Tornano i rim brake per le top di gamma? Ma perché, mica sono spariti…

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Grande enfasi è stata data alla presentazione della Colnago C68 con freni a cerchio.

Una top, anzi LA top di gamma, con gli “obsoleti” freni a pattino e per di più figlia dell’azienda che forse più di tutte ha spinto per i dischi sulle bici del World Tour.

Raccontata come una rivoluzione da alcune testate (ma de che? I freni a pattino stanno lì da una vita), l’occasione è stata ghiotta per Daccordi che da sempre offre la sua bellissima collezione con l’opzione rim brake e che da sempre difende questa scelta a vantaggio dei ciclisti appassionati della factory toscana. Anzi pisana, ché si sa son suscettibili da quelle parti.

E infatti a stretto giro è arrivata la risposta a Colnago, che potete leggere a questo link.

Ma il punto non è stabilire la superiorità di una tipologia di impianto rispetto ad un altro; almeno non il punto di questo mio intervento.

No, il punto è che sono stanco di queste inutili polemiche, alimentate ad arte anche dalla stampa di settore che, malgrado i proclami e un certo snobismo nei confronti degli altri, cede con troppa facilità alla ricerca del click facile.

Informare, questo il nostro dovere.

E se oggi io non lo faccio, beh, ho questo blog che testimonia con la sua storia quanto impegno abbia profuso nel parlare di tecnica: ossia quella che manca in tutta questa vicenda.

Perdonate se stavolta mi sono concesso una incursione breve, forse fine a se stessa. 

Nel video in basso le mie considerazioni, lo sfondo non è la familiare officina/redazione e io sto in piedi per scommessa. Forse vi racconterò, più in là.

Buona visione e al solito questo il link diretto, altrimenti ecco la miniatura.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">vinicio bonometto</cite>

    Ma con i pneumatici larghi che oramai si usano anche nelle bdc che i rim non diventano un limite?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Certo, ma qui il discorso non è su pregi e difetti delle tipologie di impianto né su quanto e come i dischi abbiano modificato la struttura tutta della bici, per questi temi ci sono già tanti articoli sul blog.
      No, qui il punto è che si continua ad alimentare una inutile battaglia senza che i giornalisti facciano per davvero il loro mestiere.

      Fabio

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