Scarpe B’Twin RoadR 500

Come sono fatte le B'Twin RoadR 500

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Come sono fatte le B’Twin RoadR 500

Sono scarpe di chiara impostazione sportiva stradale, seppure alcune soluzioni le donino una minima capacità turistica. Non come le sorelle Triban RoadC, di ho pubblicato il test la scorsa estate. 

Il fattore forma e la suola indicano da subito che son fatte per pedalare, concedendosi giusto la pausa caffè senza scivolare.

Vediamole.

Sagoma sfinata, affusolata senza essere costrittiva; nella vista laterale si nota bene il maggior spessore della suola in zona tacchette, a garanzia di buona rigidità.

Le viste di tre quarti permettono di mettere a fuoco ulteriori dettagli, che poi esamineremo più avanti. Dall’ampia foratura laterale al tallone rinforzato; dalla chiusura e tripla striscia in velcro ai tacchetti per consentire due passi in relativa sicurezza.

 

Viste frontale e posteriore accentuano la snellezza complessiva e fanno apprezzare la buona protezione per la caviglia.

Scendiamo più in dettaglio.

Il sistema di chiusura non sfoggia rotelline e cavetti o cricchetti ma tre semplici strisce in velcro; solido, sicuramente non raffinato ma altrettanto sicuramente valido e rapportato al modesto esborso richiesto per portarsele acasa.

A fare da contraltare a questa scelta “economica” troviamo una valida soluzione, da scarpa più costosa: la patta asimmetrica e assicurata su un lato. Pochi fori di areazione, qualcuno in più avrebbe fatto piacere.

Un accorgimento la patta asimmetrica assente su scarpe in questa fascia di prezzo e che contribuisce molto a elevare i comfort di marcia.

Comfort che, col caldo, è garantito dalla buona ventilazione superiore. Una ampia presa in tessuto a rete occupa buona parte della zona anteriore. 

Anche i lati presentano fitta foratura, compatibilmente con lo spazio non occupato dalla chiusura.

Ben sagomata la caviglia, con altezza differenziata tra esterno ed interno; più basso l’incavo su quest’ultimo lato, per offrire libertà di movimento; più esteso il versante opposto per garantire maggior protezione.

Soluzione inusuale su una scarpa stradale sportiva l’ampio scudo a protezione del tallone. Che ho apprezzato mio malgrado la mattina dedicata alle immagini in esterno, quando una scivolata ha messo alla prova proprio questo scudo.

La tomaia sintetica in misto PVC e TPU presenta fitta lavorazione a nido d’ape.

Che non è semplice soluzione estetica; è lavorazione che si usa spesso per fornire moggior robustezza e superiore resistenza all’abrasione. Testata pure questa, funziona. Però me lo sarei evitato…

Voltiamo la scarpa e dedichiamoci alla suola.

In poliammide di grado 11 (elevato, il massimo è 12 ma questo non può derivare da fonti rinnovabili, l’11 si e quindi abbiamo anche un occhio al pianeta) rinforzata con fibra di vetro. La percentuale è 70 e 30% per i due materiali.

E poi c’è una delle principali ragioni per cui le ho selezionate: la predisposizione ad accogliere sia tacchette Spd due fori che stradali tre fori.

Nel caso di tacchette Spd due fori abbiamo una unica piastrina e non doppia come su scarpe da Mtb o turistiche con solo standard Spd; ma c’è margine a sufficienza per ottenere il corretto posizionamento.

Una fitte serie di incisioni offre riferimento per il posizionamento delle tacchette tre fori; e qualcosa può essere sfruttato anche posizionando le Spd.

Quindi, ricapitolando: tacchette da Mtb due fori, sia Spd Shimano (e compatibili) che altri standard, per esempio le Crank Brothers. Tacchette strada tre fori, sia Look (e quindi standard compatibili) che Time che Shimano Spd-SL (che ricordo è la sigla dello standard stradale della casa giapponese).

Insomma, quello che uno ha, quello usa. 

Altra soluzione inusuale per scarpe offerte in questa fascia di prezzo sono le due prese d’aria, protette da retina metallica, che garantiscono un continuo ricambio d’aria e la rapida evacuazione di quella calda.

Resto ancora un momento sulla suola; dove abbiamo due tacchette dietro con ulteriore protezione antigraffio e un inserto in gomma rigida sotto la punta.

Le tacchette posteriori servono per quando si scende di sella; l’inserto in punta per quando ci si ferma senza scendere dalla bici, per avere buon grip e non rovinare suola e tacchette.

Si nota anche qualche grinza, segno che la tomaia non è stata ribattuta a sufficienza durante l’incollaggio. Non inficia la robustezza, è solo difetto estetico. E qui entra in gioco il prezzo. Su una scarpa da 100 euro a salire non sarebbe stato accettabile, qui che ne abbiamo una che costa la metà possiamo essere benevoli. 

Adesso l’interno, dova abbiamo tessuto in rete e una soletta anatomica asportabile.

Rimossa la soletta possiamo notare alcune cose; la foggia corretta, l’ampia foratura anteriore, l’assenza di analoga lavorazione dietro. 

Assenza che mi ha stupito, di fatto vanifica l’apporto della presa d’aria posteriore che, come quella anteriore, trova sfogo nella suola.

Peso rilevato in taglia 42: 300 grammi ognuna.

Sei colori disponibili al momento in cui scrivo; oltre il nero visto qui, abbiamo blu navy, rosso e giallo molto accesi, quasi fluo, e due versioni su base bianca.

Bene, conosciamo le B’Twin RoadR 500. Indossiamole e pedaliamo.

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