[Officina] Gli attrezzi generici per la bici
Gli attrezzi generici necessari
Gli attrezzi generici necessari
Una bici è assemblata con viti e bulloni, ha cavetti da tendere, dadi da serrare. Tutte operazioni che non richiedono attrezzi solo a lei dedicati.
E la manutenzione di una bici incontra viti ossidate, perni che non vogliono lasciare la loro sede, filettature rovinate.
Insomma, una buona dotazione di attrezzi generici serve, dove per buona non intendo che deve essere corposa ma di buona qualità.
Inutile acquistare un set completo di chiavi inglesi di scarsa fattura e con misure che a noi non servono: meglio investire i propri denari nelle poche necessarie e di ottima fattura.
Perché avere un attrezzo scadente equivale a non averlo.
Iniziamo.
Chiavi a brugola.
Su una bici la quasi totalità delle viti di serraggio hanno testa a brugola.
Non tutti i produttori usano la stessa misura della testa della brugola, il suo “ingaggio” cioè.
Piuttosto che stilare una lista di che misura viene usata dove meglio indicare cosa e dove guardare.
Attacco manubrio, del tipo non filettato, sia nelle brugole di fissaggio allo stelo forcella che il frontalino.
Collarino reggisella e binari attacco sella.
Attacco al telaio per freni caliper, cantilever e V-Brake e relative tacchette, pinze per disco, leve comandi cambio e freno (sia strada che Mtb/trekking).
Attacco cambio e deragliatore al telaio e dei rispettivi cavetti.
Viti regolazione impianto freni e leve freno/cambio.
Pedali se hanno solo ingaggio a brugola.
Eventuali accessori come parafanghi e portapacchi.
La misura più diffusa è l’ingaggio a brugola da 4, ma esistono collarini reggisella con ingaggio da 3 o da 5, attacchi manubrio lo stesso e così via.
Per essere certi di coprire ogni eventualità la soluzione migliore è un set di chiavi a brugola che comprende le misure: 2, 2.5, 3, 4, 5, 6 e 8.
Misure superiori si utilizzano solo per componenti specifici, come per esempio la vite di giunzione del sistema Campagnolo Ultra Torque o per smontare alcuni corpetti ruota libera e per questo li vedremo negli articoli dedicati agli attrezzi specifici.
Consiglio di dotarsi di due set di chiavi a brugola; una con testa uniball (che permette il lavoro anche inclinata), meglio se con corpo a T come quelle viste sopra. E uno classico a L, perché grazie al loro minore sviluppo in lunghezza permettono di lavorare più agevolmente dove c’è poco spazio di manovra
Le chiavi Torx.
Lo standard Torx fino a pochi anni fa era relegato solo al montaggio dei rotori e di qualche modello di freno caliper.
Ora si sta diffondendo su tutta la bici e non è raro trovare attacchi manubrio o collarini reggisella che sfruttano viti a testa Torx.
La misura più diffusa è la T25.
Un controllo sulla propria bici è indispensabile, perché a parte la T25 universalmente usata per fissare i rotori 6 fori al mozzo, è possibile trovare altri ingaggi. Di solito sono T20 e T30, altre misure al momento non sono diffuse.
Le chiavi inglesi.
I bulloni e dadi esagonali sono quasi del tutto spariti dalle bici.
Restano ancora su alcuni cambi e deragliatori per fissare il cavetto al loro corpo, è facile trovarli su bici più anziane.
Una buona soluzione sono le chiave inglesi fisse, con doppia testa: da un lato aperta, dall’altro ad anello.
E’ fondamentale siano di assoluta qualità, un loro errore dimensionale significa danneggiare la testa del dado o bullone. Che spesso è montato su bici anziane con i soliti problemi di ossidazione.
Le misure più comuni che possiamo trovare su una bici sono 7, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15.
Io personalmente consiglio però di ampliare la dotazione, con un buon set che parta dalla 6 e arrivi almeno sino alla 18.
E consiglio vivamente di dotarsi di un doppione per le misure più usate. Avere cioè due chiavi da 10 o 13 o quelle che servono di più.
Utile avere una chiave a rullo, regolabile. Nel caso capitasse un dado in pollici o leggermente rovinato.
Comode ma non indispensabili le chiavi inglesi (dette anche poligonali) con sistema a cricchetto reversibile.
Una levetta ne governa il senso di rotazione, e non stai lì a togliere e mettere. Però sono sempre del tipo chiuso e questo non le rende ovunque sfruttabili su una bici.
Chiavi a bussola.
Le chiavi a bussola sono un valido supporto in aggiunta alle chiavi poligonali appena viste.
Hanno il vantaggio di “afferrare bene” la testa del dado o bullone, sfruttano le chiavi a cricchetto reversibili che velocizzano molto il lavoro, hanno una infinità di punte (bit) in tutte le misure e lunghezze e accessori vari che aiutano a raggiungere anche i punti più difficili.
Inoltre hanno pure bit per brugole, viti a croce o taglio, Torx: insomma, coprono tutto.
Di contro la chiave a cricchetto non permette di “sentire” bene la forza di serraggio, col rischio di eccedere. Non tutti i punti della bici hanno accesso per le chiavi a cricchetto (la testa è larga) ed è bene dotarsi di prolunghe.
Tra gli accessori consiglio anche quello per fissare i bit all’avvitatore elettrico. Attrezzo da usare con parsimonia su una bici ma che spesso è davvero comodo.
Il pericolo concreto è danneggiare la filettatura: se la vite entra in leggera diagonale, a mano subito avvertiamo anomala resistenza e ci fermiamo: l’avvitatore elettrico no, lui forza per la sua strada.
Giraviti.
Le viti “normali”, quella con testa a croce o taglio, non sono sparite dalla bici.
Quasi tutti i cambi e deragliatori meccanici ed elettroassistiti ne fanno uso per la regolazione dei fine corse e distanza dai pignoni.
Averne almeno in paio è necessario.
Meglio se a testa magnetica, per evitare di perdere viti piccole o facilitarne il loro inserimento.
Le pinze.
Una pinza serve sempre, anzi, più ne abbiamo meglio è.
Un cavetto da tendere, un bulloncino nascosto da afferrare, o qualunque altra operazione che è impossibile fare con le dita e la pinza giusta trasforma l’incubo in facile reatà.
Dotazione minima è la pinza classica, cui affiancarne una a becchi lunghi dritti; e un paio di pinze più piccine, manovrabili in spazi angusti.
Una pinza a tronchese e una autobloccante si rivelano utili. La tronchese per tagliare i cavetti cambio e freno (quella specifica per le guaine si danneggia), quella autobloccante risolve contro dadi e bulloni ossidati.
A metà strada tra l’attrezzo generico e quello specifico da bici è la pinza per anelli seeger
Gli anelli seeger li possiamo trovare in tanti punti nascosti della bici, per esempio in un reggisella ammortizzato o nella batteria Shimano Di2. Averla fa comodo, ma è indispensabile solo per chi ha, appunto, anelli seeger sulla propria bici.
I martelli.
Avrei dovuto titolare al singolare, perché sulla bici si usa un solo tipo di martello: quello in gomma.
Si rivela utile in tante occasioni, per esempio una guarnitura a perno passante restia a lasciare il movimento.
Comunque averne anche uno piccino con testa in acciaio può servire, frapponendo un pezzo di legno si trasforma in efficace dissuasore per gli elementi ossidati. Per esempio un attacco manubrio da 1″.
Strumenti di misurazione.
I componenti della bici hanno decine di misure diverse.
Pensate solo al reggisella, con intervalli nel diametro di appena 0,2 mm e misure che partono dal 22,2 e arrivano a 33,9.
O il tubo forcella, la calotta serie sterzo e tanto altro dove gli intervalli tra una versione e l’altra sono sempre misurati in decimi di millimetro.
Ovvio che in questi casi serve precisione assoluta.
E solo un buon calibro può offrirla.
E’ un attrezzo davvero indispensabile, più di quanto si immagini. Pensate solo a come rilevare il centro anatomico della sella: col calibro è un attimo e senza margine di errore.
E’ semplicissimo da usare, esistono anche in versione digitale.
Ma qui vale una sola regola: deve essere di ottima qualità. Che sia meccanico o digitale, evitare con cura calibri economici. Un errore di misurazione di 0,1 mm significa buttare i soldi perché il componente non monterà.
Un metro a nastro serve sempre.
Non indispensabili ma sfiziosi da avere e spesso utili sono gli spessimetri.
A quadrante o a lamelle possono tornare utili in più occasioni. Con uno a quadrante, per esempio, possiamo avere certezza assoluta di quanto si è assottigliato il rotore; con uno a lamelle possiamo sfoggiare una regolazione di fino del deragliatore.
Anche la livella è utilissima ma su una bici serve per operazioni specifiche (sella in bolla, allineamento comandi ecc) e quindi la vedremo negli articoli dedicati agli attrezzi specifici.
Lubrificanti.
Mi riferisco a lubrificanti e sbloccanti non studiati specificatamente per la bici. Grasso e olio da usare per altri scopi.
Grasso in pasta da sfruttare per proteggere una filettatura, olio denso per lubrificare un meccanismo, sbloccante per convincere bulloni riottosi, silicone spray per proteggere parti più delicate.
Vista la destinazione non specifica inutile applicarsi più di tanto nella scelta.
Un normale grasso per cuscinetti, per esempio quello automobilistico, che costa poco e dura tanto.
Un olio denso per ingranaggi, anche lui dura tanto e costa poco.
Sbloccante e silicone di buona marca bastano e avanzano.
Se proprio si vuole ampliare la scelta, la vasellina tecnica, quella nel tubetto, è spesso utile lì dove un grasso è meglio non usarlo. Per esempio su parti che sono a contatto con elementi in fibra di carbonio. Non mi riferisco ovviamente alla pasta di fissaggio, quella è tutt’altra cosa.
Fascette e nastro adesivo
Le fascette fermacavo o da elettricista servono sempre, come serve sempre avere nastro telato e da elettricista.
Le fascette tornano utili in tante occasioni, dal fissaggio di guaine e tubi idraulici al telaio al cestino sul portapacchi.
Lo stesso per il nastro adesivo, perché con uno telato chiudiamo il nastro manubrio, fissiamo le guaine e tanto altro.
In effetti questo è il classico caso di utensile generico visto con uso esclusivamente ciclistico e forse avrei dovuto inserirlo nell’articolo dedicato. Vabbè, ora è qui.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
A proposito di misure poco diffuse: solo io ho un telaio con assi passanti che si smontano con le torx da 40 anzichè la solita brugola del 6? Non ti dico la fatica a trovare un multitool portatile che ce l’avesse.
Ciao Stefano, una rarità: fortunato? 😀
Scherzi a parte, sono poco diffusi con ingaggio Torx, anche se secondo me è superiore rispetto alla brugola.
Spero si diffonderanno di più e sarà anche più facile trovare minitool.
Fabio