[Test] Shimano XC5
Come è fatta
Come è fatta
Non posso definire la Shimano XC5 una scarpa tutta nuova, condivide con la sorella che l’ha preceduta più di una soluzione.
Però, a vederla così effettivamente è una scarpa tutta nuova.
Perde quel fascino old style dato da stringhe e assenza di protezioni rigide per rinnovarsi con una sagoma più moderna, esaltata da questa bella (e difficile da rendere in foto) colorazione dai riflessi cangianti e resa aggressiva dagli scudi rigidi al tallone e in punta.
C’è anche nel più classico nero.
Non varia la forma della suola, confermando la tecnologia Dynalast.
Ne parlai con dovizia durante la recensione del vecchio modello, qui propongo un riassunto.
La punta è decisamente rivolta verso l’alto e questo perché la forma della suola sfrutta la tecnologia Dynalast.
Questo permette di applicare in modo assai efficace la tecnica della pedalata rotonda: definizione che sentiamo spesso guardando le cronache delle gare in televisione e la cui dinamica non è conosciuta a tutti. Sintetizzando: è la pedalata in cui abbiamo un perfetto sincrono tra l’azione di spinta di una gamba e quella di trazione della gamba opposta. Ma per i dettagli meglio una lettura dell’articolo.
Troppi sottovalutano il proficuo incremento di potenza o, come nel mio caso, la riduzione della fatica (ché potenza ce ne sta pochina) che si ottiene con la pedalata rotonda. Che non è solo questione di tecnica: assetto in sella e forma della scarpa aiutano, e molto, l’efficacia dell’azione.
Cosa che non è sfuggita ai tecnici Shimano e da qui la forma ottimizzata proprio per favorire la trazione senza sacrificare in alcun modo la fase di spinta.
Uso un paio di immagini prelevate dal sito ufficiale, tanto io non sarei mai capace di crearne di simili. Qui di seguito a confronto la linea di una scarpa normale con una a suola Dynalast.
Come si vede abbastanza chiaramente la curvatura della punta è meno accentuata mentre si lascia più spazio sotto il tallone; questo, usando le parole dei tecnici Shimano: “… agevola una fase di trazione più uniforme ed efficiente sotto il profilo energetico [perché] la sezione a punta rialzata di una scarpa da ciclismo è essenziale per contribuire all’efficienza della pedalata. Se troppo alta, potrà causare tensioni eccessive sul plantare, sul polpaccio e sui tendini della coscia. Se troppo bassa, si otterrà una forma di pedalata arcuata e inefficiente“.
Altro disegno ufficiale.
L’immagine qui sopra intende mostrare graficamente come grazie alla tecnologia Dynalast la fase di trazione sia più uniforme ed estesa.
Aggiungo pure il video ufficiale.
Resto sulla suola, che come si nota dal logo è proposta da Michelin.
Altezza non eccessiva del battistrada, tacchette ben distanziate per evitare l’accumulo di fango, buon sostegno dell’arco plantare che non scivola quando in qualche passaggio sganciamo lo scarpino e schiacciamo la bici al suolo con le piante, eccellenti grip e trazione quando scendiamo di sella e avanziamo bici in spalla.
La sede per le tacchette Spd perde l’apporto della fibra di carbonio ma non l’intersuola rinforzata in fibra di vetro e dalla ridotta altezza per ottimizzare il trasferimento dell’energia.
I riferimenti grafici in rilievo permettono la facile regolazione delle tacchette.
Servono anche per sfruttare al meglio il sistema messo a punto da Shimano, usando il misuratore plantare.
Significa poter avere una ottimale base di partenza per la migliore regolazione, grazie anche ai valori riportati in tabella.
E significa poter lavorare poi su un leggero scostamento per garantirsi miglior spinta o controllo, a seconda delle necessità e disciplina.
Qui in basso un esempio, dove partendo da sinistra abbiamo una posizione standard, che offre la migliore trasmissione dell’energia; una posizione intermedia, con un leggero arretramento, per favorire il controllo; una posizione ancora più arretrata per il massimo controllo della bicicletta.
Sulla placca di ancoraggio delle tacchette abbiamo visto il richiamo alla rigidità della suola, espresso secondo una scala numerica.
Qui abbiamo grado 7, quindi come si vede dalla scala in basso, che la riporta per i diversi modelli di scarpe offroad, siamo più o meno al centro.
Per darvi una idea vi mostro anche la rigidità per scarpe destinate ad altre discipline, dove a regnare sono i modelli sportivi stradali.
Il battistrada è analogo alla precedente versione, almeno per quanto riguarda posizione ed estensione delle tacchette della suola.
Mancano i due bassi “rivetti” da avvitare in punta per assicurarsi miglior presa al suolo, bici in spalla. Peccato, mi sarebbe piaciuto trovarli.
Fin qui punti in comune e no tra le due versioni della XC5; ora voltiamola perché è sulla parte alta che la differenza è netta.
A iniziare dal sistema di chiusura Boa e piccola bandella in velcro sul davanti.
Boa prevede differenti sistemi, quello installato sulla XC5 è L6, quindi rotazione per stringere, sollevare per sganciare. Video ufficiale, così è più chiaro.
Ampia foratura sulla tomaia in pelle sintetica e rete per offrire ventilazione durante la pedalata.
Anche il lato interno è ben areato.
Questa immagine sopra ci permette di apprezzare meglio la tecnologia Surround, che fascia il collo del piede evitando sovrapposizioni e permette pressione uniforme garantendo stabilità al piede. E poi al resto ci pensa il Boa.
Sia il tallone che la punta hanno uno scudo rigido a protezione sia del piede che della scarpa, in zone sensibili durante le uscite in off road.
Non è solo protezione però: il loro integrarsi con la suola determina quella variazione di comportamento di cui vedremo ampiamente nel prossimo paragrafo.
Sotto la punta parte un ulteriore battistrada, che prosegue sulla zona frontale.
Il taglio alla caviglia è giustamente basso, fornendo ampia mobilità alla caviglia, in sintonia con l’idea alla base della tecnologia Dynalast.
Chiude la carrellata sulle caratteristiche la soletta interna, estraibile e antibatterica.
Bene, direi che ora conosciamo queste Shimano XC5, adesso ne parliamo al plurale perché servono tutte e due: in sella a pedalare.
Voltiamo pagina.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.