[Test] Shimano MT 601

La prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La prova su strada

Mi sono infilato da solo in un bel problema con la recensione di queste ruote Shimano MT 601.

Avete presente tutte le mie solite chiacchiere sulla necessità di isolare il componente in prova? Bravi, quelle.

Una bici avevo disponibile, che nel frattempo mi serviva per testare anche le gomme, le Pirelli Scorpion XC H.

Potevo mai andare a zonzo con tutte e due montate contemporaneamente? Ovvio che no, l’ho fatto solo durante la trasferta fotografica per guadagnare tempo.

Quindi cosa ho fatto? Ho preso la Trek Procaliber e smontato le ruote, prelevato i suoi copertoni e vagato per i test.

Poi ho preso le gomme Pirelli e le ho montate sui cerchi originali della Procaliber.

Poi ho smontato tutto e usato ruote Shimano e gomme Pirelli insieme.

Un manicomio.

Però era l’unica via per gestire tutti e due i test (ruote e gomme) in tempi ragionevoli. E poi volevo capire quanto gomme più “veloci” come le Scorpion H fossero influenzate dalle diverse ruote.

Ma la vera difficoltà, comune a quasi tutti i recenti test dedicati al mondo Mtb, è stata pedalare “bene”.

Per fortuna ho tenuto con me la Trek Procaliber molti mesi (pure troppi…) e questo mi ha permesso di migliorare la tecnica di guida arrugginita; e migliorarla grazie al fondamentale supporto di due istruttori, con un misto di lezioni in presenza e in “DAD” che sono state risolutive. Peccato che fra tre mesi avrò dimenticato tutto…

Basta chiacchiere, passiamo alle ruote.

Come spesso avviene quando decido di recensire componenti che si collocano nella parte bassa del listino, devo partire dal costo.

Le Shimano MT 601 vengono offerte al pubblico in una forbice tra i 200 e i 250 euro, a seconda della variante e diametro del cerchio.

Col loro peso complessivo che si attesta su 2210 grammi hanno, per restare in casa Shimano, un differenza di 370 grammi in più e altrettanti euro in meno delle MT-8100.

E questo è un elemento fondamentale da tener presente nel valutare le ruote. Perché, ve lo dico subito, queste MT 610 sono decisamente valide: nella loro fascia di prezzo.

Il peso non posso valutarlo alla stessa stregua di come faccio con ruote sportive stradali, nella guida in fuoristrada altri aspetti assumono importanza a volte maggiore: robustezza e neutralità di comportamento.

Poi certo, una ruota più leggera è, meglio è, sempre. Ma qui, in questo test, non lo ritengo parametro fondamentale. 

Perché di fatto è la stessa azienda a dichiarare che per mantenere qualità costruttiva e prezzo competitivo l’unico punto che è stato “sacrificato” è proprio il peso.

Iniziamo adesso a pedalarci su, anzi, prima il montaggio delle gomme.

Canale 25C, range di larghezza gomme consigliato da Shimano: 29×2-2,4″.

Io ho usato sia le 2,2″ che le 2,4″, con installazione rapida, facile, tallonamento preciso e nessuna perdita di pressione anomala.

Il mio consiglio è mantenersi nel range indicato, perché in questo modo la gomma assume la sua forma corretta sul cerchio (senza deformazioni dovute a un canale troppo stretto in rapporto alla larghezza del copertoncino scelto), a tutto vantaggio della precisione di guida, soprattutto nei rapidissimi cambi di direzione tipici della guida in fuoristrada.

E così posso anche introdurre la migliore caratteristica che ho rilevato in queste Shimano MT 601: la precisione di guida.

Seppure scomporre una ruota nelle sue parti è un errore, perché ogni singolo elemento deve lavorare in simbiosi con gli altri, posso ragionevolmente ricondurre tanta precisione nella precisa raggiatura, grazie anche al disegno asimmetrico del cerchio che permette tensionatura omogenea.

Dei vantaggi dei cerchi asimmetrici ho parlato in questo articolo.

Forse sono stato avvantaggiato dalla bici usata per il test, la Trek Procaliber che vanta grande precisione e neutralità nella guida.

Ma avvantaggiato sino a un certo punto, perché se la ruota si fosse rivelata indecisa nel comportamento avrebbe rovinato le ottime caratteristiche della bici.

Il divertimento maggiore quando ho montato le Pirelli Scorpion XC H da 2,2″. Gomme veloci, larghezza più adatta al mio stile di guida, si sono sposate perfettamente con tutto il resto.

In salita il peso delle ruote c’è, è innegabile. Ma lo avverti nella salita di passo, quella con terreno compatto, pendenza costante, quelle da star lì seduti e andare regolari.

Se il percorso è movimentato, hai variazioni di pendenza continue, brevi muri, allora più che i grammi in meno serve reattività in più, la risposta immediata delle ruote.

E in questo frangente devo dire che le MT 601 fanno benissimo il loro dovere. 

Anche qui non dovrei attribuire il merito a un singolo elemento, sempre perché la ruota è l’insieme.

Ma anche qui identifico nella raggiatura la protagonista. Tra cerchio asimmetrico e Boost, la costruzione riesce a trasferire con immediatezza l’energia impressa sui pedali.

Nella salita di passo, complice la mia blanda andatura, emerge la buona scorrevolezza dei mozzi.

Mozzi che, come abbiamo visto, sono a cuscinetti sigillati, una scelta tecnica in linea con tipologia e prezzo delle ruote.

I cuscinetti a coni e sfere hanno una loro intrinseca superiorità, a patto le lavorazioni siano perfette. Altrimenti annulli ogni vantaggio.

Lavorazioni costose, sarebbe stato difficile mantenere il prezzo competitivo.

Di contro i mozzi a coni e sfere sono più soggetti all’infiltrazioni di elementi esterni che ne possono pregiudicare efficacia e durata; e malgrado siano state messe a punto delle “barriere”, queste limitano fortemente ma non annullano il pericolo di ingresso della polvere.

Problema risolvibile con una corretta manutenzione periodica, nulla di difficile.

I mozzi delle Shimano MT 601 non richiedono interventi, ogni tot chilometri cambi i cuscinetti e via.

In linea con la filosofia di queste ruote, create per pedalare senza pensieri.

Ancora in salita e ancora con la mia andatura da bradipo per un’ultima notazione: nella zampata netta sui pedali non hai il benché minimo tentennamento provenire dal pacco pignoni; e quindi dalla ruota libera Micro Spline.

Se vi dicessi che avverto la differenza tra il Micro Spline e un corpetto “tradizionale”, vi racconterei una clamorosa bugia.

Però torna il solito discorso, più volte da ma affrontato, per cui il “non sentire” subito una miglioria non significa questa non esista, non lavori. Però a certi livelli serve una sensibilità che non ho.

Viceversa, se qualcosa non funziona, se peggiora il comportamento, questo lo avverti subito. Una ruvidità, un leggero gioco, un salto, beh, te ne accorgi subito. E siccome questo non avviene, posso indicare in questa nuova tecnologia una sicura efficacia.

Prima o poi la vedremo anche sui gruppi stradali, e lì saprò essere più preciso, ho più esperienza rispetto alle reazioni nella guida della Mtb.

Continuiamo a pedalare, al solito dopo la salita arriva la discesa.

Un habitat in cui il peso diventa poco importante: servono precisione e robustezza.

La velocità sale, gli scarti diventano più improvvisi, le ruote si sollevano in aria, le asperità si fanno sentire di più: se la ruota non è progettata bene è qui che emergono i limiti. 

Soprattutto emerge il compromesso, sempre necessario, nel progettare una ruota che assicuri la necessaria rigidità senza pregiudicare la capacità di assorbire i colpi. 

Ancora una volta siamo in linea con la destinazione d’uso di queste ruote, non pensate per agguerrite competizioni ma per accompagnare il ciclista amatoriale come noi.

La rigidità non manca, la ruota è sempre precisa e risponde pronta alle sollecitazioni improvvise.

Ma sa “smorzare”, sa assorbire il salto o l’appoggio garibaldino sull’anteriore senza rimandare (tutta) l’energia dell’impatto a braccia e gambe del pedalatore di turno.

Non hai acuti nell’esecuzione, ma non hai stonature. 

Non sono ruote che mettono in difficoltà, purché ben gommate. E sopportano ogni strapazzo.

La guida molto fisica in discesa mi ha fatto venire l’affanno ché non sono abituato, quindi vado a cercare relax in pianura.

Che poi, in fuoristrada, non è che sia facile trovare questa pianura.

Io risolvo sfruttando i sentieri diventati nel tempo i miei circuiti di prova per il gravel, sentieri con gradi di difficoltà molto vari.

Si va da quello veloce, fondo compatto e regolare, a quello butterato dai crateri lasciati dal maltempo e dal passaggio dei pesanti mezzi agricoli.

Sui primi si viaggia veloci e comodi su queste Shimano MT 601, le ruote girano rapide e fluide, il passo è alto. Gran comfort, le asperità sono minime e la maggior parte le assorbono le panciute gomme, senza bisogno di chiamare in causa le ruote. Insomma, si va, si va veloci, null’altro da rilevare.

E sui secondi che le ruote sono chiamate in causa.

Un continuo di dossi, buche, avvallamenti e tutti in rapida successione.

Ogni singolo elemento della bici è stressato, poter contare su un avantreno preciso e sulla capacità di mantenere e/o recuperare subito la traiettoria è fondamentale per mantenere il passo.

Qui emergono le ottime qualità incassatrici delle MT 601, che assorbono ogni impatto con naturalezza e senza reazioni improvvise che potrebbero mettere in crisi il ciclista.

Il cerchio rigido e la raggiatura correttamente tensionata lavorano insieme per offrire la migliore risposta alle sollecitazioni che arrivano dalla strada.

Bene, questo il comportamento, ora dedichiamoci al bilancio finale con alcune considerazioni.


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