo ne determina la foggia, squadrata e anche piuttosto generosa nelle forme. Ho dovuto usarne uno normale perché la fascetta non era lunga a sufficienza.

Ma solo usando il Redshift, perché con qualunque altro stem l’ho provata ha sempre avvolto la circonferenza perfettamente.

Chiarito questo, la staffa è esente da vibrazioni, solo i colpi che arrivano dalla strada ma è normale. Viaggiando “lisci”, di suo non si sposta di un decimo di millimetro, quindi perfetta visibilità alla schermo.

Il doppio sistema permette a chiunque ampia libertà di scelta nella collocazione; io personalmente trovo la staffa comoda, ma altri con bici differente potrebbero volere lo smartphone più vicino, più sotto diciamo così.

La fascetta è robusta, il sistema a vite tenace il giusto. Ogni tanto una controllata va data, le infinite vibrazioni che arrivano in zona sterzo/manubrio qualche allentamento potrebbero provocarlo.

Non manca la chiave a brugola a doppia misura per agire sulle brugole; inutile la doppia misura, sono tutte e due con ingaggio da quattro ma altrettanto inutile stoccare una diversa produzione.    

Stabilità, robustezza, facilità di motaggio, possibilità di variare l’inclinazione rapidamente (basta agire sulla fascetta, non servono attrezzi), direi che abbiamo anche qui conferma della buona fattura e dell’attenzione con cui è stato studiato questo attacco.

Passiamo a conoscere l’ultimo della serie, ultimo tra quelli che ho chiesto io. Ce ne sono tanti altri sul sito…

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