La tempesta perfetta

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Vuoi la bici? Devi aspettare.

Ecco, in estrema sintesi questa è l’attuale situazione.

Una tempesta perfetta dalla quale non siamo ancora usciti e non sappiamo quando ne usciremo.

Due elementi hanno concorso all’impossibilità o quasi di trovare bici disponibili, soprattutto nella fascia fino a 1000/1500 euro.

L’emergenza sanitaria che bloccò per prima i Paesi asiatici, dove abbiamo la gran parte della produzione della quasi totalità dei componenti di una bici; l’enorme aumento della domanda che si è scontrato proprio con la difficoltà a produrre bici complete.

Lo vediamo tutti i giorni noi ciclisti alla ricerca di un ricambio e non solo di una nuova bici.

Nelle ultime settimane un minimo aumento della disponibilità c’è, ma ancora troppo basso.

Bici gamma 2021, quindi presentate già nell’estate 2020, non saranno disponibili per la vendita prima del prossimo autunno.

La parte alta di listino è più facilmente reperibile, sono numeri inferiori e la produzioni di parti e componenti per assemblarle è riuscita a limitare i danni.

Ma c’è un terzo elemento che a volte sfugge nell’analisi del problema: la mancanza di materie prime.

Una bici è fatta di leghe metalliche, materiali compositi, semplice plastica.

C’è una enorme difficoltà per le aziende a procurarsi alluminio, l’acciaio, il carbonio. 

I pellet in plastica sono dirottati su altre produzioni, con un fortissimo aumento della domanda in settori che prima ne facevano un uso più limitato rispetto all’attuale. Pensiamo solo alla produzione di siringhe per la somministrazione dei vaccini, milioni e milioni di pezzi in più usati ogni giorno.

Come sempre secondo le leggi di mercato, l’allargarsi della forbice tra domanda e offerta ha portato all’aumento dei prezzi.

Dal 30 al 60% per le materie prime indicate poco sopra.

In più stiamo assistendo a un deciso aumento dei prezzi del prodotto finito: tradotto, le bici costano di più.

Non è il solito complotto, le aziende non stanno sfruttando il boom nella domanda di bici per lucrare.

Aumentano i costi delle materie prime, salgono quelli produttivi e non ultimo anche quelli di trasporto.

Persino il costo di un container è aumentato.

E quando quel bestione da centinaia di metri si è messo di traverso nel canale di Suez, si parlava di miliardi di dollari persi al giorno a causa dello stop forzato.

Secondo voi quei costi alla fine dove incidono? Appunto.

Il collo di bottiglia in questo momento è la componentistica più che i telai.

Quelli ci sono, ma montarli è impossibile.

O, per meglio dire, montarne tanti quanti ne servono per soddisfare l’accresciuta domanda è impossibile.

Una domanda che si è innalzata anche a causa della pandemia, la bici significa spostarsi in sicurezza. Dal virus, non dai pericoli della strada.

Ma è domanda che non calerà, anzi credo si manterrà alta se non addirittura aumenterà.

Due indizi mi spingono a questa previsione.

Il primo, frutto di esperienza personale, è che in tanti anni ho visto sempre neociclisti innamorarsi di questo nostro mondo a pedali.

Insomma, chi salta in sella dopo non scende più e a sua volta convincerà altri.

Il secondo è il forte impulso dato dalla UE alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, tra cui anche la bici. 

Se devo rilevare che l’Italia, purtroppo, ha esteso il concetto di mobilità sostenibile anche a progetti “fuoritema”, perché vorrei capire come una autostrada sia una svolta green, per fortuna tante Nazioni europee usano fondi propri e useranno quelli UE per finanziare la costruzione di reti ciclabili e mobilità intermodale. Bici più treno per capirci.

Quando la situazione del mercato si normalizzerà?

Impossibile rispondere.

In Asia la produzione sta viaggiando a ritmi sostenuti ma c’è da recuperare il gap accumulato; ossia soddisfare anche la “coda” di richieste e non solo quelle attuali.

C’è la difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime e questa non sappiamo quando troverà un suo equilibrio. Perché sono nate esigenze nuove e prioritarie, la produzione viene dirottata in quei settori.

La domanda di bici continua a crescere, il famoso bonus bici ha inciso in modo marginale sulla richiesta globale, non guardiamo solo all’Italia ma teniamo d’occhio tutta la “palluccella” su cui campiamo.

E’ altamente probabile che la fascia bassa di listino delle bici sarà ancora introvabile in tempi decenti.

Niente “vado in negozio, scelgo, esco pedalando”.

E’ quasi tutto in preordine, disponibilità a mesi, solo alcune grandi catene stanno riuscendo, più o meno, ad avere bici disponibili.

Questi ritardi potranno raffreddare gli entusiasmi, far fallire la nuova voglia di bici?

Non penso proprio, anzi.

Mi guardo intorno e vedo soprattutto nelle giovani generazioni una enorme attenzione ai temi ambientali. Magari meno di quanto vorrei quelli che si appassionano al lato sportivo, tanti più di quanti avrei immaginato quelli che sposano la filosofia della mobilità sostenibile.

E comunque, se proprio le cose dovessero mettersi male, posso sempre noleggiarvi qualche bici della mia dotazione personale 😀

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Mark</cite>

    Ma leva sti banner, barbone

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Certamente! Adesso avviso il tecnico di occuparsene.
      Nel frattempo ti secca se segnalo alla polizia postale il tuo IP? Non credo che tu abbia usato il termine barbone con riferimento alla mia barbetta sale e pepe. E poiché questo blog è equiparato alla stampa, vigono le stesse leggi e tutele, aggravanti comprese.
      Senza rancore.

      Fabio

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