Come scegliere la piega da strada e gravel

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Cosa serve sapere nella scelta della corretta piega, da strada o gravel? Cosa sono reach e drop? Backsweep e flare?

Quante tipologie di pieghe esistono?

Queste e altre domande a cui proverò a dare risposta, usando una impostazione per me nuova: un video (che trovate nell’ultimo paragrafo) a lanciare questo articolo. Di solito è il contrario, brevi note sul blog che sintetizzano i contenuti del video, stavolta tento l’operazione inversa col video che sintetizza questo articolo. Se sia una struttura narrativa capace di funzionare, solo voi potete dirmelo.

Torniamo alla piega, con una considerazione iniziale: non esiste una formula matematica per trovare la piega più adatta a noi.

Tranne la larghezza che dipende dalla spalle, ma è possibile valutare anche una taglia maggiore senza controindicazioni degne di nota (anzi, molti usano una misura in più per garantirsi miglior controllo), stabilire i proprio valori di reach e drop è frutto di un insieme di fattori e di una buona conoscenza del proprio stare in sella.

Quando ero ragazzo le attuali pieghe compact non esistevano, iniziavano ad affacciarsi le pieghe ergonomiche e tutti pedalavamo con piega belga (o francese, credo stiano ancora litigando tra loro per stabilire chi l’ha inventata…) o italiana.

E io non avevo difficoltà, mi ci trovavo bene.

Quando adesso prendo la mia Peugeot, che ha quasi i miei stessi anni, dire che ho difficoltà a mantenere la presa sui comandi è un eufemismo.

Non fosse che mi spiace modificarla, cambierei quella piega perché ormai oltre i venti minuti non riesco a reggerla. Tanto da obbligarmi ad alzare i comandi.

E da farmi decidere di ricavare da una piega francese l’illuminazione della mia officina, visibile nella foto di apertura…

Le pieghe allora non sono tutte uguali? No.

Ma è così importante scegliere quella giusta? Si.

Vero che a tutto ci si abitua, e infatti io ero abituato mica quelle dei miei tempi erano migliori, anzi, ma è altrettanto vero che la piega è uno dei tre punti di contatto con la bici.

Ci si abitua a una sella scomoda ma se possiamo usarne una comoda e adatta a noi, perché rinunciarvi?

Stesso discorso con la piega. 

Che, diversamente dalla sella, offre una moltitudine di punti di appoggio, trovare quella che ci permetta di usarli tutti non sempre è facile.

Per nostra fortuna i produttori eseguono attenti studi ergonomici, offrendoci così un range di misure coordinate tra loro e questo semplifica.

Ma se non conosciamo cosa sono queste misure e come si traducono nella realtà, non ne veniamo a capo. E serve anche distinguere tra piega e piega.

Che sono tante, tutte diverse. Per questo ho dovuto semplificare e ridurre, in ambito stradale sportivo, alle sole due famiglie ergonomica e compact.

Molti, spesso ciclisti alle prime armi, guardano la larghezza come unico dato di riferimento.

Che è invece l’ultimo da prendere in considerazione.

Solo dopo aver selezionato i nostri valori di reach e drop, backsweep se ci piace, flare se gravel e adesso anche il rise, cerchiamo una piega che corrisponda: e alla fine la selezioniamo nella taglia (larghezza) a noi adatta.

Però siccome questa sfilza di parole appena scritte a tanti potrebbero dire nulla, voltiamo pagina e facciamo la loro conoscenza.

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