Come scegliere la piega da strada e gravel

Le conclusioni

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Le conclusioni

Scegliere la piega, a leggere questo articolo, sembra una scelta difficilissima, con tutti questi valori da far combaciare.

Nella realtà non è così, perché lo studio delle proporzioni geometriche lo hanno fatto i produttori, quindi a noi alla fine resta assai meno da guardare per capire se fa al caso nostro.

Caso nostro che dipende dal nostro fisico ma anche dal tipo di bici.

Se siamo giovani sportivi, se preferiamo le zingarate sulla gravel, se amiamo le ore in sella alla endurance, a ognuno la sua piega.

C’è però un dato che deve essere valutato con la massima attenzione, perché da lui discendono non solo la piacevolezza dello stare in sella ma anche la sicurezza nella guida e la possibile insorgenza di problemi tendinei e/o muscolari: il reach.

Abbiamo visto che il reach determina, nei fatti, la posizione dei comandi così come la nostra in presa dietro i comandi.

Siamo abituati a calcolare la taglia del telaio, sommiamo l’attacco manubrio e secondo noi ci siamo.

Invece no, perché tra un reach di 80mm e uno di 100 o 120mm passano da 2 a 4 cm in più di lunghezza; che si traducono, a parità di altezza sella e dislivello col manubrio in un minore o maggiore “allungamento” in bici.

Schiena inclinata, maggior carico sui polsi e palmi, controllo più difficile con il peso così spostato in avanti.

E’ al reach che dobbiamo allora prestare la massima attenzione nello scegliere la nostra piega.

Tenendo presente dove si troveranno le nostre mani (e quindi l’inclinazione della schiena) una volta montata sulla bici.

Dare una misura precisa in base alle quote antropometriche non è possibile; già è difficile con un telaio, figuriamoci con la piega dove subentrano tante variabili.

Elasticità, stile di pedalata, dislivello sella manubrio, lunghezza orizzontale e attacco manubrio, solo per citare i primi che mi vengono in mente.

Mai come in questo caso serve conoscersi oppure affidarsi ad un esperto: ma che sia un esperto che vi vede in sella, non uno che fa solo calcoli al computer.

Basta davvero poco perché le cose cambino. La mia attuale bici da corsa l’ho presa pochi anni fa e mi ci trovavo a perfezione. Adesso, superata una certa età (e non vi dico quale…) non nascondo le difficoltà a tenere quell’assetto che solo due anni fa non mi creava problemi nemmeno dopo sette ore di pedalata.

Eppure le mie misure sono sempre le stesse.

Per questo sarei presuntuoso oltre che incompetente se vi fornissi una tabella, uno schema di misure.

Però pedalo da sempre con la piega, ne ho usate di tutti i tipi e qualche indicazioni per partire col piede giusto posso darla. 

Geometrie bici da corsa, compatta, ciclista sportivo che punta alla prestazione e tiene in gran conto la resistenza aerodinamica potrà partire da una piega con reach di 90/100 e drop di 120/130. Senza escludere a priori una piega di foggia ergonomica.

Geometrie bici endurance, ciclista più tranquillo e con meno elasticità della schiena, che pedala per lo più in presa in sui comandi potrà partire da una piega con reach tra 70/80mm e drop anche qui di 120/130mm.

Nel caso di orizzontale particolarmente lungo e/o tubo sterzo alto il reach basso è sempre una valida opzione.

Geometrie gravel ormai sono assimilabili a quelle endurance, quindi valgono le stesse considerazioni.

Però dobbiamo guardare anche altro.

Gravel con pedalata per lo più sportiva stradale meglio preferire un flare moderato, tra 6 e 12 gradi.

In questo caso reach e drop compatti si rivelano più efficaci, diciamo una combinazione 80 e 100/110.

Gravel con pedalata per lo più off road, alziamo il flare fino a 20/25 gradi, optando per reach e drop superiori.

Se la piega ha il rise, nell’uso si sono rivelate più comode quelle con reach e drop bassi se hanno un flare alto; drop e reach superiori se hanno un flare minore.

E’ una inversione, lo so, ma al momento questo quello che ho rilevato nelle prove su strada. Il rise è ancora troppo recente perché ne abbia sufficiente esperienza.

Non disdegniamo di prendere in considerazione alcune commistioni, per esempio pieghe compact con flare basso (di solito 4 gradi) su bici endurance.

La piega rando è troppo particolare e poi, francamente, dubito che un randonneur abbia bisogni dei miei consigli.

In uso turistico e bike packing le pieghe gravel, anche con rise, si stanno dimostrando molto valide, altra opzione da non disdegnare.

E poi, ovviamente, alla fine dobbiamo stabilire la larghezza, ma solo alla fine, dopo aver individuato le migliori geometrie per noi.

Che dipende dalla larghezza delle spalle e in linea di massima deve coincidere con la distanza misurata tra i due punti che servono per la li misurazione. Trovate le indicazioni su come misurare in questo articolo.

Però serve prestare attenzione, perché dobbiamo capire se il produttore indica la lunghezza centro/centro o fine/fine.

Di solito è centro/centro (c/c) ma se fosse fine/fine allora una piega da 42 nei fatti sarebbe una 40 c/c.

Poi c’è il flare, quindi dobbiamo conoscere la lunghezza ma presa nella parte superiore, da curva a curva in zona comandi per capirci; oltre a conoscere la larghezza c/c  

Come linea di principio è sempre bene scegliere una piega in lunghezza corretta; ma una misura in più si può fare, una in meno sono solo problemi.

Ma, ripeto, a parte la larghezza che un suo schema da seguire lo tiene, le indicazioni su reach e drop devono essere intese come punto di partenza, un modo per intuire sulla carta cosa succede a scegliere una soluzione o l’altra.

Che siano universali non mi sogno neanche lontanamente di dirlo; ogni ciclista è storia a sé e le preferenze personali hanno peso rilevante.

Per esempio, in contrasto con quanto ho detto prima, per un periodo ho scelto di pedalare con reach importante perché preferivo un attacco manubrio più corto, in salita mi trovavo meglio così, pedalavo per quasi tutto il tempo in presa dietro i comandi e l’avantreno di quella bici era meglio governabile con uno stem più piccino. 

Adesso uso un reach inferiore e uno stem più lungo.

Insomma, una volta capito come è fatta una piega, cosa significano questi strani nomi e come influenzano l’assetto in sella (e la guida) dovrà essere il ciclista a valutare l’opzione migliore per il suo stile, bici, tecnica di pedalata, percorsi e così via.

Bene, spero di aver fatto un poco di chiarezza; o almeno avervi fornito gli strumenti per una scelta consapevole, che poi è sempre il mio scopo.

Vi lascio alla sezione dei test dove potete trovare le pieghe mostrate qui.

Test manubri

Questo il video che sintetizza quanto letto.

Buone pedalate

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