[Tecnica] Capovolgere una bici freni a disco?

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Punto di domanda nel titolo, la risposta in questo articolo e nel video a fine pagina.

Diciamoci la verità: sulle bici a disco circolano pregiudizi e leggende metropolitane, forse tante quasi come sulla catena di trasmissione.

Per i pregiudizi posso poco, ho imparato da anni che ignoranza e analfabetismo funzionale non posso contrastarli.

Ma contro le leggende metropolitane qualcosa posso fare.

Perché, come in ogni leggenda che si rispetti, c’è una genesi accompagnata da un fondo di verità. Basta far venire lei a galla e sfrondare del resto.

Che non si debba mai capovolgere alcun tipo di bici, pena danni irreversibili, è una sciocchezza. Ma lo è adesso e con alcune bici, prima era sacrosanta verità.

Non esistevano le bici a disco, men che meno quelle con passaggio cavi al manubrio: le guaine freno erano esterne, uscivano dall’alto delle leve freno (non di lato, quelle son venute dopo) e se provavi a girarle non solo schiacciavi le guaine creando grinze (ricordiamo che si trattava di una semplice spira metallica avvolta in plastica dura, mica le guaine moderne) e in più questa compressione causava l’azionamento dei freni. Se provavi a regolare un cambio, era difficile perché la ruota era frenata.

E anche quando sono iniziate a comparire le prime leve con uscita da dietro o laterale e quindi con la guaina a percorrere la piega, il materiale dei copricomandi era di quelli che si rompeva solo a guardarlo, figurarsi a poggiarli sull’asfalto.

Con il manubrio dritto vale praticamente lo stesso discorso, sempre con riferimento alle guaine freno.

Al giorno d’oggi invece possiamo tranquillamente capovolgere una bici con piega e freni a cerchio, perché succede nulla. 

Ora conosciamo la genesi degli anatemi a capovolgere una bici, operazione che una volta era realmente proibita, adesso è fattibile con alcune bici ma non con tutte.

E poi arrivano i dischi, e qui c’è tanta confusione.

C’è chi sostiene sia vietato altrimenti “entra aria nell’impianto” e chi afferma sia consentito “perché se entra aria, allora esce pure olio”.

Chi ha ragione?

Entrambi, ma per i motivi sbagliati.

O, per meglio dire, tutte e due le fazioni portano a sostegno delle proprie certezze motivazioni sbagliate.

Ha ragione chi sostiene che l’aria non entra, perché significherebbe che da qualche parte c’è una perdita, un foro: a ogni frenata uscirebbe olio, tempo tre minuti e l’impianto è a secco.

Ha ragione chi sostiene che entra aria ma non è aria “esterna”: è quella già all’interno dell’impianto: perché, ebbene si, in ogni impianto idraulico c’è aria. Sempre. Quindi “va in circolo”, che è diverso da dire “entra”.

E’ una quantità minima, infinitesimale e non pregiudica in alcun modo la funzionalità.

E altra ne entra nel corso del tempo, perché il tappo di riempimento non è perfettamente stagno, le pastiglie si usurano, i pistoncini escono di più, quel volume col tempo sarà occupato appunto dall’aria che filtra dal tappo. O dalle pinze. 

Ma attenzione: in quest’ultimo caso parliamo di un processo che richiede anni, di fatto nella pratica il problema non si pone perché noi cambiamo l’olio una volta l’anno (anche sei mesi se l’uso è molto gravoso) e quindi di fatto non ci troviamo mai ad affrontare il problema.

Nel primo caso invece parliamo di aria che resta in cima, nel serbatoio, più o meno nella zona tappo di riempimento.

Ed una aria che non da fastidio, lei sta lì buona e a contaminare l’olio non ci pensa proprio. 

Perché l’aria sale, non scende.

Ecco allora che capovolgendo la bici, questa aria che si trova nella zona superiore del serbatoio potrebbe andare in circolo e salire fino alla pinza.

Però, ancora una volta, devo dire attenzione: non è che appena giriamo la bici la bollicina si trasforma in cometa e schizza all’istante verso la pinza.

Se lasciamo la bici qualche minuto, persino una giornata intera, capovolta, senza toccare mai le leve e scuotere la bici, la bollicina resta esattamente dove l’abbiamo lasciata.

Ma se a bici capovolta pinziamo, beh, è come quando spurghiamo l’impianto nel momento in cui tiriamo la leva freno per far uscire la bollicina intrappolata.

E in ogni caso ormai gli impianti freno hanno tutti un sistema a membrana che serve da “compensazione”: qualche pinzata a bici ruota a terra e tutto torna normale.

Però, per una serie di sfortunate coincidenze o semplici disattenzioni, può accadere che una bollicina risalga fino alla pinza; a bici capovolta intendo.

Possiamo evitarlo? Si

Come? Con un semplice elastico che tiene la leva serrata, così l’impianto è in pressione e l’aria “schiacciata” contro la parete interna del serbatoio non risalirà la pinza. O la solita fascetta in velcro che usiamo per la manutenzione.

Ovviamente una pinzata a bloccare prima di capovolgere la bici e il rilascio della molla una volta tornata ruota a terra.

Ma se noi capovolgiamo la bici perché dobbiamo togliere le ruote?

In questo caso basta inserire il blocco pastiglie, che è sempre buona cosa avere con sé. Quello rosso, sottile, non quello giallo che si usa durante lo spurgo a pastiglie rimosse.

Altra domanda: e se trasportiamo la bici in auto, magari stesa, senza ruote, che succede?

Succede che in questo caso è sempre bene installare il blocco pastiglie perché mentre carichiamo o sfiliamo la bici dall’auto è facile premere per sbaglio la leva; e io consiglio, sempre, a chi trasporta la bici reclinata di bloccare le leve. Elastico o fascetta in velcro, a scelta.

E per finire l’ultimo dubbio: la bici a disco possiamo appenderla in verticale a parete?

Si, senza problemi.

L’aria, lo sappiamo, sale, quindi pericolo che si intrappoli nella pinza non c’è.

Anzi, può persino venir comodo perché se qualcosa è rimasta nella pinza posteriore dal nostro ultimo spurgo, quella bollicina salirà nel serbatoio leva e in pochi secondi la spurghiamo col bicchierino o la siringa, a seconda della tipologia di impianto.

Però c’è un però: bici ammortizzate appese in verticale si, ma per brevi periodi. Gli elementi ammortizzanti lavorano in olio, una volta asciutti inizia il loro decadimento. Lasciare una forcella in verticale o, peggio, al contrario, per settimane, porterà inevitabilmente al danneggiamento degli elementi interni.

Settimane senza usarla, mica due giorni, quindi nessuna paranoia.

Il video che segue non aggiunge altro a ciò che ho scritto, la scelta di girarlo è solo per offrire un doppio canale di comunicazione, cercando di accontentare tutti.

Infine solito avviso che non tutti i video sono “lanciati” anche qui sul blog, quindi la cosa migliore, se volete essere aggiornati sulle loro pubblicazioni, è iscriversi al canale You Tube del blog.

Buone pedalate


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