Pro Bike Gear, leve Team per copertoncini tubeless

Come è fatta e come funziona la Pro Biker Gear Tire tubeless lever
Come è fatta e come funziona la Pro Biker Gear Tire tubeless lever
L’utensile per copertoncini tubeless di Pro Bike Gear è subito riconoscibile nella sua forma particolare.
Una “pinza” al cui interno è alloggiata una leva cacciacopertoni classica.
La parte esterna, quella che d’ora in avanti per comodità chiamerò pinza, presenta su un lato l’uncino per aiutare in fase di smontaggio.
In aiuto, perché abbiamo la leva principale, con uncino di aggancio al raggio, un rombo in rilievo al centro che funge da fermo e infine la punta (larga) per far leva e sollevare la gomma dal cerchio.
Ma quella che a noi interessa di più è la pinza.
All’estremità le ganasce sono conformate in maniera diversa.
Abbiamo un lato incavato che andrà a battuta sul bordo del cerchio, dal lato opposto a quello dove il copertoncino deve ancora tallonare.
E un lato con un robusto uncino per arpionare la sezione di copertoncino da tallonare.
Aiutiamoci con qualche immagine per capire il principio di funzionamento.
Prima operazione è tallonare quasi completamente il copertoncino; quando restano quegli ultimi 10/15cm da inserire, la parte che sappiamo è in tensione e per questo più difficile da adagiare all’interno del cerchio, allora chiamiamo in causa le nostre leve Pro Bike Gear per tubeless.
Mettiamo a battuta il lato incassato sul bordo del cerchio.
Agganciamo con l’altro lato della pinza il copertoncino da tallonare e tiriamo.
Questo il funzionamento all’atto pratico.
Ora alcune considerazioni.
Il dimensionamento di questa leva, della pinza essenzialmente, è perfetto per copertoncini sino a 32-35. Già coi 37, soprattutto se tassellati, inizia a mostrare qualche limite nell’apertura delle ganasce.
Che poi limite non è, i copertoncini di maggior sezione sono semplici da montare a mano, non serve un attrezzo.
Sono quelli sottili, con cerchi stretti, che creano problemi e per questi la pinza Pro Bike Gear è perfetta.
Il materiale, nylon, è robusto. In fase di montaggio abbiamo una decisa flessione che fa temere per l’integrità.
Ho forzato in tutti i modi, cercando di arrivare a un ipotetico punto di rottura senza riuscire mai a raggiungerlo. Quindi la robustezza è promossa.
La lunghezza permette di applicare buona leva e di essere riposto nella finta borraccia, portandoselo dietro al posto delle leve cacciacopertoni classiche.
Sono leve specifiche per tubeless: questa specificità deve però essere intesa con la necessità che presentano molti copertoncini tubeless a cercare un aiuto esterno per tallonare l’ultimo tratto.
Nulla vieta però di usare queste leve in ausilio nel montaggio dei copertoncini con camera d’aria: il suo principio di funzionamento mette al riparo dalla temuta pizzicatura della camera.
E devo dire che si rivela assai comodo anche se il copertoncino è facile da tallonare ma siamo per strada, mani fredde o gomma bagnata o tutte e due: una situazione in cui facciamo fatica a montare la gomma.
Oppure più semplicemente non vogliamo sporcarci (troppo) le mani.
La leva cacciacopertoni classica, quella che abbiamo visto è inserita all’interno, è sagomata in modo corretto. Riesce a uncinare il raggio anche con cerchi a profilo alto (50/60mm) perché l’aggancio è sagomato a piegare verso l’interno.
Mia preferenza: avrei gradito un uncino meno ampio, per mia abitudine.
La sezione è sottile il giusto nella parte iniziale, potendosi così “introdurre” senza difficoltà. Cresce via via per assicurare la robustezza.
Insomma, in definitiva, un attrezzo comodo e pratico, dal costo contenuto e che può trovare facilmente spazio nella dotazione di qualunque ciclista stradale (anche gravel se la sezione non è importante), indipendentemente se abbia o meno i tubeless. Tanto può funzionare bene anche su gomme con camera d’aria.
In questo breve video vi propongo una veloce introduzione, come è fatto l’attrezzo, come usarlo e le considerazioni finali.
Un sunto del test, insomma…
Come detto prima, l’uso di un video a supporto e riassunto del test è un esperimento, sicuramente da migliorare. Ma è un inizio, col vostro aiuto e vostri consigli sono certo che piano piano il “format” migliorerà.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Mi sembra perfetto, ottimale bilanciamento tra lo scritto e ill visualizzato. Prima si comprende , poi lo si vede. Sempre meglio!
Grazie Adriano.
Avrei potuto limitarmi, come fatto in passato, alla sola parte “pratica”: ossia l’attrezzo in azione, senza le chiacchiere mie.
Però più che integrazione sto pensando a una struttura degli articoli dove uno non esclude l’altro. In passato il video lo pubblicavo solo per mostrare un passaggio, ma vedere solo lui, senza leggere l’articolo, serviva a nulla.
Così penso sia tutto più completo e con più scelta per i lettori.
Poi, ovvio, c’è tanto da migliorare. Questo video l’ho montato alle 5 stamattina, su un pc che non reggeva i file e andava a scatti, tagliare è stato complicato.
Anche l’audio va rivisto, il microfono è troppo sensibile e in una fase la voce è troppo alta.
Poi andrei rivisto io, ma su questo non posso lavorarci… 😀
Fabio
Ottima recensione, come sempre, e ottimo video esplicativo. Un solo appunto: “tabless” non si può sentire, sarebbe più corretto dire “tiubless”.
Ciao Antonio, nemmeno perché la dizione corretta è tubless.
Ho giocato sulla dizione alla partenopea, sapevo che lo avrebbero capito solo qui ma un omaggio alla mia terra ogni tanto lo devo.
Fabio
Ahahaha. Grande!!!
Ciao e complimenti per l’articolo. Dove si possono acquistare?
Ciao Carlo, più di consigliarti una ricerca sui soliti store online, anche stranieri, non posso.
Mi occupo solo delle recensioni, non seguo gli aspetti commerciali.
Fabio
Grazie a questo articolo ho acquistato l’attrezzo perché la tecnica del massaggio per rimontare il copertone risulta quasi impossibile sotto la pioggia battente. Si è rivelato utilissimo già dopo qualche giorno salvando l’uscita domenicale.
Ciao Giancarlo, hai fatto benissimo. Pioggia o freddo sono nemici del “massaggio”, ben vengano utensili come questo o il TyreKey (altra recensione) per non rovinarsi la giornata.
Fabio