Coming soon e pausa manutenzione

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In queste settimane sto tenendo una bassa cadenza di pubblicazione, quasi bassa come la mia in salita.

Non per pigrizia: o lavoro ai test o scrivo, il tempo a disposizione quello è. 

A rallentare i lavori alcune cause esterne che mi hanno obbligato a fermarmi ma ora sto riprendendo.

Oggi, domenica, non pubblico né test né officina, come sto facendo di solito, perché poco dopo la mezzanotte e fino, credo, a martedì mattina presto il sito andrà in manutenzione.

Non lo metterò offline ma potrebbe essere non raggiungibile o raggiungibile a momenti alterni.

Quindi mercoledì, se non è saltato tutto, riprendo. Con un breve ma interessante test, quello dei portaborraccia Elite Struka e Ambo, dedicati al gravel e soprattutto al bikepacking.

Ma non è ovviamente l’unico. Si, come sempre qualcosa di semplice e sfizioso ci sarà, per esempio un pratico cavalletto da pedivella proposto dalla spagnola AMS.

Un casco urban, lo propone Lazer e ha la particolarità di essere costruito con materiali riciclati ed essere a sua volta completamente riciclabile.

Due bici, a cui forse fra un mesetto potrebbe aggiungersi una terza.

La prima è una e-road, l’avete già vista in alcuni articoli pubblicati, mi è stata comoda per alcune foto: la Trek Domane+ ALR 5.

La seconda è test preannunciato ma rimandato a causa della lesione al menisco: la Wilier Adlar.

Bici che volevo provare a fondo da quella bellissima ma troppo breve per me presa di contatto in occasione del Grinduro 2023 e della presentazione del Grx 12v.

Mi sarebbe piaciuto riavere proprio lei, la stessa che ebbi tra le mani. Non la stessa come allestimento, intendo proprio lei.

Ma no, la situazione in tanti mesi è cambiata.

La Adlar infatti mi è arrivata con altra novità: trasmissione Ekar GT e ruote di conseguenza.

Questo mi permette di sviscerare, in articolo a parte, questa interpretazione Campagnolo del gravel.

E mi permetterà non una comparativa che non amo ma provare a comprendere come Campagnolo, Shimano e Sram (in ordine alfabetico) hanno deciso di declinare il gravel.

Non sarà l’unico articolo dedicato alle trasmissioni gravel; proverò a tirare le somme dell’annosa questione monocorona vs doppia, sfruttando una Sram Rival.

Ci saranno test di componenti e di durata: il nuove reggisella ammortizzato Redshift ShockStop PRO, insieme allo stem stessa serie, avrà il suo test approfondito. Lo stem “classico”, il primo recensito qui sul blog per capirci, ci aiuterà a scoprire la tenuta del tempo. Otto anni per l’esattezza, mica poco…

Coi test conto di fermarmi a questo, tranne una bici di cui però non ho certezza della disponibilità nei tempi a me necessari.

Trascurerò l’officina almeno fino a settembre, è inagibile; ma non trascurerò il nostro mondo a pedali.

Scopriremo cos’è la finestra biomeccanica, se è meglio pedalare duri o agili, vedremo un esempio di come non deve essere fatta una ciclabile, qualche consiglio in caso di foratura coi tubeless e come porre attenzione ai momenti pericolosi durante le nostre uscite, torneremo a parlare del mercato e delle cause della crisi.

Il calendario è fatto, buona parte degli articoli già composti e solo da affinare, altri ancora foglio bianco o pochi appunti sul notes.

Poi come sempre qualcosa spunta secondo la fantasia del momento, pensieri che maturano mentre arranco in salita a velocità ridicole e mi chiedo chi me lo fa fare ma anche che significa vivere la nostra passione.

Riflessioni che appunto subito sul notes per non perderle e avere la scusa per fermarmi a riprendere fiato.

E poi c’è un progetto a cui sto pensando dallo scorso inverno: la salite e/o i percorsi gravel dal basso Lazio. Tra l’Agro pontino e la Ciociaria, in pratica i miei percorsi di prova per sei/otto mesi l’anno.

Dalla famosa salita Pantani, così intitolata perché il Pirata era solito usarla per allenarsi a quelle meno conosciute anche ai ciclisti della zona.

L’idea è usare il formato video, per sintetizzare il percorso (anche perché a durata integrale diventano due ore minimo ogni salita, al mio passo…) con le indicazioni su come raggiungerle e i punti a cui prestare attenzione. Non sono percorsi particolarmente difficili, non parliamo di salite dolomitiche. 

Ma la zona è turistica, molti sfruttano quei giorni di vacanza per uscire in bici e o non sanno dove andare o sono a corto di allenamento e vogliono usare al meglio le meritate ferie. Quindi non le interpreterò con piglio sportivo o agonistico ma vestendo i panni del ciclista normale, quello che esce si durante l’anno ma non può permettersi un costante allenamento. Alcune sono semplici e alla portata di chiunque, altre lo diventano se affrontate nel modo giusto per non piantarsi a metà percorso. Per le improvvise variazioni di pendenza e soprattutto il caldo, molte sono esposte a sud per parecchio tempo e credetemi, il sole picchia forte.

Infatti volevo iniziare questo progetto tra marzo e aprile ma no, non sarebbe stato veritiero se lo scopo è aiutare chi si gode qui le vacanze.

Insomma, fermo non sto, spero mi terrete compagnia.

Buone pedalate

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