Brooks Swift

Come è fatta
Come è fatta
Perché selezionare proprio la Swift dal vasto catalogo Brooks? Lo scopriremo a fondo nel test, ma già la presentazione statica offre diversi indizi.
Primo fra tutti la forma dello scafo.
Due le caratteristiche che subito balzano all’occhio: l’ampia zona di appoggio finale che si solleva e le “guance” che si prolungano sin quasi al telaio.
Questa proporzione tra posteriore e anteriore, complice anche un certo schiacciamento della prospettiva (sapete sono mediocre fotografo) fa sembrare il musetto più corto di quanto sia.
In realtà la lunghezza complessiva è appena 13 millimetri inferiore alla Swallow, modello sportivo della casa (e che uso con sommo gusto da anni), e 3 millimetri più stretta.
Però resta comunque una foggia differente, dove effettivamente la parte posteriore offre superiore superfice.
E infatti nella vista dall’alto si apprezza una forma d’altri tempi, dovuta proprio a questa caratteristica zona posteriore.
Che è il motivo principale per cui ho ritenuto la Swift particolarmente indicata al gravel. Ma ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Osservandola di tre quarti è inconfondibilmente una Brooks; e stavolta la prospettiva le rende piena giustizia, lasciandoci godere la sua eleganza e la perfetta sagomatura dello scafo, col cuoio che compie le sue tante curve senza un accenno di grinza.
Sul retro abbiamo la targhetta in metallo col marchio dell’azienda, ovviamente rivettato; le due asole per una borsa e soprattutto uno degli elementi caratteristici della Swift: i sei grossi rivetti ribattuti a mano.
E’ uno dei particolari che da tempo più apprezzo di questo modello; a inserirli provvede la pressa, d’accordo. Ma dopo un artigiano (non posso definirlo “addetto” o “dipendente”) li martella in modo tale che la testa segua perfettamente il profilo dello scafo. Non c’è, alla fine, un rivetto uguale all’altro, seppure esaminando con cura si noterà che lasequenza dei colpi è più o meno sempre la stessa.
Tempo addietro lo vidi fare, con una tale semplicità che può derivare solo dalla lunghissima esperienza. Provate a martellare senza deformare… 😀
Altra lavorazione eseguita rigorosamente a mano è il taglio della parte bassa dello scafo.
Anche qui grande maestria, con la svasatura che viene poi levigata (come tutto il profilo basso dello scafo) dopo aver impresso il logo specifico.
Esistono infatti una serie di matrici per ogni modello, una punzonatrice (azionata a mano) provvede.
Ed ecco un paio di dettagli dei rivetti ribattuti.
La forma è abbastanza sportiva, secondo gli standard Brooks che, sappiamo, fa storia a sé. Inganna, come detto prima, l’estensione delle guance, facendo apparire la punta più corta della realtà.
Invece c’è tutto l’appoggio che serve, sia in lunghezza che in larghezza.
Anzi, come sempre con le selle inglesi in cuoio, quest’ultima è generosa. Perché cela il meccanismo di tensionamento del cuoio.
Col tempo, è noto ma immagino sempre capiti su queste pagine qualche novello pedalatore e tendo a non dare per scontata alcuna conoscenza, il cuoio si ammorbidisce e acquista una certa cedevolezza. Che è fondamentale per il comfort a patto non sia eccessiva. In questo caso qualche giro al bullone, con la chiave in dotazione, e la sella recupererà tensione.
Rivetti ribattutti pure qui; sono tre, uno sul naso e due ai suoi lati.
Nella vista da sotto conosciamo il telaietto in acciaio, da cui vediamo far capolino le punte dei rivetti.
All’insegna della massima robustezza questa struttura in acciaio; come si nota le asole della borsa sono integrate, il che le rende assai resistenti.
E questi in dettaglio alcuni rivetti.
Nel complesso è una struttura semplice, di fatto un telaio in acciaio ottenuto per stampaggio, con i rail (i binari) saldati, lo scafo in cuoio sagomato a vapore e poi rivettato; ma dopo aver assemblato il meccanismo di tensionamento.
Il fatto sia strutturalmente semplice non significa povero, diamo il corretto valore alle parole.
E’ la semplicità del progetto riuscito, senza inutili complicazioni.
E poi, come per ogni modello Brooks, è possibile sostituire le parti usurate. Nel caso della Swift meglio avvalersi del servizio interno all’azienda.
Vale la pena quando tra mandarla avanti e indietro comunque si spendono denari?
Si, perché quando una Brooks ha preso la tua “forma”, non esiste cambiarla.
Il problema, per me che devo testarla, è che questa forma non la prende subito; diciamo che mediamente servono un migliaio di chilometri perché inizi un buon affiatamento (ma in questo caso assai meno) e questo significa impiegare tempo prima di poter iniziare il test vero e proprio.
E vabbè, mi è toccato uscire in bici spesso, che cosa non faccio per voi…
Comunque, ora la conosciamo da ferma, adesso tocca capirla pedalando.
Quindi andiamo alla prova su strada.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Brooks forever >>> !!!
Ciao Sergio, ho visto dalla foto della tua fuoriserie Elessar che hai una borsa da sella che mi sembra una Carradice Zipped Roll, posso chiederti come mai l’hai montata col supporto anzichè direttamente agli occhielli della Brooks?
La consiglieresti per uso gravel?
La sto occhieggiando da un pò per la mia molto british Cotic Escapade ma ho paura che sullo sterrato balli un pò.
Ciao.
Stefano-che-sta-pedalando-sulla-spin-bike.
P.s.: complimenti per gli articoli sulle normative anti epidemia, abito in provincia di Brescia e ho parenti in intensiva e conoscenti che se ne sono andati, ogni contributo è prezioso.
RESTIAMO A CASA
Ciao Stefano, non è la Carradice ma la Minnehaha
https://www.elessarbicycle.it/borsa-da-sella-minnehaha/
La alterno, a seconda delle necessità di carico, con una Carradice Barley.
https://www.elessarbicycle.it/carradice-barley-e-bagman/
Quindi per praticità attacco anche la Minnehaha al supporto Bagman, non avrebbe senso montare e smontare ogni volta.
E poi sono borse con cinghie in cuoio, il QR del Bagman è comodo quando devi velocemente staccare la borsa per qualche motivo.
La Minnehaha si presta bene a uso gravel, anche se non è facile immaginarlo, Elessar ha conosciuto spesso il fuoristrada. Ho smesso solo perché a lavarla ci vuole una giornata.
La borsa ha dei lacetti elastici aggiuntivi, la resa estetica finale non mi aggrada, ma aiutano a tenerla ferma.
Fabio
Come al solito articolo completo ed esaustivo, ma non per ultimo piacevole da leggere. Le Brooks sono sempre state fra le selle che mi piacciono di più anche se in realtà non sono fra le mie abituali. L’unica che resiste è la B17 montata sulla Brompton.
La Swift con telaio il titanio è quella che ho usato maggiormente montata su una Salsa Fargo. Messa definitivamente da parte dopo il Tuscany Trail di qualche anno fa; pur se ben ingassata dopo 5 gg di acqua e fango si è sfondata in modo irrecuperabile. Anche la registrazione del tensionatore ha comportato solo la tensione della parte centrale e sembrava di stare seduti su una lama. Pioggia e fango è il suo peggior nemico ed è abbastanza incoerente con lo spirito UK del prodotto.
Altra mia constatazione, ma segnalata anche verbalmente al costruttore nell’occasione di una fiera internazionale, è il diverso posizionamento longitudinale della parte della forchetta che deve essere stretto dal tubo sella. Il chè richiede diversamente dagli standard in alcuni casi di usare tubo sella arretrato e se lo stai già usando non sempre riesci a mantenere il posizionamento corretto.
Ciao Piero, sarebbe interessante conoscere la risposta di Brooks quando hai denunciato la rottura.
In tanti anno di utilizzo mio e di altri di selle Brooks, oltre ovviamente i test ma qui la durata è relativa per ovvie ragioni, problemi non sono sorti.
Pioggia l’abbiamo presa (pure in questo test) e il fango anche (sempre pure in questo test) ma mai consecutiva su più giorni.
Vale sempre la regola, per ogni sella in cuoio, di usare la copertura impermeabile in caso di esposizione prolungata all’acqua e di attendere sia asciutta (a temperatura ambiente) prima di usarla.
Sarebbe da indagare, ogni informazione frutto dell’esperienza diretta è sempre di grande aiuto.
Per quanto riguarda il reggisella, quasi tutte le Brooks in cuoio vogliono reggisella con offeset; la Swallow offre maggiore lunghezza sfruttabile ma tutte le altre le setti bene solo se hai reggisella arretrato.
Fabio
Ciao Fabio. In una prova come il Tuscay Trail (600 km e quasi 10.000 mt di dl) è ovvio che tutto quello che usi è testato in condizioni estreme, ancor più se sotto piaggia e fango per giorni; comunque anche per me è stata una magra scoperta. Pensare di usare la copertura in dotazione diventa penalizzante perchè hai già abbigliamento ciclista, abbigliamento antipioggia, anche se solo pantaloncino, e infraporre ancora altro diventa un tormento nel pedalare per ore.
Brooks al tempo non mi dette nessuna risposta e molto diplomaticamente dichiararono che avrebbero verificato.
Del resto basta prendere una Brooks e una sella tradizionale e appogguarle l’una sull’altra per notare come la forchetta sia diversamente posizionata nel caso della Brooks. Io sono di statura alta e quasi sempre per un’adeguato posizionalento biometrico devo sempre usare tubi sella con offset arretrato e mi sarebbe stato richiesto ulteriore arretramento ovviamente non possibile: è anche vero che non tutti i pedalatori quando sostituiscono una sella verificano il posizionamento biometrico 🙂
I tuoi articoli sono sempre ottimi e esaustivi e pertanto mi inducono a discure e ossevare la perfezione 😀
Ciao Pierluigi, la cosa migliore di questo blog sono i vostri commenti.
Sempre precisi, mirati, studiati e frutto di esperienza diretta. Siamo lontani anni luce da un qualunque forum, e non nascondo l’orgoglio di aver centrato almeno questo obiettivo.
Offrire un luogo di appassionati, senza guerre di religione e leggende metropolitane.
E questo succede grazie a voi.
Per la questione arretramento, confesso, l’ho dato per scontato. Cioè, parliamo di Brooks, il marchio più famoso e longevo in assoluto.
Alcune cose, come la manuntenzione o l’arretramento, sono lì da sempre.
Errore mio, avrei dovuto scriverne. Come ho fatto con la serie Cambium, spiegando come trovare il migliore setup, perché le cambium sono (relativamente) giovani rispetto alla gamma in cuoio e quindi pensai che qualche notizia serviva.
Con quelle in cuoio no, ma ho aggiunto l’appunto sulla scheda, così in un prossimo test (se ne farò altri) non lo dimenticherò.
Fabio
P.S. Confermo che la Swallow offre una lunghezza maggiore della forchetta. Non per nulla è montata sulla mia bici da randonneè 😀
Ciao Fabio,
Purtroppo Brooks non riporta le misure delle sue selle. Per distanza ossa ischiatiche di 118mm su Brompton, che modello in pelle suggeriresti? Ho provato una C17 e l’ho dovuta dare via dopo qualche settimana perché troppo grande e scomoda. Attualmente uso una Aspide supercomfort narrow, nessun problema di sorta ma non si sposa benissimo esteticamente con la Brompton
Grazie
Ciao Claudio, la sella è una scelta personale, io posso solo indicarne pregi e difetti, poi sta a ognuno compiere le proprie valutazioni.
Tutta la gamma in cuoio di casa Brooks è mediamente più larga, l’unica che ti si potrebbe adattare meglio è la C15.
Ma darti certezze senza averti mai visto pedalare è impossibile, senza dimenticare che una Brompton è una bici particolare, per assetto e perché è in taglia unica.
Fabio
Speravo mi consigliassi una swallow, che dovrebbe essere la più stretta oltre che in assoluto la più bella secondo me… Peccato
Ciao Claudio, sarebbe un atto di presunzione da parte mia indicarti una sella a “occhi chiusi”. Posso però sconsigliarti la Swallow, tra l’altro montata sulla mia Elessar, del tutto inadatta all’assetto della Brompton.
Come ti ho detto, è una bici particolare, in taglia unica, puoi modificare solo il manubrio, non è assolutamente detto che una sella scelta solo per le dimensioni sia valida, la posizione della schiena e l’appoggio sono più importanti e senza vederti pedalare finirei solo col farti buttare i soldi.
Le scelte si fanno con cognizione, preferisco deludere una risposta piuttosto che darmi alla stregoneria…
fabio
Uso una Swift nera sulla Brompton (rigorosamente Racing Green) e una in color miele sulla gravel… che dire, a parte l’estetica a dir poco meravigliosa e che rende signorile anche un cancello arrugginito, una volta sagomate sono veramente le selle più comode del mondo. Personalmente oltre alle periodiche ingrassature sul lato inferiore, spesso applico un leggero velo di olio da corpo (tipo johnson baby) sulla superficie superiore, aiuta a mantenere il cuoio idratato e “velocizza” un pochino il periodo di adattamento.